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I presidenti di Coni e Cip da De Mendonça, collaborazione per educazione e inclusione

Luciano Buonfiglio, presidente del Comitato olimpico nazionale italiano, e Marco Giunio De Sanctis, presidente del Comitato italiano paralimpico, ricevuti in due distinti momenti dal prefetto del Dicastero per la Cultura e l'Educazione, in vista delle prossime Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Milano-Cortina

Vatican News

Il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e Educazione, ha accolto in Vaticano Luciano Buonfiglio, presidente del Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), e Marco Giunio De Sanctis, presidente del Comitato italiano paralimpico (CIP), in due distinti incontri martedì 16 e giovedì 18 dicembre. Hanno partecipato agli incontri il vescovo Paul Tighe, segretario del Dicastero, con l’officiale don Miguel Fraga Cardoso, e Giampaolo Mattei, presidente di Athletica Vaticana, l’organismo sportivo ufficiale della Santa Sede.

Collaborazione in vista delle Olimpiadi

Anche nella prospettiva delle ormai prossime Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Milano-Cortina, è stata avviata una collaborazione diretta nel campo educativo e per l’inclusione, con un particolare impegno per la pace, secondo la linea proposta dal magistero di Papa Leone XIV. Lo sport, è stato affermato nei due incontri, non è solo vittoria o sconfitta o una prestazione da record: è una esperienza di vita con una dimensione spirituale.

Per il cardinale de Mendonça "lo sport mette la persona in rapporto con le grandi domande di senso della vita; apre alla dimensione di trascendenza; crea silenzio; è biologicamente comunitario; è laboratorio e scuola di comunità; è educazione all’integrazione positiva del limite; mette in contatto con l’ascesi che ha sempre una natura religiosa; ha una dimensione materiale ma è altrove il suo significato. E se questa non è una 'scuola spirituale' non so cosa siano le 'scuole spirituali'".

La visione dello sport, secondo il cardinale, è rimasta finora forse "troppo collegata alla dimensione soltanto fisica, parallela e separata dalla dimensione della vita». Proprio per questo «il Dicastero per la Cultura e l’Educazione è il luogo ideale per una realtà come Athletica Vaticana".

Evangelizzazione e fiducia

Questo progetto — il Dicastero e Athletica Vaticana sono i due soggetti giuridici sportivi della Santa Sede, profondamente uniti — ha un particolare valore nel pontificato di Leone XIV che, fa presente il cardinale de Mendonça, "non solo ha l’esperienza sportiva, ma soprattutto ha la grande comprensione del significato e delle possibilità dello sport nell’evangelizzazione. Il Papa è molto consapevole delle possibilità dello sport nel campo dell’evangelizzazione, vuole sviluppare questa dimensione che è già oggi la principale manifestazione culturale. In modo che la Chiesa abiti gli spazi sportivi e l’esperienza sportiva con proposte di evangelizzazione".

Ed è "fiducia" la parola-chiave che il cardinale suggerisce al mondo dello sport, negli incontri con i presidenti del Coni e del Cip: "I grandi allenatori e i grandi maestri spirituali nella nostra vita sono quelli che ci hanno guardato e non hanno visto la pietra dura ma il capolavoro". Nello sguardo del vero allenatore "c’è tutto: il momento attuale e anche le possibilità nascoste. Scoprire, affidarsi, dire “fiducia”, perché si arrivi alla condizione di capolavoro, è un’esperienza che ogni uomo e ogni donna ha bisogno di sentire nel proprio cuore".

Una "storia d'amore"

Infine, uno sguardo agli ormai prossimi Giochi invernali di Milano-Cortina: "È particolarmente significativa la 'presenza' della Croce degli sportivi" che ha iniziato il suo pellegrinaggio olimpico e paralimpico a Londra 2012. In occasione del Giubileo dello sport, lo scorso 14 giugno, è stata affidata ad Athletica Vaticana. "La Croce olimpica -  spiega il cardinale - è anche il simbolo del pellegrinaggio della croce che ogni atleta realizza in se stesso, nella croce tatuata nel proprio cuore. La croce la capiamo soltanto come la più bella storia d’amore e, alla fine, la cosa più importante è far diventare ogni modalità sportiva una grande storia d’amore".

Mercoledì scorso a Verona oltre 500 atlete e atleti scaligeri – dai campioni della serie A ai bambini degli oratori e alle persone con disabilità fisiche e intellettive – hanno abbracciato proprio quella Croce olimpica, portandola per le strade della città fino al Palasport, accanto al leggendario stadio Bentegodi. Verona sarà sede della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi e della cerimonia di apertura delle Paralimpiadi.

 

 

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19 dicembre 2025, 15:25