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Dicastero per la Comunicazione: un momento della consegna delle onorificenze Dicastero per la Comunicazione: un momento della consegna delle onorificenze

Scambio degli auguri natalizi al Dicastero per la Comunicazione

Consegnate le onorificenze ai dipendenti che si sono distinti nel loro lavoro. La vocazione dell’essere Chiesa, ha detto il prefetto Paolo Ruffini, “è quella di essere terra buona”. Il segretario, monsignor Lucio Adrian Ruiz, ha sottolineato durante la celebrazione nella chiesa di Santa Maria in Traspontina che tutto il mistero della Redenzione “è nel tessuto della quotidianità”

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

È scandita dalla preghiera e da un clima di fraterna convivialità la giornata vissuta dalla comunità del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede in occasione della consegna delle onorificenze.  Nella chiesa di Santa Maria in Traspontina lo sguardo e il cuore sono protesi verso il Natale.

Con il cuore verso Natale

“Tutto è chiamato ad essere per sempre: ogni parola, sentimento, pensiero, azione”. Durante la Messa nella chiesa romana non lontana dalla Basilica di San Pietro, il segretario del Dicastero, monsignor Lucio Adrian Ruiz, ha ricordato la dimensione centrale dell’Avvento. È un periodo che “ci prepara al Signore che viene”. Questo tempo liturgico, ha sottolineato nell’omelia, si configura in due parti: una riguarda la Seconda Venuta di Cristo, “quando il Signore porterà a compimento la sua promessa di fare nuove tutte le cose”. La seconda parte dell’Avvento si lega all’evento “che ha cambiato la storia dell’umanità”: la nascita di Gesù. In questi giorni, in particolare, quell’evento è rappresentato nei presepi che spesso raffigurano la scena evangelica con sapienza artigianale. Il presepio originale non era così: non spiccava per magnificenza o bellezza. “Era una povera mangiatoia”. Tutto il mistero della Redenzione annodato a quella mangiatoia “è nel tessuto della quotidianità”, come quello del Presepe di Betlemme”.

Natale, la festa della presenza di Dio

L’incarnazione del Verbo, ha aggiunto monsignor Lucio Adrian Ruiz, è stata manifestazione e occultamento. Manifestazione per chi ha creduto in Dio, come i pastori e i magi. “Per coloro che Lo hanno cercato senza condizioni, il Signore si è lasciato trovare”. Altre persone, che non hanno creduto in Dio, hanno invece nascosto il loro cuore a quell’evento. Nella Seconda Venuta “Dio sarà sempre in noi e con noi”. Questa è una realtà già oggi: il Signore “è entrato nella storia di ciascuno di noi; nei sacramenti si fa tessuto di ciascuno di noi”. Da quella semplice mangiatoia, “che è la prima cattedrale dell’umanità”, nascono interrogativi cruciali che interpellano il cuore di ognuno. Chi è il Signore? Crediamo in Dio? Da queste domande deve sgorgare una triplice responsabilità. Si deve innanzitutto “riscoprire Dio nel tessuto quotidiano”. Si deve “vivere con Lui perché già questa è la vita promessa dal Signore”.  La terza responsabilità è quella di essere manifestazioni di Dio per gli altri”. Questo Natale, ha auspicato il segretario del Dicastero per la Comunicazione, “sia per noi la festa della presenza di Dio”. Possa il Signore “davvero trasformare la nostra vita”. Non si deve vedere “Dio nascosto”. La nostra vita sia “una nuova stella che conduce a scoprire la gioia di Gesù”.

Messa nella chiesa di Santa Maria in Traspontina
Messa nella chiesa di Santa Maria in Traspontina

La cerimonia delle onorificenze

Dalla Chiesa di Santa Maria in Traspontina la giornata vissuta dalla comunità del Dicastero per la Comunicazione è proseguita nel Salone San Pio X di via della Conciliazione. Il prefetto Paolo Ruffini ha espresso il proprio ringraziamento per il lavoro svolto in questo anno denso di eventi: l’Anno Santo della speranza, la morte di Papa Francesco il giorno dopo la Pasqua, l’elezione del nuovo Papa Leone XIV. La vocazione dell’essere Chiesa, ha sottolineato, “è quella di essere terra buona”. A queste parole si sono aggiunte quelle di monsignor Lucio Adrian Ruiz: “Abbiamo comunicato gli eventi della Chiesa fino ai confini della terra. Abbiamo fatto squadra, famiglia, svolgendo un lavoro missionario”. Le onorificenze quest’anno sono state ad Ariana Anic (redazione croata), Valeria Giovanrosa (Segreteria Operativa Editoriale), Saulius Kubilius (redazione lituana), Luciano Mazzoli (Produzione audiovisiva della Sala Stampa), Sergio Ravoni (cameraman di Vatican Media), Sante Tarquini (Direzione tecnologica) Edmondo Lilli (servizio fotografico del quotidiano “L’Osservatore Romano”) Umberto Musetti (in passato consulente Risorse umane).

Targhe commemorative

Sono state consegnate anche delle targhe commemorative per il 60.mo anniversario del Programma Malayalam, Hindi, Tamil, per il 50.mo del Radiogiornale francese, inglese, spagnolo, per il 50.mo del programma finlandese, per il decimo anniversario di quello coreano e per il 90.mo del programmo spagnolo. Sono tutte pagine di storia che si intrecciano con il lavoro quotidiano di Radio Vaticana e di Vatican News. L’inaugurazione dei Programmi in lingua Malayalam, Hindi e Tamil nei palinsesti della Radio Vaticana risale al 1965, dopo che nel dicembre dell’anno precedente Papa Paolo VI si era recato a Bombay per il secondo dei suoi viaggi apostolici all’estero. Durante l’Anno Santo del 1975 la Radio Vaticana crea poi una nuova trasmissione in quattro lingue come servizio ai pellegrini. Oltre all’italiano, il programma propone informazioni sull’attualità anche in francese, inglese e spagnolo. Quella trasmissione è la “culla” dei radiogiornali che, dal mese di gennaio del 1976, andranno quotidianamente in onda in quelle lingue con il titolo di “Quattrovoci”. Sempre nel 1975 la lingua finlandese inizia la sua regolare programmazione all’interno del Programma scandinavo, che era nato nel 1953 e che già utilizzava lo svedese e il danese. Il programma coreano e la relativa pagina web sul sito della Radio Vaticana vengono inaugurati il 9 ottobre 2015, in seguito all’impulso dato l’anno prima dal viaggio apostolico di Papa Francesco in Corea del sud. La prima trasmissione in lingua spagnola della Radio Vaticana avviene nel marzo del 1934, contribuendo a rafforzare il primo carattere di internazionalità dell’emittente pontificia negli anni che precedono la Seconda Guerra mondiale. Un carattere, quello cosmopolita, che è uno dei tratti distintivi della realtà attuale del sistema comunicativa della Santa Sede.

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18 dicembre 2025, 15:57