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L'arcivescovo Peña Parra legge la sua omelia durante la messa in San Pietro L'arcivescovo Peña Parra legge la sua omelia durante la messa in San Pietro

Peña Parra ai dipendenti vaticani: vivere con serenità e fecondità il proprio servizio

L'arcivescovo sostituto della Segreteria di Stato ha celebrato la messa in preparazione al Natale stamani, 19 dicembre, nella basilica di San Pietro. L’invito a svolgere il servizio "con letizia" anche "in mezzo ai problemi e alle fatiche", per collaborare ai progetti di Dio

Lorena Leonardi - Città del Vaticano

“Mantenere la presenza di Dio” nelle giornate, “intensificare l’amore per Cristo” nella preghiera, conservando la “visione spirituale” nel quotidiano, uno “sguardo soprannaturale” nella professione, nella missione, negli studi, negli apostolati, e persino “nei contrattempi”, con la “certezza” e la “gioia” di sapere che si collabora ai “progetti amorosi e salvifici di Dio”.

Così ha declinato la sua esortazione ai dipendenti vaticani l’arcivescovo sostituto della Segreteria di Stato Edgar Peña Parra, nella messa in preparazione al Natale celebrata stamani, 19 dicembre, all’altare della Cattedra della basilica di San Pietro.

Rinascere per vivere in eterno

Ad aprire la meditazione del presule, una citazione di Sant’Agostino — “Svegliati, uomo, poiché per te Dio si è fatto uomo” — : è questo, ha rimarcato, il messaggio che ogni anno dalla “silenziosa grotta di Betlemme” si diffonde “sin nei più sperduti angoli della terra” durante il Natale, “festa di luce e pace”, giorno di “stupore e gioia che si espande nell’universo”. Così, da quell’umile luogo, il Figlio di Dio fattosi bambino si rivolge a ciascuno con un invito “a rinascere” per “vivere eternamente”.

Un momento delle celebrazione all'Altare della Cattedra
Un momento delle celebrazione all'Altare della Cattedra   (@Vatican Media)

La svolta del Natale

Riflettendo sul Vangelo odierno — il racconto di Luca sulla nascita di Giovanni Battista annunciata dall’angelo — Peña Parra si è soffermato sul confronto tra l’annunciazione e la nascita di Giovanni e Gesù: per l’ultimo dei profeti, il clima è “veterotestamentario con tanto di sacerdoti, tempio e incensi”, per Gesù il “luogo dell’incontro” è la piccola casa-grotta di Nazareth. Natale, dunque, “segna una svolta, un cambiamento radicale di mentalità e incontro”, ha rimarcato l’arcivescovo, senza più necessità di “spazio sacro” ora che “il Santo ha sacralizzato ogni luogo”.

L'intervento di Dio

Con Zaccaria Dio interviene attraverso un angelo, che ammutolirà il levita per via di “un attimo di incertezza”. D’altra parte, ha sottolineato il celebrante, “Dio interviene sempre nelle nostre vite”, rendendole feconde, laddove “fecondità” non significa necessariamente “generare qualcuno alla vita”, bensì “generarlo alla speranza”: ecco quindi che Dio “interviene nella storia” conducendola alla sua “pienezza”.

La messa in preparazione al Natale per i dipendenti vaticani
La messa in preparazione al Natale per i dipendenti vaticani   (@Vatican Media)

Per una fede ferma e grande

Zaccaria ed Elisabetta, giusti davanti a Dio e osservanti delle leggi, erano sterili e anziani: eppure il Signore “si servì di questo male” per far dono della nascita del Battista — “la vita è sempre dono di Dio”. L’angelo raccomanda di “non temere”, informa che le preghiere sono state esaudite, c’è un figlio in arrivo, ma quando Zaccaria, la cui fede è “debole”, dimostra con la sua domanda di non credere, viene punito con il mutismo fino al momento della nascita, quando mette il nome Giovanni al figlio, come gli era stato comandato.

“Com’è differente la fede di Zaccaria all’annuncio di Giovanni da quella di Maria e Giuseppe all’annuncio di Gesù”, ha osservato l’arcivescovo, esaltando la “fede ferma e grande” di Maria e Giuseppe. “Questa — ha continuato — è la fede che dobbiamo chiedere oggi al Signore, per mezzo degli angeli, fidandoci di Dio e scoprendolo nelle cose buone e anche nelle cose apparentemente cattive che ci accadono nel corso della nostra vita”, sebbene, ha aggiunto, queste ultime possono essere occasioni per “crescere, progredire e maturare”. Consapevoli che “non esistono le casualità” e “tutto concorre al bene”, è possibile “percorrere il cammino della vita con una speranza gioiosa”.

Un altro momento della messa celebrata dall'arcivescovo Edgar Peña Parra
Un altro momento della messa celebrata dall'arcivescovo Edgar Peña Parra   (@Vatican Media)

In servizio, lieti e sereni

A ormai pochi giorni dal Natale, “conviene che l’Angelo del Signore ci trovi preparati, come Giuseppe e Maria”, ha auspicato il sostituto della Segreteria di Stato, invitando con la testimonianza evangelica “a vincere il rischio della sterilità” e, anche "in mezzo ai problemi e alle fatiche", a “vivere con letizia e con serenità” il servizio in Vaticano.

Al momento della consacrazione si sono accostati all’altare il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della basilica, e l’arcivescovo Emilio Nappa, segretario generale del Governatorato; tra i concelebranti, monsignor Lucio Adrián Ruiz, segretario del Dicastero per la Comunicazione, e il salesiano don Franco Fontana, coordinatore dei cappellani delle Direzioni e degli Uffici centrali del Governatorato. Hanno preso parte alla celebrazione la francescana dell’Eucaristia suor Raffaella Petrini e l’avvocato Giuseppe Puglisi-Alibrandi, rispettivamente presidente e segretario generale del Governatorato dello Stato Città del Vaticano, e il revisore generale Alessandro Cassinis Righini.

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19 dicembre 2025, 11:23