A Papa Leone disegni, poesie e canzoni di donne recluse in Germania
Rosario Capomasi - Città del Vaticano
Il 26 dicembre dello scorso anno Papa Francesco ha voluto aprire, come seconda dopo quella di San Pietro, la Porta Santa del carcere romano di Rebibbia, forte atto simbolico di vicinanza ai detenuti. A distanza di quasi un anno Leone XIV, al termine dell’udienza generale in una piazza San Pietro gremita di fedeli infreddoliti sotto un cielo terso, ha ricevuto a sua volta in dono un libro che esprime in vari modi i sentimenti di donne recluse in Germania. Nel testo sono raccolti dipinti, tiflessioni, poesie e canzoni in cui ritorna spesso la parola hoffnung, “speranza”. Nell’imminenza del Giubileo dei detenuti che si terrà a Roma dal 12 al 14 dicembre, "il nostro regalo al Pontefice - spiega Doris Schäfer, responsabile delle relazioni internazionali in seno alla Pastorale carceraria tedesca e segretario generale ad interim dell’International Commission for Catholic Prisoners Pastoral Care (Iccppc), accompagnata da monsignor Ulrich Boom, già vescovo ausiliare di Würzburg - vuole testimoniare il desiderio di rinascita, la voglia di riscatto di queste persone per riabbracciare di nuovo una vita serena che un giorno, per diversi motivi, hanno allontanato da sé con un atto nocivo nei confronti del prossimo. Il sorriso del Papa - aggiunge - ha oggi inondato di serenità i nostri cuori".
Sette suore da Tabgha
Dal monastero della “Moltiplicazione dei pani e dei pesci” a Tabgha, in Israele sono giunte stamane in piazza sette suore benedettine insieme con il cappellano, fra Renato Santos, per il loro pellegrinaggio giubilare. "Essere qui davanti al Papa - spiega la superiora Mary Leah Relatado - è anche un modo per pregare insieme per la pace in Medio Oriente. Noi sorelle oggi siamo una piccola presenza in una piazza in cui si respira grande spiritualità, quella spiritualità fatta di invocazioni al Signore che segna il percorso di speranza di ogni cristiano".
Uno studio sul Concilio
L’8 dicembre di sessant’anni fa si concludeva il Concilio Vaticano II. Per approfondire il significato che questo evento rappresenta per la Chiesa del XXI secolo erano presenti all’udienza dodici membri della “Intercontinental Commentary Foundation”, formata 150 teologi di tutto il mondo che dal 2016 stanno lavorando a un commentario in dodici volumi. "Oggi abbiamo presentato al Pontefice i sei tomi pubblicati finora - chiarisce Kurt Vellguth, uno dei curatori del progetto - che, insieme agli altri saranno disponibili sia in versione cartacea sia gratuitamente online, al fine di garantire l’accesso a tutti gli studiosi interessati".
Proprio sulla scia del Vaticano II, don Giuseppe Guliti, parroco di Santa Maria dell’Idria a Viagrande, in provincia di Catania, ha portato a Leone XIV per la benedizione, oltre alla croce pettorale che adorna la statua di san Mauro abate, patrono del comune etneo, "l’anello donato da san Paolo VI, terminata l’assise conciliare, all’allora arcivescovo cistercense di Catania, Guido Luigi Bentivoglio. Quest’ultimo lo volle donare a sua volta al santo patrono di Viagrande", precisa il sacerdote.
In supporto dei minori in situazioni di disagio
Da più di 70 anni, invece, si occupa di supportare minori disagiati l’organizzazione “A Chance in Life”, nata in Italia su ispirazione di monsignor John Patrick Carroll-Abbing, che nel secondo dopoguerra si dedicò all’assistenza di ragazzi orfani e sbandati fondando nel 1953 la “Città dei ragazzi” a Civitavecchia. "Da qui, visti i grandi risultati avuti nell’educazione di giovani sfortunati - racconta Gabriele Del Monaco, presidente e direttore esecutivo - è sorta la nostra organizzazione che ha sede a New York e gestisce altre simili realtà in 14 altri Stati nel mondo, provvedendo a coordinare programmi educativi".
Sullo stesso piano opera il “Centro ambulatoriale di riabilitazione Giovanni Paolo I”, inaugurato lo scorso novembre alla presenza del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. La struttura, gestita dalla cooperativa sociale Medihospes, aderente al consorzio La Cascina, ha come scopo offrire supporto a giovani e adulti che necessitano di percorsi psico-fisici personalizzati. A rallegrare Papa Leone stamane anche i parrocchiani di Sant’Aurea a Ostia, retta dal 1914 dai religiosi agostiniani, accompagnati dal vicegerente della diocesi di Roma, il vescovo Renato Tarantelli Baccari. Presenti infine alcuni fedeli dell’isola di Ventotene la cui patrona, santa Candida, era raffigurata su una grande croce relizzata in materiale gonfiabile.
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