Vatican News aggiunge la lingua azera
Vatican News
Vatican News aggiunge la lingua azera alla sua offerta informativa e da oggi, 2 aprile, nel ventesimo anniversario dalla morte di San Giovanni Paolo II, il primo Papa a visitare l'Azerbaigian, i Media Vaticani parlano 56 lingue, comprese quelle dei segni in italiano, spagnolo, inglese e francese. "Nella sua omelia a Baku, il 23 Maggio del 2002 - ricorda monsignor Vladimir Fekete, SDB, prefetto apostolico dell’Azerbaigian - San Giovanni Paolo II ha sottolineato che la piccola comunità cattolica nel Paese deve essere lievito e anima della società. I mezzi di comunicazione nel mondo odierno sono sempre di più uno strumento potente per divulgare la verità e così supportare la speranza dell’umanità e irrobustire la fede dei credenti". Monsignor Fekete che ha supportato il progetto, in collaborazione con il Dicastero per la Comunicazione, spiega che: “La maggioranza dei cattolici locali in Azerbaigian non parla altre lingue e le informazioni dalla vita della Chiesa universale vengono cercate spesso usando fonti non sempre attendibili. Per questo motivo abbiamo pensato di avviare questa iniziativa con Radio Vaticana - Vatican News per sostenere la conoscenza e irrobustire la fede”. “Tutti - aggiunge monsignor Fekete - avranno la possibilità di leggere le parole del Santo Padre e le novità più importanti della Chiesa universale nella propria lingua. Sono sicuro che sarà un servizio utile anche per tanti non credenti o membri di altre religioni. La lingua azera - aggiunge - non è solo l’idioma parlato nello Stato della Repubblica dell'Azerbaigian, ma è anche quello parlato da circa 30 milioni di azeri che vivono in tutto il mondo. Affidiamo questo progetto alla protezione di Maria Santissima - ha concluso - nella speranza che tutti i nostri lettori trovino in Vatican News un mezzo utile e forte per la loro vita umana e spirituale”.
Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione, ribadisce che: "Ogni tessuto è fatto di piccoli fili intrecciati. Così è fatto anche il nostro sistema di comunicazione che da oggi parla anche azero grazie alla collaborazione di monsignor Vladimir Fekete e della prefettura Apostolica dell’Azerbaigian. Ogni lingua è importante nell’edificio di pietre vive che costruiamo giorno dopo giorno. Nel suo viaggio a Baku, a ottobre del 2016, Papa Francesco elogiò la piccola comunità di cattolici azeri paragonandola alla piccola comunità di periferia rinchiusa nel Cenacolo quando dal Cielo discese lo Spirito Santo. Aggiungere alle tante altre lingue di Vatican News anche la lingua azera significa per noi testimoniare che nella Chiesa non c’è grande e non c’è piccolo. Due cose solo – ricordò Francesco - sono necessarie per vivere la pienezza della comunione che ci unisce: nel cenacolo c’era la Madre e c’era la carità, l’amore fraterno che lo Spirito Santo riversò in loro. Anche oggi parlarci, capirci nell’unico linguaggio dell’amore, tessere insieme una comunità di bene e fare della comunione che ci unisce intorno alla Madre Chiesa il più potente mezzo di comunicazione è il nostro impegno in un mondo che rischia altrimenti di perdersi nella confusione di Babele".
“Vatican News in lingua azera - spiega il direttore editoriale dei media vaticani, Andrea Tornielli - rappresenta un contributo non soltanto per la diffusione della parola del Papa ma anche per il dialogo fra le religioni: il messaggio di pace del Successore di Pietro, in un mondo sconvolto da guerre e violenza, è un ponte verso tutti coloro che non si arrendono al clima di chiusura e di odio ma cercano di costruire percorsi di incontri, conoscenza reciproca e fraternità”.
“La presenza nei Media Vaticani della lingua azera è molto importante, perché – sottolinea Massimiliano Menichetti, vicedirettore editoriale responsabile di Radio Vaticana - Vatican News - consente a milioni di persone un collegamento diretto con il Papa, la vita della Chiesa universale e l’informazione della Santa Sede. In questi anni - spiega - stiamo intensificando progetti di collaborazione con le Chiese particolari, in modo da favorire legami e sostegni comuni, per l’avvio di progetti informativi e di evangelizzazione in tutto il mondo. La nostra idea è quella di unire capacità e risorse per creare dei sistemi condivisi e non centralizzati, in modo da favorire: da una parte una rete operativa di comunione e dall’altra valorizzare le competenze e sostenere lo sviluppo delle realtà locali. Il nostro sogno è una piattaforma in cui tutte le realtà cattoliche siano collegate tra loro, così da unire le forze e condividere in tempo reale, non solo testi, immagini e audio, ma la vita della Chiesa in ogni parte del mondo".
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