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Un paziente pediatrico dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma durante un incontro coi piloti del 31° Stormo Un paziente pediatrico dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma durante un incontro coi piloti del 31° Stormo

Giubileo delle Forze armate, portare in volo la speranza

I piloti del 31.mo Stormo di Ciampino ieri in Piazza con Papa Francesco per rinnovare la loro missione a servizio della pace e per il bene della collettività. Un reparto dell’Aeronautica Militare che svolge compiti di trasporto e soccorso di persone che necessitano urgenti cure mediche. Il comandante Angori: “Salvare vite è un privilegio ma anche una grande responsabilità, ogni giorno accogliamo la sofferenza per trasformarla in speranza”

Cecilia Seppia – Città del Vaticano

Li chiamano “gli angeli del cielo” perché sfrecciano tra le nuvole lottando contro il tempo ma nessuno più di loro ha i piedi ben piantati a terra e la testa attaccata al collo. Sì, perché per salvare persone in giro per il mondo, per trasportare pazienti - spesso bambini - che si trovano in imminente pericolo di vita, che sono in attesa di un trapianto di organi o coinvolti in situazioni di alto rischio, dovuto a un'alluvione, un terremoto o una qualche altra catastrofe naturale, i piloti del 31° Stormo di Ciampino sono addestrati non solo a volare ma ad agire con estrema lucidità e rigore. “Dietro il nostro operato c’è una regia complessa e un fortissimo lavoro di squadra, niente è lasciato al caso, a noi è affidato il compito e il privilegio di custodire la vita”, dice Marco Angori che di questo reparto dell’Aeronautica Militare è il Comandante.

Accogliere la sofferenza e trasformarla in speranza

Sulla sua scrivania, il colonnello Angori, classe 1977, ha la foto di una bimba di pochi mesi che sorride nonostante la cannula tracheale: è stata scattata durante uno degli innumerevoli viaggi fatti per il trasporto urgente di pazienti pediatrici e non che versano in gravi condizioni e necessitano di cure mediche imminenti pena la morte. “Il primo impatto di quando si vede questa immagine è un impatto molto violento, che ferisce  - racconta Angori - perché rappresenta il dramma della sofferenza in quel corpo minuscolo. Poi però, se si guarda bene il viso c’è anche un accenno di sorriso, seppure lieve, e in quel sorriso si può leggere tutta la forza della speranza. E secondo me è proprio questo l’aspetto che caratterizza la nostra attività, perché noi in qualche modo, accogliamo questa sofferenza e cerchiamo di trasformarla in speranza”, la grande virtù che il Papa ha voluto al centro di questo Giubileo.

Uno dei trasporti sanitari d'urgenza
Uno dei trasporti sanitari d'urgenza

Costruire la fiducia dei cittadini verso lo Stato

Correndo, anzi volando contro il tempo, la flotta aerea del 31° Stormo 24 ore su 24, di notte e di giorno e in ogni condizione di visibilità, attraversa il cielo per missioni come questa, salvando la vita a centinaia, anzi migliaia di persone.  “Io questa foto - prosegue Angori - cerco di farla vedere a tutti i nuovi assegnati allo Stormo, proprio perché devono comprendere da subito l’enorme senso di responsabilità che hanno e il fatto che è un gioco di squadra perfettamente sincronizzato anche con il personale di terra. Attraverso il trasporto sanitario d’urgenza e quello umanitario, in qualche modo rappresentiamo in prima persona lo Stato che spesso viene visto un po’ distante dal cittadino. Invece noi nel momento più difficile e delicato della vita di una persona - immagini un genitore di fronte alla sofferenza, alla malattia del proprio figlio – abbiamo un effetto fondamentale anche nel costruire la fiducia dei cittadini nei confronti dello Stato stesso. Quindi non solo le manovre di salvataggio ma anche le parole che i nostri equipaggi usano, i gesti, i sorrisi di conforto, esercitano sicuramente un'influenza notevole e di questo dobbiamo esserne consapevoli perché significa assumersi una grande responsabilità. Ma a questa responsabilità, si accompagna anche un privilegio che è quello di salvare vite umane che poi da sempre è la cifra che caratterizza questo Stormo ma anche altri reparti come la 46° Brigata aerea di Pisa, il 14° Stormo di Pratica di Mare e il 15° Stormo di Cervia”.

A servizio della vita fino al sacrificio

Più volte il Papa incontrando delegazioni dell’Aeronautica Militare che a ben vedere è molto più delle meravigliose acrobazie delle Frecce Tricolori o del boato assordante dei caccia Eurofighter, ha definito i piloti “custodi della vita, della giustizia e della pace” e il Giubileo delle Forze Armate appena celebrato con il pellegrinaggio alla Porta Santa e la Messa presieduta dal Pontefice in Piazza San Pietro davanti a oltre 40mila uomini e donne in uniforme provenienti dai cinque Continenti, è stato occasione per rinnovare questi “voti” di servizio non alle armi, ma alla pace vera, alla fratellanza umana, e alla giustizia. “Il Giubileo oltre che un momento di preghiera - prosegue Angori - è anche sicuramente un’opportunità per una riflessione profonda su quelli che sono temi cruciali per l’umanità di fronte all’orrore della guerra. Perciò come Forze Armate partecipiamo a questo momento, portando quello che è il nostro bagaglio di valori, di esperienze, ma soprattutto quello che è il nostro spirito di servizio in favore della comunità per ridare speranza e favorire fiducia anche tra i popoli. In questa stagione di crisi globale che stiamo vivendo, l’Aeronautica Militare è impegnata in numerose attività per salvaguardare e ripristinare la pace in tantissime aree a rischio, Gaza compresa, e lo facciamo portando appunto aiuti umanitari, cibo, acqua, medicine, beni di prima necessità a chi ha perso tutto, e a volte anche pagando con il prezzo della vita, come fu per i 13 militari italiani, aviatori della 46° Brigata di Pisa uccisi a Kindu in Congo, durante un trasporto umanitario sotto l’egida dell’Onu l’11 novembre del 1961. La nostra storia è costellata di eventi di dolore e lutto. Ma guardando a quel sacrificio umano e all’esortazione di Papa Francesco è un rischio che dobbiamo correre”.

Il Comandante Angori insieme ad altri piloti al Bambino Gesù di Roma
Il Comandante Angori insieme ad altri piloti al Bambino Gesù di Roma

A fianco dell’Ospedale Bambino Gesù e in volo con Papa Francesco

Le ambulanze del Cielo e dunque il trasporto non solo dei pazienti ma talvolta anche di intere equipe mediche e di organi non sono la sola attività di competenza dello Stormo di Ciampino che si occupa anche degli spostamenti in volo delle più alte cariche dello Stato e di autorità, tra cui Papa Francesco che nei suoi viaggi brevi in Italia viene portato da un pilota e da un mezzo del 31°: un elicottero che decolla e atterra dentro le mura vaticane direttamente dall’eliporto della Santa Sede, realizzato nel 1976 con Paolo VI e dal settembre 2015, in seguito ad un accordo tra il Governatorato e l’Ospedale Bambino Gesù di Roma, viene utilizzato anche per i bimbi gravemente malati che in questo polo pediatrico d’eccellenza, di cui tra l’altro l’Aeronautica è partner in un progetto di solidarietà e raccolta fondi, arrivano da tutta Italia e spesso anche da altri Paesi.

Culle termiche a bordo dei mezzi del 31° Stormo
Culle termiche a bordo dei mezzi del 31° Stormo

“E’ un grande impegno per noi e un privilegio poter viaggiare con Papa Francesco che ho avuto personalmente l’onore di incontrare più volte. Il Santo Padre si è sempre dimostrato molto attento, curioso e anche riconoscente, in particolar modo per quanto riguarda le attività del trasporto sanitario d’urgenza, spesso ha domandato anche se le nostre famiglie vivessero con apprensione quello che facciamo. E a tal proposito voglio ricordare anche lo sforzo e l’impatto che la nostra missione ha sulle nostre famiglie, perché tutto quello che noi facciamo non è frutto di improvvisazione, lo ripeto. C'è un dietro le quinte rigoroso, c’è l’arma che serviamo certo, c’è l’addestramento continuo ma ci sono anche sacrifici personali e soprattutto familiari. Il Giubileo è anche per loro, per le nostre mamme, papà, figli, mogli, mariti che vivono in apprensione per noi ma consapevoli del fatto che comunque tutto questo sforzo, questo sacrificio non è mai stato così necessario come adesso nella storia”.

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