Cerca

Il Papa e il metropolita Emmanuel di Calcedonia durante il simposio ecumenico dedicato ai 1700 anni del Concilio ecumenico di Nicea Il Papa e il metropolita Emmanuel di Calcedonia durante il simposio ecumenico dedicato ai 1700 anni del Concilio ecumenico di Nicea  (@Vatican Media)

Il Papa a Nicea, il metropolita Emmanuel: accogliamo con gioia la sua visita

Dopo l’annuncio del primo viaggio del Pontefice in Turchia dal 27 al 30 novembre, il metropolita di Calcedonia sottolinea l’importanza di continuare ad approfondire i rapporti tra le due Chiese: “Grazie a questi scambi, riusciamo a stabilire legami molto più profondi che ci aiuteranno a realizzare la volontà di Cristo stesso affinché tutti siano uno”

Delphine Allaire – Città del Vaticano

Tra i più stretti collaboratori del patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, il metropolita Emmanuel di Calcedonia spiega l’importanza simbolica e cruciale dei legami tra i Successori di Pietro e i patriarchi di Costantinopoli per il cammino verso l’unità, alla luce anche dell'annuncio del primo viaggio apostolico che Leone XIV si appresta a compiere in Turchia, dal 27 al 30 novembre.

Cosa rappresenta per lei la visita di Leone XIV, proprio in questa data, a İznik (Nicea), città che sarà la prima tappa all’estero del suo pontificato?

Si tratta di una visita al Patriarcato Ecumenico, su invito di Sua Santità il Patriarca Bartolomeo, per un pellegrinaggio congiunto volto a celebrare i 1700 anni del Primo Concilio ecumenico di Nicea. Accogliamo questa visita con grande gioia. Gli scambi e le visite dei Papi alla Chiesa di Costantinopoli a Istanbul hanno inizio con Paolo VI. Finora, la visita papale si era limitata ad Ankara, la capitale, e poi a Istanbul per l’incontro con il Patriarcato Ecumenico e le comunità cattoliche. Per questo motivo Nicea non era mai stata all’ordine del giorno, ma il 17.mo centenario del Concilio del 325 ci offre oggi l’opportunità di questa visita congiunta. Sarà una celebrazione alla quale parteciperanno anche altri invitati, primati e delegati fraterni delle altre Chiese cristiane, poiché questo Concilio è quello che ha redatto i primi sette articoli del Credo. I restanti cinque furono completati dal secondo Concilio ecumenico del 381. Il Concilio di Nicea ha avuto un'importanza fondamentale per la nostra fede e per il dogma. In particolare per il Credo, che è comune a tutti i cristiani.


Come sono oggi i rapporti tra la Chiesa cattolica e la Chiesa greco-ortodossa?

I rapporti tra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Costantinopoli sono eccellenti. Il dialogo continua. Il dialogo teologico sta facendo progressi. Non solo con il Patriarcato Ecumenico, ma con tutte le Chiese ortodosse autocefale. Abbiamo ancora dei punti da chiarire, ma abbiamo compiuto grandi progressi finora, grazie alle iniziative degli ultimi decenni, dopo la revoca degli anatemi del 1054 – di cui celebriamo quest’anno il 60.mo anniversario – che dimostrano che abbiamo comunque superato molti ostacoli. Siamo sulla buona strada verso la realizzazione, spero in un futuro prossimo, della comunione tra le nostre due Chiese sorelle.

Il patriarca Bartolomeo ha coltivato numerose amicizie con gli ultimi Papi: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e soprattutto Francesco. Cosa può dirci di questi legami personali e amichevoli? Possiamo anche risalire a Paolo VI e Atenagora...

È infatti con Paolo VI e Atenagora che questi rapporti sono iniziati, grazie all’incontro a Gerusalemme nel 1964. Anche durante i pontificati di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, questi contatti – fatti di visite reciproche e scambi – hanno mostrato che i rapporti personali e la conoscenza reciproca sono necessari per far avanzare il dialogo. Non si tratta solo di un dialogo a livello teorico, ma avanza anche sul piano pratico.

Dal 1964 ad oggi, 2025. Dopo lo “spirito di Gerusalemme”, soffierà ora lo “spirito di Nicea”?

Assolutamente, sì. Basta vedere come, a partire dall’incontro di Gerusalemme del 1964 e dalla revoca degli anatemi nel 1965, si sia aperta una nuova fase nei rapporti tra le nostre due Chiese. Questo dimostra che esiste un futuro possibile. C’è sicuramente ancora del lavoro da fare, ma al momento c’è una migliore conoscenza reciproca. Mentre per molto tempo c’è stata tanta ignoranza… Oggi entriamo in un periodo in cui accettiamo l’altro, lo conosciamo meglio, e, grazie a questi scambi, riusciamo a stabilire legami molto più profondi che ci aiuteranno a realizzare la volontà di Cristo stesso affinché tutti siano uno.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

08 ottobre 2025, 13:32