Leone XIV: Giuseppe, uomo fragile rinuncia alle sicurezze per abbandonarsi a Dio
Edoardo Giribaldi – Città del Vaticano
La fragilità di un uomo e le sue sicurezze: spiagge familiari e porti rassicuranti, da cui Giuseppe si stacca per prendere “il largo”, affidandosi a una rotta non tracciata da mappe umane ma dalle “mani di Dio”. Il Natale si avvicina e, con esso, si fa prossima anche la figura del padre putativo di Gesù, al centro del pensiero di Papa Leone XIV questa mattina, 21 dicembre, nella catechesi dell’Angelus in Piazza San Pietro.
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Uomo "fragile e fallibile"
È la liturgia della quarta domenica di Avvento a concentrarsi sullo sposo di Maria, presentato in particolare nel momento in cui Dio gli rivela la sua missione in sogno. Una pagina della storia della salvezza che propone un protagonista “fragile e fallibile”, al pari di ciascuno, e al contempo audace e costante nella fede.
La misericordia che nasce dall'osservanza
Un uomo “giusto”: così lo definisce l’evangelista Marco, connotando Giuseppe come un pio israelita, osservante della Legge anche attraverso la frequentazione della sinagoga. Tratti che, sottolinea il Papa, non lo rendono tuttavia rigido né scalfiscono la sensibilità e l’umanità del padre putativo di Gesù. Questa emerge, prima ancora della rivelazione dell’Angelo sul mistero che si sta compiendo in Maria, di fronte a una situazione “difficile da comprendere e da accettare”. Nei confronti della sua futura sposa, Giuseppe infatti non percorre la via “dello scandalo” e della “pubblica condanna”, ma sceglie quella del ripudio segreto, benevola e discreta.
E così mostra di cogliere il senso più profondo della sua stessa osservanza religiosa: quello della misericordia.
Lasciare le spiagge delle sicurezze
La purezza e la nobiltà dei sentimenti del padre putativo di Gesù, prosegue il Pontefice, rifulgono quando è il Signore a rivelargli in sogno il suo “piano di salvezza”, indicandogli il “ruolo inaspettato” che dovrà assumere: “lo sposo della Vergine Madre del Messia”.
Qui infatti Giuseppe, con un grande atto di fede, lascia anche l’ultima spiaggia delle sue sicurezze e prende il largo verso un futuro che è ormai totalmente nelle mani di Dio.
Un assenso che sant’Agostino descrive così: “alla pietà e alla carità di Giuseppe nacque dalla Vergine Maria un figlio, e proprio il Figlio di Dio”.
Le virtù di Giuseppe
Pietà e carità, misericordia e abbandono: sono le virtù di Giuseppe che il Papa mette in rilievo alla luce dell’ormai prossimo Natale. Atteggiamenti che “educano il cuore” all’incontro con Cristo e con il prossimo, sostenendo nell’essere gli uni per gli altri “presepe accogliente, casa ospitale, segno della presenza di Dio”.
Perdonare e incoraggiare
Come si traduce tutto questo nella vita quotidiana? Leone XIV esorta a perdonare, a incoraggiare e a dare speranza ai fratelli e alle sorelle che incontriamo. Inoltre, invita a rinnovare nella preghiera l’abbandono al Signore e alla sua Provvidenza, “affidandogli tutto con fiducia”.
Ci aiutino in questo la Vergine Maria e San Giuseppe, che per primi, con fede e amore grande, hanno accolto Gesù, il Salvatore del mondo.
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