La Madonna delle ciliegie di Federico Barocci esposta a Torino La Madonna delle ciliegie di Federico Barocci esposta a Torino

Intimità familiare e simbolo, la Madonna delle ciliegie a Torino

Fino al prossimo 11 gennaio le Gallerie d’Italia a Torino ospitano la mostra dedicata ad un capolavoro della Pinacoteca Vaticana: La Madonna delle Ciliegie di Federico Barocci, emblema dell’arte controriformata del XVI secolo. Per un mese l’olio su tela sarà “L’Ospite Illustre” che racconterà un grande artista tra Rinascimento e Manierismo, Correggio e Rosalba Carriera

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

Arriva dritta al cuore, all’intelletto, all’anima. Oggi, come ieri. La Madonna delle Ciliegie, dipinta da Federico Barocci a partire dal 1570, ha un linguaggio immediato. Non solo per la sua bellezza estetica, ma anche per il messaggio iconografico, devozionale, religioso che veicola e per il carattere colloquiale, intimo della scena sacra rappresentata.

L'allestimento della mostra
L'allestimento della mostra

Capolavoro del tardo Rinascimento

L’opera, identitaria della Pinacoteca Vaticana, è protagonista della diciassettesima edizione de “L’Ospite Illustre” alle Gallerie d’Italia – Torino, che celebra il decimo anniversario dell’iniziativa. Per un mese, dal 10 dicembre all’11 gennaio, ai visitatori del museo di Intesa Sanpaolo nel capoluogo piemontese, è offerta la possibilità di un contatto ravvicinato con uno dei massimi capolavori del tardo Rinascimento italiano.

Federico Barocci. Riposo durante la fuga in Egitto (Madonna delle ciliegie). Città del Vaticano, Musei Vaticani, Pinacoteca. Foto © Governatorato dello SCV - Direzione dei Musei. Tutti i diritti riservati. Divieto di ulteriore copia, riproduzione e pubblicazione
Federico Barocci. Riposo durante la fuga in Egitto (Madonna delle ciliegie). Città del Vaticano, Musei Vaticani, Pinacoteca. Foto © Governatorato dello SCV - Direzione dei Musei. Tutti i diritti riservati. Divieto di ulteriore copia, riproduzione e pubblicazione

Da Perugia al Vaticano

Il dipinto ad olio su tela, fu commissionato dal perugino Simonetto Anastagi, erudito e tra i fondatori dell'Accademia del Disegno di Perugia. Venne ultimato e consegnato nel 1573. Dopo il 1602 passò ai Gesuiti di Perugia. In seguito alla soppressione della Compagnia di Gesù, nel 1773, fu trasferito al Palazzo del Quirinale, confluendo nell’Ottocento nella Pinacoteca di Pio IX. Dal 1935 è giunto nella nuova Pinacoteca Vaticana di Pio XI, dove tuttora si trova, esposto nella Sala 11 insieme ad altre tre opere di Barocci.

Federico Barocci. Riposo durante la fuga in Egitto (Madonna delle ciliegie). Città del Vaticano, Musei Vaticani (particolare)
Federico Barocci. Riposo durante la fuga in Egitto (Madonna delle ciliegie). Città del Vaticano, Musei Vaticani (particolare)

Il miracolo e l’intimità familiare

Il soggetto rappresentato è il "Riposo durante la fuga in Egitto”: la scena, spiega Fabrizio Biferali, curatore del reparto per l’arte dei secoli XV e XVI dei Musei Vaticani, “è tratta da un vangelo apocrifo, il cosiddetto Pseudo-Matteo. Il piccolo Gesù piega una palma per coglierne i frutti e fa scaturire acqua dalle radici. Barocci rielabora liberamente il racconto, sostituendo la palma con un albero di ciliegie e trasformando il miracolo in una scena di intima dolcezza familiare. La Vergine, colta in un momento di tenero abbandono materno, accoglie il Bambino che tende le braccia verso le ciliegie offerte da San Giuseppe”.

Ascolta l'intervista a Fabrizio Biferali

Le ciliegie

Il carattere quotidiano della rappresentazione è dato oltre che dalla gestualità dei personaggi, anche dalla presenza dell’asino sulla destra, mentre sullo sfondo si apre un paesaggio luminoso. Forte il simbolismo. Il recipiente d’acqua accanto alla Vergine allude all’Eucarestia, mentre il rosso delle ciliegie sono una premonizione della passione di Cristo.

Federico Barocci. Riposo durante la fuga in Egitto (Madonna delle ciliegie). Città del Vaticano, Musei Vaticani (particolare)
Federico Barocci. Riposo durante la fuga in Egitto (Madonna delle ciliegie). Città del Vaticano, Musei Vaticani (particolare)

Un momento di pausa colloquiale

“Il visitatore si ferma inevitabilmente davanti a questo quadro che crea un momento di pausa colloquiale, familiare. Ciò che si vede è una scena di affetto tra un padre, una madre e un figlio”, prosegue il curatore. Le velature trasparenti e i passaggi tonali donano ai tessuti una morbidezza palpabile, mentre il rosso della veste di Maria dialoga con il blu del manto, simbolo di purezza, e i tocchi di giallo e rosa nei panneggi completano l’equilibrio cromatico.

Federico Barocci. Riposo durante la fuga in Egitto (Madonna delle ciliegie). Città del Vaticano, Musei Vaticani (particolare)
Federico Barocci. Riposo durante la fuga in Egitto (Madonna delle ciliegie). Città del Vaticano, Musei Vaticani (particolare)

Il modello di Correggio

La Madonna delle Ciliegie “segna un momento preciso della carriera di Federico Barocci”, osserva ancora Biferali: “Dopo le esperienze a Urbino, Pesaro e Roma, segna la prima maturità dell'artista, in cui è evidente il riferimento alla pittura soprattutto di Correggio. Il modello di questo dipinto è infatti la cosiddetta Madonna della Scodella del pittore emiliano”.

 Correggio - Madonna della scodella - olio su tavola- 1530 - Galleria nazionale di Parma
Correggio - Madonna della scodella - olio su tavola- 1530 - Galleria nazionale di Parma

Un grande disegnatore

Meticoloso, talvolta maniacale nella preparazione dei dipinti, Barocci fu un grande disegnatore: il segno grafico è visibile a occhio nudo nel dipinto: “È molto interessante che per quest’opera il pittore abbia realizzato tantissimi disegni preparatori. Se ne conservano quasi trenta, soprattutto agli Uffizi”. Un apparato grafico grazie al quale è possibile mettere in luce le differenze tra la fase progettuale e l’opera finita.

Federico Barocci. Riposo durante la fuga in Egitto (Madonna delle ciliegie). Città del Vaticano, Musei Vaticani (particolare)
Federico Barocci. Riposo durante la fuga in Egitto (Madonna delle ciliegie). Città del Vaticano, Musei Vaticani (particolare)

Pittura chiara e brillante

“Barocci è stato uno dei più grandi disegnatori del Cinquecento: utilizzava la sanguigna, il carboncino, i gessetti, anticipando anche dal punto di vista tecnico molti artisti del Seicento e del Settecento. Non solo per la grafica, ma anche per una pittura chiara, brillante, che anticipa addirittura i pastelli di Rosalba Carriera”, afferma il curatore dei Musei Vaticani.

Rosalba Carriera - Allegoria della Musica - pastello su tela 1712 -Bayerisches Nationalmuseum
Rosalba Carriera - Allegoria della Musica - pastello su tela 1712 -Bayerisches Nationalmuseum

Non un manierista in senso stretto

Precursore, per certi versi, del classicismo dei Carracci, di Guido Reni, Domenichino o Lanfranco, Federico Barocci non è inquadrabile nel Manierismo in senso stretto. “Guarda alla pittura dell'ultimo Raffaello, ma anche di Michelangelo e dei veneti. Allo stesso tempo dopo il soggiorno romano entra in contatto con le antichità, recupera il dato classico e archeologico e lo inserisce nei suoi dipinti”.

Federico Barocci. Riposo durante la fuga in Egitto (Madonna delle ciliegie). Città del Vaticano, Musei Vaticani (particolare)
Federico Barocci. Riposo durante la fuga in Egitto (Madonna delle ciliegie). Città del Vaticano, Musei Vaticani (particolare)

Emblema dell’arte della Controriforma

Per tutto il periodo natalizio, “L’Ospite Illustre” delle Gallerie d’Italia a Torino è un emblema dell’arte sacra post-trindentina: capace di rendere accessibile il messaggio dell’arte sacra a tutti i fedeli, indipendentemente dalla loro preparazione culturale: “L'obiettivo di questi dipinti – conferma Fabrizio Biferali – era, per dirla con il cardinale Gabriele Paleotti (protagonista del Concilio di Trento e autore del Discorso intorno alle imagini sacre et profane: ndr), essere libro degli idioti. In quest’espressione non c’era niente di dispregiativo: voleva indicare che anche un pubblico di persone illetterate, analfabete, doveva immediatamente comprendere l’immagine che aveva di fronte. Non c’è più il Manierismo complicato, lambiccato degli anni Quaranta-Cinquanta. Il Concilio di Trento ha stabilito che le iconografie siano chiare per tutti”.

Federico Barocci. Riposo durante la fuga in Egitto (Madonna delle ciliegie). Città del Vaticano, Musei Vaticani (particolare)
Federico Barocci. Riposo durante la fuga in Egitto (Madonna delle ciliegie). Città del Vaticano, Musei Vaticani (particolare)

L’immediatezza è anche oggi la cifra e la potenza dell’arte di Barocci. Un pittore che racconta i testi sacri così come sono e che, come pochi, sa rendere l’umana divinità del Verbo fatto carne.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

Photogallery

Dalla Pinacoteca Vaticana a Torino. La Madonna delle ciliegie in mostra alle Gallerie d'Italia
10 dicembre 2025, 15:26