Ucraina, Leone XIV: l’Europa ha un ruolo importante per la pace, non è realista escluderla
Vatican News
L’Ucraina, la guerra, il piano di pace, il ruolo dell’Europa e un suo possibile viaggio nel Paese. Poi il trasferimento nel Palazzo Apostolico e la visita a Sultan Ahmed “Moschea Blu” di Istanbul. Come ogni martedì, Leone XIV conclude la sua giornata di riposo e lavoro a Castel Gandolfo con l’incontro con un gruppo di giornalisti che lo attende fuori da Villa Barberini. Il Pontefice, salutato dai cori della gente radunata per strada, risponde alle domande sulla stretta attualità, a cominciare dall’udienza di questa mattina, proprio a Castel Gandolfo, con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Il tema principale è la questione della guerra, dei modi per cercare un accordo, un cessate il fuoco. Abbiamo parlato specificamente della questione dei bambini sequestrati, dei prigionieri, come la Chiesa può aiutare a riportare in Ucraina i bambini soprattutto”, spiega il Papa.
La Santa Sede disponibile per i negoziati
Ribadisce poi che “la Santa Sede è disponibile per offrire spazio e opportunità per trattative e negoziazioni”. “Fino ad adesso non è stata accettata l'offerta, però siamo disponibili a cercare una soluzione e una pace, duratura e anche giusta”, rimarca Leone XIV. Sull’invito reiterato da Zelensky a visitare l’Ucraina - un “segnale forte di sostegno alla popolazione”, come scriveva il presidente oggi su X – Papa Leone risponde: “Spero di sì, non so quando. Bisogna essere anche realisti in queste cose, magari si potrà fare”.
Il lavoro per il rimpatrio dei bambini
Ancora sull’Ucraina, il Pontefice chiarisce che il lavoro per il rientro dei bambini ucraini da parte della Santa Sede “purtroppo è molto lento” e “viene svolto dietro le quinte”. “Quindi preferisco non commentare, ma continuare a lavorare su questo, per cercare di riportare quei bambini alle loro case, alle loro famiglie”, afferma. E dice di non voler commentare neppure il piano di pace proposto dal presidente Usa, Donald Trump, spiega di non averlo ancora letto tutto. “Purtroppo, credo che alcune parti di ciò che ho visto apportino un enorme cambiamento a quella che per molti, molti anni è stata una vera alleanza tra Europa e Stati Uniti. Le osservazioni fatte sull'Europa, anche nelle interviste recenti, credo stiano cercando di smantellare quella che ritengo debba essere un'alleanza molto importante oggi e in futuro”.
L'importanza del ruolo dell'Europa
E proprio sul ruolo dell’Europa nel processo di pace, messo in discussione da Trump, si sofferma quindi il Papa. Una questione sulla quale si era già espresso sul volo di ritorno da Beirut a Roma nel recente viaggio apostolico. “Penso che il ruolo dell’Europa è molto importante e l’unità dei Paesi europei è veramente significativa, specialmente in questo caso”, sottolinea. “Cercare un accordo di pace senza includere l’Europa nelle conversazioni non è realista. La guerra è in Europa e penso che sulle garanzie di sicurezza che si cercano oggi e nel futuro, l’Europa deve farne parte”. “Purtroppo – aggiunge il Papa - non tutti lo capiscono così, però penso che ci sia un’opportunità molto grande per l’idea dell’Europa di unirsi e di cercare insieme soluzioni”.
La visita nella "Moschea Blu" di Istanbul
Con lo sguardo ancora al viaggio in Türkiye e Libano, il Pontefice si sofferma – a domanda dei giornalisti – sulla visita alla “Moschea Blu” di Istanbul, vissuta “in silenzio, in spirito di raccoglimento e in ascolto, con profondo rispetto del luogo e della fede di quanti si raccolgono lì in preghiera”, come riferito quel giorno dalla Sala Stampa della Santa Sede. La domanda dei cronisti è perché non abbia pregato “almeno visibilmente” come invece avevano fatto i predecessori. “Ma chi ha detto che non ho pregato? Cioè, hanno detto che non ho pregato, ma io ho dato una risposta già sull’aereo, ho menzionato un libro (La pratica della presenza di Dio di fratel Lawrence), può darsi che stia pregando anche in questo momento”. “Io preferisco pregare in una Chiesa cattolica nella presenza del Santissimo Sacramento”, conclude Papa Leone, giudicando “curioso” quanto riportato su quel momento in Moschea.
Il trasferimento nel Palazzo Apostolico
Infine, tra le domande più personali, quella sul suo trasferimento nel Palazzo Apostolico vaticano. Com’è noto il Papa vive ancora, dal giorno dell'elezione al Conclave, nel suo appartamento nel Palazzo del Sant’Uffizio. Quando si trasferirà nell’appartamento papale e con chi? “Non c'è data ancora, sto bene dove sto vivendo, nel Santo Uffizio”, risponde il Papa, spiegando che al momento con lui vivono i segretari particolari: “Non ci saranno altri”.
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