Nella “casa” a Roma dei volontari del Giubileo venuti da tutto il mondo
Isabella H. de Carvalho – Città del Vaticano
A pochi passi da Piazza Venezia, in un vicolo del centro storico di Roma, una palazzina di quattro piani ha un nome particolare sul citofono: Domus Spei, casa della speranza. Passando attraverso un cancello di metallo e vari corridoi, si arriva all’ascensore che porta all’ultimo piano. All’apertura delle porte la prima cosa che risalta agli occhi è un cartello verde, dello stesso colore dei giubbotti dei volontari del Giubileo, con scritto “Benvenuto!” in diverse lingue. A sinistra, invece, un lungo corridoio con varie porte conduce alle stanze e alla mensa da cui si intravede il “cupolone” di San Pietro. La palazzina, con cento posti letto, ospita i volontari provenienti da tutta Italia e dal mondo che hanno deciso di dedicare un po’ del loro tempo a questo anno giubilare e ai pellegrini che sono arrivati e continuano ad arrivare nella Città Eterna.
Volontari da tutti i continenti
“Abbiamo ricevuto 13 mila candidature”, spiega Marco Lucente, coordinatore del servizio dei volontari che l’8 e il 9 marzo vivranno il Giubileo dedicato proprio al mondo del volontariato. “Abbiamo persone che sono venute da tutti i continenti: Singapore, Taiwan, Sud America, Nord America”. In questa settimana ci sono 45 volontari mobili, che vengono per brevi periodi di almeno una settimana, e 55 fissi, che hanno dato una disponibilità più lunga di almeno tre mesi.
La giornata tipo
La giornata alla Domus Spei inizia presto con la colazione nella mensa, il servizio mattutino in Via della Conciliazione dalle 7.30 alle 13.30, e poi quello pomeridiano. Alcuni si occupano dell’accoglienza anche in altre zone di Roma, come l’aeroporto di Fiumicino o la Stazione Termini. La sera, poi, rientrando alla Domus Spei, cenano e si riuniscono nelle stanze o nella mensa per giocare o chiacchierare.
José e la gratitudine di svolgere un servizio
Tra i volontari fissi, che hanno fatto della Domus la loro casa, c’è José Maria Ignacio. Informatico, 25 anni, originario di Lisbona e membro di Comunione e Liberazione, si è messo a disposizione della Chiesa da dicembre 2024 fino alla fine di questo Anno Santo, dopo aver fatto il volontario nella sua città d’origine durante la Giornata Mondiale della Gioventù del 2023. José spiega sorridendo di aver domanda tra i volontari del Giubileo perché “avevo pensato che un periodo nella Città Eterna potesse essere una bella fuga”. Una fuga anche dalle “insoddisfazioni” che viveva nella vita, in particolare nel suo lavoro. Piano piano, racconta il ragazzo, la fede “ritrovata” grazie a CL ha cambiato la sua prospettiva, ha capito che “Dio è anche nel mio lavoro” e, quindi, ora affronta “con gratitudine” questo servizio.
“Qua abbiamo l’opportunità di vedere Cristo manifestato nei volti delle persone”, dice. Ad esempio in pellegrini come Samuel, giovane romano che canta tutti i giorni in Piazza San Pietro, o in altri volontari, come Savio, ragazzo brasiliano dalla “gioia travolgente”.
Maria e le vacanze da scuola trascorse come volontaria
Condivide un’esperienza simile Maria, liceale di 18 anni, originaria di Gambolò, in provincia di Pavia, che ha deciso di trascorrere a Roma come volontaria mobile la settimana di vacanze a scuola. Da sempre dedita ai bisognosi attraverso il servizio volontario presso l’Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes (OFTA) e la Croce Rossa, spiega che dietro a tutte queste esperienze “c’è sempre un amore, un bisogno di stare accanto a chi ha necessità, in tutte le forme che di fatto sono possibili o praticabili”. Riconosce, Maria, che spendere questa settimana di vacanze come volontaria per il Giubileo “non è una scelta molto comune tra i miei compagni di classe o amici”, ma racconta che ha voluto farlo dopo aver parlato con delle persone che hanno svolto questo servizio durante il Giubileo della Misericordia nel 2016.
Spera ora di poter riportare ai suoi compagni di classe l’entusiasmo che ha vissuto e magari convincerne qualcuno a vivere la stessa esperienza. Nonostante siano “giornate impegnative”, con sveglie molto presto, Maria dice: “Penso di tornare per il Giubileo dei Giovani, quindi tra la fine di luglio e l'inizio di agosto, dopo la maturità”.
Effetti del Giubileo che si protraggono nel tempo
E non sono solo giovani a mettersi a disposizione dei pellegrini. “Mi ricordo di una signora che avrà avuto circa 85 anni, che ci raccontò di aver fatto già la volontaria, insieme al marito, nel Giubileo del 2000. L’esperienza era piaciuta a entrambi e allora si erano promessi di tornare a fare i volontari anche nel 2025. Purtroppo è venuto a mancare suo marito, ma lei, per rimanere fedele a quella promessa, ha voluto tornare a fare la volontaria anche da sola”, racconta ancora Marco Lucente.
Come il Giubileo del 2000 ha toccato le vite di molti, si spera che anche questo Anno Santo possa avere effetti duraturi nel tempo. “Il volontario che viene qui è chiamato, al ritorno, ad essere pellegrino di speranza – afferma Lucente - quindi testimoniare che, sì, ha permesso a molti di vivere in maniera profonda il pellegrinaggio, ma anche lui stesso ha vissuto un’esperienza di speranza da portare indietro a casa”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui