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Il Papa approva il nuovo Statuto dell’ULSA, più forte attenzione al mondo del lavoro

Con un Rescritto, Leone XIV approva la nuova normativa che conferma l’attività e le competenze dell’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica (ULSA), preposto alla promozione e al consolidamento della comunità di lavoro della Sede Apostolica, e che introduce alcune novità significative. A cominciare, da una più ampia rappresentanza all’interno del Consiglio

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

Un Consiglio più ampio, con una rappresentanza – per la prima volta – anche della Segreteria di Stato, del Vicariato di Roma, del Fondo Assistenza Sanitaria (FAS) e del Fondo Pensioni. Un coinvolgimento più “sinodale” dei diversi Enti rappresentati; poi un affiancamento di tipo consultivo ai Dicasteri, al Governatorato e agli altri Enti per la formulazione dei regolamenti particolari e di altri atti normativi; la richiesta di competenze in diritto del lavoro e di diritto vaticano per gli avvocati coinvolti in vertenze da parte di dipendenti ed ex-dipendenti. Sono alcune delle novità, significative, introdotte nel nuovo Statuto dell’ULSA, l’organo preposto alla promozione e al consolidamento della comunità di lavoro della Sede Apostolica, approvato da Leone XIV.

LEGGI QUI IL TESTO INTEGRALE DELLO STATUTO EMENDATO DELL'ULSA APPROVATO DAL PAPA

Il Rescritto

Il provvedimento del Papa è stabilito con un Rescriptum firmato il 25 novembre 2025 (il giorno dopo la pubblicazione del nuovo Regolamento Generale della Curia Romana), dopo l’udienza concessa nei giorni precedenti al cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin. In esso vengono poste premesse e obiettivi: ampliare la rappresentatività del Consiglio dell’ULSA, incentivare il coinvolgimento attivo delle Amministrazioni che vi sono rappresentate, migliorare l’efficienza e il coordinamento interno dello stesso Ufficio.

Alla base del Rescritto papale vi è una deliberazione unanime del Consiglio dell’ULSA stessa, ma soprattutto vi si può leggere la particolare attenzione del Pontefice per il mondo del lavoro e per l’applicazione della Dottrina sociale della Chiesa all’interno della Santa Sede. Due istanze manifestate dal Papa statunitense sin da inizio pontificato.

Confermate le funzioni dell'Ufficio

Di fatto, con il presente “Statuto emendato” (quello del 1988 era già stato riconfermato ed emendato negli anni da Benedetto XVI e da Francesco), Papa Leone conferma tutte le pregresse funzioni e competenze, incluse quelle in materia di formazione del personale, dell’organismo che, istituito trentacinque anni fa (1988) da San Giovanni Paolo II e in vigore dall’1 gennaio 1989,  dedica la sua attività al lavoro, “in tutte le sue forme ed espressioni”, alle dipendenze della Curia Romana, del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e degli Organismi o Enti gestiti amministrativamente, in modo diretto, dalla Sede Apostolica (le cosiddette “Amministrazioni”).

Un Consiglio più ampio

Al contempo, lo Statuto delinea alcune novità significative nella struttura dell’organismo, attualmente composto da un presidente, nominato dal Papa (monsignor Marco Sprizzi), da due assessori, nominati dal segretario di Stato, (il professor Angelo Pandolfo e l’avvocato Giovanni Giustiniani) esperti nei problemi del lavoro e nella gestione del personale, da un direttore (il professor Pasquale Passalacqua), da un Collegio di conciliazione e arbitrato, composto da persone “qualificate per preparazione giuridica, prudenza ed equanimità”, e da un Consiglio.

Proprio l’ampliamento del Consiglio, organo di consulenza ed elaborazione delle proposte normative, è tra i punti di rilevante novità del nuovo Statuto. Ai membri del Consiglio – in carica per cinque anni – già previsti (tra questi, rappresentanti del Dicastero per l’Evangelizzazione, della Segreteria per l’Economia, dell’APSA, del Governatorato ecc), si aggiunge infatti un rappresentante della Segreteria di Stato, quindi coinvolta per la prima volta a far parte dell’attività dell’ULSA. Figura tra i membri del Consiglio anche un rappresentante del Vicariato di Roma, così da rimarcare la presenza del Vicariato nella Sede apostolica, e un rappresentante del Fondo Pensioni e uno del Fondo Assistenza Sanitaria (FAS), per i quali passano tante tutele dei lavoratori, così da migliorare la tecnicità normativa. Dunque quattro nuovi enti nell’organismo a segnalare la volontà del Papa di valorizzare la fecondità e l’efficacia dell’ente.

Stile di lavoro "sinodale"

Lo Statuto prevede poi la possibilità per i singoli consiglieri di proporre alla valutazione discrezionale del Presidente argomenti all’ordine del giorno, cosa finora possibile solo se proposti da almeno quattro di essi. Tale facoltà accentua un modo “sinodale” di lavorare e coinvolge e impegna le singole Amministrazioni e rappresentanti del personale a contribuire più “creativamente” ai lavori del Consiglio.

A fianco ai Dicasteri per i regolamenti particolari

Più in generale, vengono poi confermate le funzioni dell’ULSA nella partecipazione allo sviluppo della comunità di lavoro; nell’elaborazione e proposta di modifiche, integrazioni e abrogazioni e nell’esprimere pareri in materia di lavoro su atti normativi e regolamenti; nella mobilità, nel miglioramento delle condizioni economiche, assistenziali e previdenziali del personale; nello stimolo della formazione, attraverso la partecipazione a iniziative di alto livello culturale e di aggiornamento. A questo si aggiunge un ruolo di assistenza con parere tecnico-consultivo dell’Ufficio ad ogni singolo Dicastero nel formulare i regolamenti particolari che vanno a disciplinare quelle parti in cui il Regolamento generale lascia più spazio. Dunque l’ULSA mette a disposizione un know-how maturato in 35 anni, illustrando ad esempio procedure e best practices, così da agevolare l’attività di ogni ente.

Le "controversie"

Una specifica di non poco conto si aggiunge infine nell’ambito delle “controversie” individuali o collettive in materia di lavoro, tra Amministrazioni e dipendenti o ex-dipendenti. Chiunque ritiene di essere stato leso da un provvedimento amministrativo in materia di lavoro (salvo che sia un provvedimento approvato specificatamente dal Papa) può infatti proporre istanza all’Ufficio del Lavoro oppure adire l’Autorità Giudiziaria vaticana. Si conferma come “obbligatorio” il tentativo di conciliazione dinanzi al direttore dell’ULSA prima di procedere al Collegio di Conciliazione e Arbitrato dell’ULSA o al Tribunale SCV; sono confermate pure modalità, competenze tempistiche per la presentazione, l’accoglienza o il rigetto di un ricorso. Ma viene introdotta la richiesta agli avvocati rotali coinvolti in fase di conciliazione di dimostrare presso l’ULSA una specifica competenza nel diritto del lavoro così da potersi iscrivere all’albo dei patrocinanti. D’altra parte, agli avvocati civilisti che chiedono l’iscrizione allo stesso albo, devono dimostrare la loro conoscenza nel diritto vaticano. Due decisioni che rafforzano il senso ecclesiale dei legali coinvolti nelle controversie.

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19 dicembre 2025, 14:00