La "Cappella della Liberazione", opera dell'artista brasiliano Jonathas de Andrade, in mostra a Via della Conciliazione 5 La "Cappella della Liberazione", opera dell'artista brasiliano Jonathas de Andrade, in mostra a Via della Conciliazione 5 

"Cappella della liberazione", una mostra per trasformare la radice del male in solidarietà

Inaugurata oggi ed esposta a Via della Conciliazione 5 fino al 22 febbraio l'installazione dell'artista brasiliano Jonathas de Andrade: "La mia arte vuole stimolare una riflessione sul nostro futuro". Il cardinale de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l'Educazione: l'educazione è forma di costruzione della giustizia sociale

Daniele Piccini - Città del Vaticano

“Questa mostra pretende di essere un messaggio per vivere l'Anno giubilare in questa sua ultima tappa: perché c'è una conversione individuale alla quale ognuno di noi è chiamato, ma c'è anche una conversione sociale. Il peccato, il male, ha una radice in ognuno di noi che deve essere trasformata, ma si radica anche nella società e nella storia”. Questa è la chiave di lettura offerta dal cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l'Educazione, della nuova installazione nella window gallery di Via della Conciliazione 5, intitolata Cappella della Liberazione. L’opera è l’ultima di un ciclo di quattro dedicato ai temi della solidarietà e dell’impegno sociale, in linea con l’esortazione apostolica Dilexi te di Leone XIV.

Un fotogramma del video "Sorelle senza nome".
Un fotogramma del video "Sorelle senza nome".

Serigrafie su legno e un video

L’installazione del giovane artista brasiliano Jonathas de Andrade, curata da Cristiana Perrella, è stata presentata oggi, mercoledì 10 dicembre, alle ore 18 presso la Sala Pio X di via dell’Ospedale ed è visibile a partire da oggi alle ore 19 fino al 22 febbraio 2026. L’opera, che si compone di alcune tavole di legno con sopra stampate delle immagini e delle parole, in lingua spagnola, ispirate al concetto di liberazione, fa pendant con un video, prodotto dalla Fondazione In Between Art Film, intitolato “Sorelle senza nome”, che sarà visibile presso il Macro - Museo di Arte Contemporanea di Roma fino al 6 aprile 2026. Si tratta di “un’installazione articolata come una pedagogia visiva che collega arte, spiritualità e impegno collettivo, costruendo una narrazione che restituisce lo spirito comunitario dei movimenti latinoamericani a sostegno delle fasce marginalizzate”, si legge in una nota del Dicastero per la Cultura e l'Educazione.

Guarda la video intervista integrale al cardinale José Tolentino de Mendonça.

Educazione come forma di giustizia sociale

“La mostra - spiega ancora il cardinale de Mendonça - ha due componenti, questa metaforica della cappella che l’artista costruisce con queste immagini di archivio e con queste parole che erano usate in queste pubblicazioni ecclesiali. Sono parole di oggi, come Vangelo, ecologia, carità, sono parole da sempre nel Dna del cristiano. E poi un film che racconta la storia personale di alcune donne che con la loro biografia raccontano un modo di vivere il Vangelo nel mondo”.

Su ciascuna delle tavole di legno, appese a dei cavi a formare un ideale altare, compaiono assieme a delle immagini, parole in lingua spagnola come "resistenza", "carità", "fede audace". “Forse la tavola con la parola ‘educazione’ - conclude il prefetto del Dicastero per la Cultura e l'Educazione, ideatore del progetto artistico - è una tavola speciale per noi, perché l'educazione è veramente una forma di costruzione della giustizia sociale e anche il Santo Padre Leone XIV parla abbondantemente di questo. Per la Chiesa l'educazione dei poveri non è un'eventualità, è un dovere che la Chiesa ha sempre abbracciato, perché questa opzione per l'educazione delle classi popolari e dei tessuti più vulnerabili della nostra società è qualcosa che sta al cuore della Chiesa nei secoli, e anche oggi nel nostro presente”.

E poi c’è il video. “Il progetto del video si ispira alla storia di una comunità di suore che, negli anni '60 in Brasile, coniugò spiritualità, impegno politico e sociale. Minacciate dalla dittatura militare, le religiose decisero di trasferirsi a Roma, dove continuarono – conclude de Mendonça - seguendo i principi dell’anonimato e della lettura attenta del Vangelo, la loro azione a favore degli oppressi”.

Jonathas De Andrade è nato nel 1982 a Maceió, in Brasile.
Jonathas De Andrade è nato nel 1982 a Maceió, in Brasile.

Incisioni e fotografie stilizzate per riflettere sul futuro

“Nelle mie opere - spiega de Andrade, nato nel 1982 nella città di Maceió - cerco di creare questo collage tra passato e presente per aiutarci a riflettere sul futuro e su come ci stiamo dentro. Possiamo vedere i raggi che provengono dal soffitto e i pannelli, che sono in prospettiva. Le stampe sono serigrafie su pannelli di legno. Nei progetti precedenti - conclude il giovane artista - ho sperimentato molto con la serigrafia, che è un modo per combinare fotografia e documenti, ma anche con l'incisione e l'astrazione”.

L’installazione di de Andrade conclude un ciclo di quattro opere. La prima di esse è stata realizzata da Yan Pei-Ming, che ha lavorato sulla condizione carceraria in relazione con la comunità della casa circondariale di Regina Coeli. La seconda era di Adrian Paci, che ha concentrato la sua ricerca sulla potenza trasformativa del viaggio e la terza di Vivian Suter, che ha esplorato la relazione dell’uomo con la natura.

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10 dicembre 2025, 19:00