Zoom - SINFOLLYWOOD con GAETANO RANDAZZO - 2
ZOOM - di Luigi Picardi
Secondo appuntamento, sempre in collegamento da Palermo, con GAETANO RANDAZZO, direttore d'orchestra, arrangiatore e compositore, per continuare la presentazione di SINFOLLYWOOD” - Tribute to Henry Mancini at 100s” (Kelidon Entertainment), il nuovo album dello stesso Randazzo. Spiega Gaetano Randazzo a proposito del disco: “La scelta di dedicare un album ad Henry Mancini è stata dettata dalla passione e stima musicale che da sempre nutro nei confronti di un grande Maestro come lui. Dare luce a questa produzione è stato un rischio enorme, e lo è ancora, poiché produrre la musica presso gli studios, circondarsi di collaborazioni con solisti e colleghi molto bravi e talentuosi mette a dura prova la tenuta della resa musicale nel suo complesso percorso di produzione. Si è costretti a fare delle scelte, e il risultato finale è comunque un felice compromesso tra la mia idea musicale ed artistica, di stile e di “piglio” esecutivo direttoriale, e le problematiche concrete delle esecuzioni durante la registrazione, l’editing ed il mixing. Il rischio, dunque, rimane perché, quando l’album è pronto, lo si mette inevitabilmente a confronto con la storia, e con tutti coloro che hanno arrangiato gli stessi pezzi contenuti nell’album Sinfollywood. La scelta da me fatta dell’orchestra, degli studios e di tutti i solisti doveva tenere un livello alto e soprattutto doveva reggere il confronto con la musica di Mancini, che lui stesso ha prodotto e arrangiato in diverse versioni con una genialità che solo pochi possono permettersi. Talvolta è più semplice scrivere musica originale che arrangiare lo stesso brano in vari stili e formazioni diverse e a livelli musicali altissimi. Quindi è stato ancora più complesso trovare soluzioni creative che non annoino l’ascoltatore e diano qualcosa in più di quanto sia stato già fatto e realizzato. La particolarità del mio percorso artistico è stata quella di toccare vari ambiti stilistici con la musica dello stesso compositore, creare un tessuto musicale adeguato a solisti così diversi tra loro, ma tutti funzionali l’un l’altro, uniti per creare quelle combinazioni strumentali solistiche assai rare da realizzare”.