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Palestinesi sfollati che cercano di tornare nelle loro case Palestinesi sfollati che cercano di tornare nelle loro case

Medio Oriente, il Papa: si rispetti la tregua, raggiungere la soluzione dei due Stati

Francesco, a fine Angelus, ricorda il cessate il fuoco a Gaza al via oggi ed esprime gratitudine a tutti i mediatori: "È un bel lavoro mediare per la pace". Il Pontefice auspica che tutti gli ostaggi tornino a casa e che nella Striscia giungano presto gli aiuti umanitari. Infine definisce un "gesto di grande speranza" la liberazione dei detenuti a Cuba

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Dopo tanto dolore, dopo le preghiere, dopo le invocazioni a Maria, regina della pace, Francesco all’Angelus può esprimere la sua gratitudine a chi ha lavorato per raggiungere il cessate il fuoco a Gaza, entrato in vigore proprio poche ore fa.

Esprimo gratitudine a tutti i mediatori. È un bel lavoro questo di mediare perché si faccia la pace. Grazie ai mediatori. E anche ringrazio a tutte le parti coinvolte per questo importante risultato. Auspicio che quanto è stato concordato venga subito rispettato dalle parti e tutti gli ostaggi possano tornare finalmente a casa e riabbracciare i loro cari. Prego tanto per loro e per le loro famiglie.

Gli aiuti a chi soffre

Nel suo animo anche la preoccupazione per le tante famiglie di Gaza in difficoltà che hanno sofferto per la fame, la perdita dei propri cari e per le condizioni difficili che la guerra inevitabilmente comporta.

Spero che tutti gli aiuti umanitari raggiungano più velocemente e in grande quantità la popolazione di Gaza che ne ha tanta urgenza.

Due Stati

“Sia gli israeliani che i palestinesi – afferma Francesco - hanno bisogno di chiari segni di speranza”.

Auspico che le autorità politiche di entrambi, con l’aiuto della comunità internazionale, possano raggiungere la giusta soluzione per i due stati. Tutti possano dire sì al dialogo, sì alla riconciliazione, sì alla pace. Tutti preghiamo per questo: il dialogo, la riconciliazione, la pace.

A Cuba gesti di grande speranza

Il Papa ricorda poi l’annunciata liberazione di un gruppo di detenuti dalle carceri cubane. Ieri il rilascio di Petro Albert Sanchez, professore di 70 anni che, a causa delle sue condizioni di salute, scontava la sua condanna agli arresti domiciliari e Felix Navarro Rodriguez, condannato a 9 anni di prigione.

Si tratta di un gesto di grande speranza che concretizza una delle intenzioni di questo anno giubilare. Auspico che nei prossimi mesi si continui a intraprendere, nelle diverse parti del mondo, iniziative di questo genere, che infondano fiducia al cammino delle persone e dei popoli.

Infine il saluto ai fedeli presenti, ricordando la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, con l’esortazione a pregare per “il dono prezioso della piena comunione tra tutti i discepoli del Signore”.

E preghiamo sempre per la martoriata Ucraina, per la Palestina, Israele, Myamar e per tutte le popolazioni che soffrono per la guerra.

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19 gennaio 2025, 12:38