Leone XIV: l'arte e la musica riscattino milioni di bambini a cui è negata un'educazione
Daniele Piccini – Città del Vaticano
Il Concerto di questa sera è occasione di sensibilizzazione e impegno in ambito educativo: nel mondo, infatti, milioni di bambini e bambine sono esclusi da qualsiasi percorso di scolarizzazione.
Nelle armonie, nei fraseggi, nelle melodie e nei contrappunti della musica che questa sera, 12 dicembre, riempiono le architetture dell’Aula Paolo VI, anch'esse "musica congelata", Leone XIV non vede solo una forma di intrattenimento edificante per lo spirito, ma un’occasione di riscatto. Salutando i partecipanti al Concerto di Natale, diretto dal maestro Riccardo Muti insieme all’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” e al Coro della Cattedrale di Siena “Guido Chigi Saracini”, il Pontefice ricorda infatti il dramma di milioni di bambini - circa 250 milioni secondo le stime più recenti di Unesco e Unicef – che non hanno accesso all’alfabetizzazione.
Avere a cuore l’educazione dei giovani
A fronte di questa lesione dei diritti umani e della giustizia sociale, il Papa indica una possibile speranza “nella nascita dell’Osservatorio sulla diseguaglianza e l’accesso universale all’educazione, annunciato in occasione del recente Giubileo del Mondo Educativo”.
LEGGI IL DISCORSO INTEGRALE DI LEONE XIV AI PARTECIPANTI AL CONCERTO DI NATALE
Il Dicastero per la Cultura e l’Educazione sta aggregando attorno a questo progetto quanti hanno a cuore l’educazione dei giovani, a cominciare dalla Galileo Foundation, che ha manifestato la propria adesione attraverso il sostegno a questa serata e ai progetti educativi della Fondazione Gravissimum Educationis.
La musica racconta la dignità dell’uomo
Ed è infatti un’orchestra di giovani talenti musicali a mettere a frutto stasera anni di applicazione e di studio, eseguendo la Messa per l’incoronazione di Carlo X, scritta nel 1825 dal compositore fiorentino Luigi Cherubini. Proprio la musica, che il Papa definisce - sulla scorta del trattato “De Musica” di Sant’Agostino - “una via privilegiata per comprendere l’altissima dignità dell’essere umano e per confermarlo nella sua più autentica vocazione”, stride con l’offesa inferta a milioni di bambini cui è negato l’accesso all’educazione.
La responsabilità etica nell’arte
La musica, ricorda ancora il Papa, rapiva e affascinava anche il suo predecessore Francesco, che vedeva nell’arte musicale “una responsabilità etica” perché è in grado di “donare a chi la coltiva uno sguardo saggio e pacato, con cui più facilmente si superano divisioni e antagonismi”, come diceva nel giugno 2024 nel discorso ai partecipanti al IV Incontro internazionale delle corali. La musica è dunque in grado di preparare ed aprire le persone al dialogo, limandone le asperità e predisponendole alla verità e alla pace.
Armonizzare significa tenere insieme differenze che potrebbero scontrarsi, permettendo loro di generare un’unità superiore. Anche il silenzio concorre a questo scopo: non è assenza, è preparazione, perché in esso si forma la possibilità della parola, nella pausa affiora la verità.
Il Bene e il Bello
Durante l'evento in Aula Paolo VI, Papa Leone conferisce al maestro Riccardo Muti il Premio Ratzinger 2025, quale “segno di apprezzamento per una vita interamente consacrata alla musica, luogo di disciplina e di rivelazione”. Se Sant'Agostino collegava la musica “all’arte di guidare il cuore verso Dio”, analogamente, anche Benedetto XVI, evidenzia Leone XIV, “nella musica cercava la voce di Dio nell’universo” e amava ricordare che “la vera bellezza ferisce, apre il cuore, lo dilata”. Inserendosi così nel solco del pensiero occidentale da Platone a Papa Ratzinger, Leone XIV ribadisce dunque la stretta parentela tra "Bene" e "Bello", connubio che il direttore d’orchestra di questa sera ha saputo declinare con generosità, lungo la sua carriera.
Maestro Muti, il suo modo di interpretare la direzione, arte dell’ascolto e della responsabilità, trova riscontro anche nella Sua naturale inclinazione alla formazione. Lo dimostrano il Suo legame con i conservatori italiani e la pratica delle “prove aperte”, offerte come forma di condivisione, dove ogni gesto è un atto di fiducia, un invito più che un comando.
Da qui, il ringraziamento del Pontefice alla Orchestra giovanile Luigi Cherubini, "il cui coinvolgimento ha permesso di dare voce al talento e alla creatività giovanile", e al Coro Guido Chigi Saracini della Cattedrale di Siena”. Infine a tutti i partecipanti, “nell’imminenza del Santo Natale”, l’invito a "perseverare nella preghiera perché Dio ci faccia dono della pace”.
Ogni bambino senza educazione è una "ferita aperta"
Anche il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l'Educazione, intervenendo dopo l’esecuzione del Concerto, ha sottolineato come negare il diritto all’educazione a milioni di bambini li privi della possibilità di sviluppare i loro “talenti”. “Tra i doni più preziosi della serata – ha detto il porporato - c’è il protagonismo dei giovani musicisti. Vederli suonare con competenza, disciplina e passione è un segno eloquente. Mentre celebriamo ciò che la musica può offrire ai giovani attraverso l’educazione e la formazione, non possiamo ignorare la realtà drammatica del mondo: 61 milioni di bambini non possono andare a scuola e 161 milioni non hanno accesso all’istruzione secondaria. Questi numeri sono ferite aperte: attese, talenti, frammenti di futuro che rischiano di spegnersi. È a loro – ha concluso il prefetto del Dicastero per la Cultura e l'Educazione - che stasera il concerto dà voce: un appello e un invito all’azione affinché ogni bambino possa studiare. È l’impegno della Fondazione Gravissimum Educationis”.
La "sintonia" tra Muti e Ratzinger
Padre Federico Lombardi, presidente del Premio Ratzinger, ha motivato in questo modo l’assegnazione al Maestro Muti dell'edizione 2025 dell'onoreficenza intitolata a Benedetto XIV: “La profondità della sua interpretazione della musica sacra e religiosamente ispirata continuano a nutrire e ad elevare il rapporto fra l’arte della musica, la Chiesa, la fede. La reciproca stima e sintonia fra il Maestro Muti e il Papa Benedetto XVI, espressa anche nei loro incontri personali, rende del tutto appropriato, e in certo senso doveroso, attribuire al Maestro il riconoscimento che porta il nome del Papa teologo e musicista".
Mozart, espressione dell’esistenza di Dio
Il Maestro Riccardo Muti, davanti a Papa Leone XIV, ha ringraziato per aver ricevuto il Premio Ratzinger: “Dal primo momento, da quando lei ha cominciato ad esternare i suoi propositi - ha detto al Pontefice - io l’ho amata. Sono stato inoltre per anni direttore dell’Orchestra di Chicago che è la sua città natale. Il mio rapporto con Benedetto XVI è stato un rapporto di un cattolico fervente con un grande teologo. L’ultimo incontro è stato quando padre Georg Gänswein mi chiamò e mi disse che il Papa voleva salutarmi. Io cerco di fare nella musica quello che Dante chiama 'rapimento e non comprensione'. Mozart, secondo me, è una delle espressioni dell’esistenza di Dio. Parlammo di tutte queste regie che certe volte infangano questo tessuto straordinario del velo di Mozart. Alla fine di quel nostro incontro, quando lasciai la sua stanza, Benedetto XVI, con i suoi occhi celesti mi disse: 'Lasciamolo riposare in pace questo povero Mozart'”.
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