In piazza a pregare per il Papa, Parolin: “Lo sosteniamo nella prova, recuperi la salute”
Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
Nella stessa piazza in cui il primo giorno da Pontefice benedisse il popolo e ne chiese la benedizione, oggi quello stesso popolo si ritrova a pregare per il suo pastore, Papa Francesco, per la sua salute, perché guarisca presto e perché torni tra la gente. Giovani, famiglie, sacerdoti, suore, cardinali residenti a Roma, capi Dicastero e membri della Curia romana si sono riuniti in Piazza San Pietro alle 21 di questa sera, 24 febbraio, undicesimo giorno del ricovero del Papa al Gemelli, per la recita del Rosario guidata dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, che nella sua introduzione ha chiesto di pregare perché Francesco “recuperi la salute”
Rosari e Messe da tutto il mondo
In centinaia – nonostante la pioggia pomeridiana e lo sciopero dei mezzi a Roma - hanno risposto alla convocazione, giunta stamane alle 12, a questa iniziativa che ha rinforzato la maratona di preghiera partita già da sabato in diverse diocesi del mondo. L’ultima, in ordine di tempo, l’arcidiocesi di Buenos Aires, terra natale di Jorge Mario Bergoglio, dove una Messa è stata celebrata nelle Villas Miserias. Le notizie sulla salute del Papa - con momenti di maggiore sofferenza sabato e un “lieve miglioramento” annunciato nel bollettino vaticano di questa sera - hanno scatenato da giorni un moto di affetto e vicinanza verso il Pontefice 88enne che si è concretizzato in Rosari e Messe. In quella preghiera che, sempre, sempre, alla fine di ogni discorso o catechesi ha chiesto per sé stesso perché “è come un’armatura per ogni pastore”.
Presenti cardinali e capi Dicastero
Un clima temperato, un’atmosfera intima hanno permeato la serata. Circa una trentina i cardinali seduti sul sagrato. In prima fila si riconoscevano, tra gli altri, Tagle, Ouellet, Prevost, Artime, Bagnasco, Feroci, Semeraro, Burke, Müller, Becciu. Presenti inoltre il vicario Reina e de Mendonça. Altri porporati, come il cardinale Czerny, erano seduti in mezzo alla gente. Presenti pure suor Raffaella Petrini, tra una settimana alla guida del Governatorato vaticano, e diversi collaboratori di Curia o della Diocesi di Roma.
La recita del Rosario
Dalla folla nella piazza si vedevano pendere coroncine di diversa fattura e diverso colore dalle mani dei fedeli che hanno recitato i Misteri Gaudiosi tra i canti della Schola Cantorum, le litanie e la lettura del Vangelo di Luca sull’Annunciazione. Alcuni sono rimasti tutto il tempo in piedi, altri seduti, c’era chi ha pregato in silenzio, chi sottovoce. Qualcuno ha portato la bandiera del proprio Paese, la foto del Papa (cartacea o sullo smartphone), una candela o addirittura una lanterna. Tutti hanno seguito il Rosario guardando verso il palco bianco dove il Papa presiede le Messe e le udienze del mercoledì. Questa sera lì campeggiava l’icona di Maria Mater Ecclesiae. A Lei il cardinale Parolin ha affidato Papa Francesco.
Parolin: una intensa preghiera per il Santo Padre
“Negli Atti degli Apostoli si racconta che la Chiesa pregava intensamente mentre Pietro era custodito in prigione. Da duemila anni il popolo cristiano prega per il Papa che si trova in pericolo o è infermo”, ha esordito il segretario di Stato. “Anche in questi giorni in cui il Santo Padre Francesco è stato ricoverato al Policlinico Gemelli una intensa preghiera si eleva per lui al Signore da parte dei singoli fedeli e di comunità cristiane nel mondo”.
“Da questa sera – ha annunciato Parolin - vogliamo unirci anche noi, pubblicamente, qui nella sua casa con la recita del santo Rosario. Lo affidiamo alla potente intercessione di Maria Santissima che invochiamo con il titolo di Salus infirmorum. Ella che è nostra Madre premurosa lo sostenga in questo momento di malattia e di prova e lo aiuti a recuperare presto la salute”.
L'augurio della gente
Il segno della Croce e un applauso hanno concluso la serata. Dal fondo un’eco del coro di W il Papa. Tutto è durato circa 45 minuti. Nel defluire della folla, c’era chi si è spostato nei pressi dell’obelisco ed è rimasto ancora nella piazza: suore spagnole, un gruppo di fedeli cinesi, uno ancora più nutrito di sacerdoti filippini. E pure un prete colombiano, per anni in missione in Mongolia: “È un brutto momento ma noi siamo con lui”, ha detto.
“Siamo partiti da lontanissimo, dalla periferia di Roma, ma ci volevamo essere”, hanno spiegato due ragazze, “il Papa ce la farà, ce la deve fare. Abbiamo bisogno di lui”. “È la nostra guida”, ha affermato invece una coppia venuta dal nord Italia a Roma per il Giubileo. Una donna, avvolta in un cappotto nero e un cappellino viola, ha detto di essere da giorni in apprensione per Francesco: “In mezzo a tante cose brutte e fake news che mi fanno arrabbiare, oggi si è vista la bellezza. Prego ogni giorno per il Papa a casa, è bello che l’abbiamo fatto insieme. Tanta gente.... Lui ci dice sempre ‘pregate per me’, l’abbiamo accontentato”.
Il cardinale You: speriamo che guarisca presto
Tra le foto scattate con i telefonini e le telecamere dei giornalisti, nella penombra del colonnato spiccavano gli zucchetti rossi di alcuni cardinali, fermatisi a salutare i fedeli delle proprie nazioni. Tra loro il cardinale Lazzaro You Heung-sik, prefetto del Dicastero per il Clero, circondato da giovani coreani. “Sono molto contento che il popolo di Dio, noi tutti, siamo qui per il Papa che non sta bene. Il Papa è centro del cristianesimo, della Chiesa, è il Successore di Pietro. Bisogna pregare per lui che tanto ci ha amato e anche noi dobbiamo ora dare amore al Papa. Spero che guarisca presto”, ha detto il porporato ai media vaticani.
“È importante fare quello che il Papa vuole: vivere la parola, aprire il cuore, amare gli altri, i più piccoli, i migranti, gli emarginati, i poveri. Perché noi, amando loro, amiamo Gesù. Su questo il Papa ha dato il suo esempio, sta dando il suo esempio. Dobbiamo andare avanti, insieme, per fare la Chiesa e l’umanità più bella”, ha aggiunto You. E ha voluto mandare un messaggio diretto a Francesco: “Santo Padre, io le voglio tanto bene! Una volta le ho detto sono pronto a dare la mia vita per lei e per la Chiesa. Questo lo ripeto: sono pronto a dare la mia vita per lei e per la Chiesa. Che significa amare ognuno che sia accanto a me”.
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