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L'arcivescovo Paul Richard Gallagher alla Conferenza sul disarmo di Ginevra L'arcivescovo Paul Richard Gallagher alla Conferenza sul disarmo di Ginevra

Gallagher: servono azioni coraggiose per un disarmo equilibrato e completo

A Ginevra, per la Conferenza sul disarmo, l’arcivescovo segretario per i Rapporti con gli Stati ribadisce “l’immoralità” della proliferazione nucleare e avverte sui rischi di nuovi conflitti legati allo spazio extra-atmosferico e all’IA. “Costruiamo fiducia, rafforziamo sicurezza e responsabilità collettiva”

Edoardo Giribaldi – Città del Vaticano

“Ingannevole” e, allo stesso tempo, “controproducente”, supporre che la pace e la sicurezza di alcuni possano prevalere su quelle comuni, universali. Utilizza le parole di Papa Francesco - del quale porta i “cordiali saluti” - l'arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, per riaffermare l’impegno della Santa Sede a lavorare con “azioni coraggiose” che portino ad un “disarmo generale, equilibrato e completo”. L’occasione è la conferenza annuale sul tema, in corso oggi, 26 febbraio, a Ginevra.

Partecipazione comune al disarmo

Gallagher apre il suo intervento evidenziando lo “stallo” che ha caratterizzato i lavori della Conferenza negli ultimi anni, impedendo l'adozione di nuovi “strumenti multilaterali per il disarmo”. Un blocco che stride con la cruciale importanza del tema, che riguarda direttamente tutti i popoli del mondo, i quali, afferma l’arcivescovo, hanno “il dovere, oltre al diritto” di partecipare ai negoziati.

L'immoralità delle testate nucleari

La prima istanza sollevata è quella delle armi nucleari. La loro “minaccia di annientamento totale”, come già denunciato dal Papa, è incompatibile con la costruzione di una pace universale. Il continuo ammodernamento e l’espansione di questi arsenali si accompagnano a una crescente escalation di “retorica e minacce sul loro impiego”. Diventa quindi fondamentale avviare negoziati per ridurre ed eliminare “l’immorale”, così l’ha definita Francesco, produzione e detenzione di armi nucleari.

Scopi pacifici per lo spazio extra-atmosferico

La riflessione del segretario per i Rapporti con gli Stati non si limita ai conflitti terrestri: si estende anche allo spazio extra-atmosferico; un ambito che, sottolinea, deve restare riservato a scopi pacifici, favorendo lo “sviluppo integrale”, la “ricerca scientifica” e “l’istruzione”. Tuttavia, gli avanzamenti tecnologici hanno superato i “quadri normativi internazionali”, aumentando così “instabilità e imprevedibilità”. Per questo, l’aggiornamento del diritto spaziale non può più essere rimandato e deve concentrarsi sulla proibizione dello “sviluppo” e della “sperimentazione” di armi antisatellite.

l'arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali alla Conferenza sul Disarmo
l'arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali alla Conferenza sul Disarmo

I rischi dell'IA nei conflitti

In ultimo, ma non meno importante dato l’impegno della Santa Sede sul tema, l’arcivescovo ha ammonito sull’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale “nell’immensa tragedia della guerra”. Francesco, riprendendo la recente nota sul rapporto tra IA e intelligenza umana, Antiqua et Nova, aveva osservato la “minore percezione della devastazione” causata da operazioni militari condotte tramite impianti "di controllo remoto”. I cosiddetti sistemi di arma letali autonomi (Lethal Autonomous Weapon Systems – LAWS), capaci di identificare e colpire obiettivi senza il controllo umano diretto, rappresentano un “grave motivo di preoccupazione etica”, poiché essi, come affermato dal Papa mancano della “esclusiva capacità umana di giudizio morale e di decisione etica”. “Nessuna macchina”, afferma Gallagher, citando ancora Francesco, “dovrebbe mai scegliere se togliere la vita ad un essere umano”.

Un fondo solidale utilizzando le spese militari

Monsignor Gallagher conclude rilanciando l’appello del Pontefice a ridurre le spese militari, destinandone una percentuale fissa alla creazione di un Fondo mondiale per l’eliminazione della fame e il sostegno all’istruzione e allo sviluppo sostenibile nei Paesi più poveri, con un’attenzione particolare alla lotta al cambiamento climatico. Le spese per gli armamenti, sottolinea, “spesso superano di gran lunga” quanto necessario per garantire la legittima difesa. Per questo, la via da seguire è quella di una “logica dell’incontro”, che rifiuti quella “dello scontro”.


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