Il Papa al Gemelli: notte serena, colazione e lettura giornali al mattino
Salvatore Cernuzio e Edoardo Giribaldi – Città del Vaticano
Il Papa ha dormito bene, “una bella notte di sonno”, ha fatto colazione e ha letto i quotidiani "come fa abitualmente", prosegue la terapia. Sono gli aggiornamenti che il portavoce vaticano, Matteo Bruni, offre ai giornalisti presenti nella Sala Stampa della Santa Sede in merito alle condizioni del Papa, ricoverato da venerdì scorso, 14 febbraio, nel Policlinico Gemelli per curarsi da una infezione delle vie respiratorie. Già ieri una nota ufficiale della Sala Stampa informava sul miglioramento della salute generale di Francesco, che non ha presentato episodi febbrili, e del miglioramento anche di alcuni valori come certificato da esami di laboratorio. Oggi Bruni, incontrando i cronisti – alcuni dei quali hanno lamentato la diffusione di fake news sulla salute del Papa, da parte, peraltro di testate che non hanno corrispondenti a Roma o vaticanisti – conferma quanto già comunicato ieri, aggiungendo il dettaglio di una mattinata di ‘routine’ per il Pontefice, che dal suo account su X in nove lingue @Pontifex ha postato un messaggio di gratitudine per quanti si sono fatti presenti in questi giorni di ricovero con auguri e incoraggiamenti.
Fedeli riuniti al Gemelli a mezzogiorno
Il Papa, come annunciato, non ha guidato la preghiera domenicale dell’Angelus “per facilitare la ripresa” e seguire le prescrizioni dello staff medico di “riposo assoluto”. Al Gemelli, tuttavia, prima delle 12, l’ora dell’Angelus, una nutrita folla di persone si è fermata ugualmente sotto un sole che a Roma non si vedeva da giorni al lato destro della piazza dell’ospedale, dove spicca la grande statua di Giovanni Paolo II. Circa una cinquantina di coppie, gruppi, famiglie, sacerdoti, al Policlinico per una visita o il ricovero di un parente che si sono appostati al corrimano nella speranza di vedere un cenno dalle finestre del decimo piano. Dietro a loro telecamere e fotocamere dei giornalisti delle testate internazionali. Tutti erano in fila con la testa e lo smartphone puntati verso l’alto.
“Ecco, ecco, qualcosa si è mosso lì”, ha urlato all’improvviso un’anziana intorno alle 12.02 assicurando di aver notato un movimento dalle finestre. Tutti sono sobbalzati e hanno zoomato verso le finestre. “Dove? Dove?”, domandavano. Un falso allarme che però non ha frenato la fiducia in una “improvvisata”: “D’altronde questo Papa ci ha abituato a sorprese”. “Speriamo che esca il nostro Papa”, sospiravano tre donne venute da Cetraro, in Calabria, “volevamo fargli un augurio speciale di buona guarigione e soprattutto dirgli che speriamo di rivederlo presto”.
Auguri e preghiere
“Anche io vengo dalla Calabria”, ha fatto esco la signora Ermelinda, lì a fianco con il marito Franco. È al Gemelli - come racconta - per una biopsia che dovrà effettuare domattina, ma oggi, dice, non vuole pregare per lei ma per il Papa. “Siamo naturalmente in apprensione per il Santo Padre, abbiamo bisogno tanto della sua presenza e della sua benedizione per tutte le persone che soffrono. Lo stiamo ricordando tanto nella preghiera perché è l’arma più importante, il Papa ce lo chiede sempre: ‘Pregate per me’. E noi lo facciamo, vogliamo che stia bene”.
Messaggi dalla gente
Una donna con la mascherina e un Rosario argentato nelle mani è rimasta tutto il tempo in disparte. Non ha voluto proferire parola: “Solo preghiere”. Più avanti un uomo, con la figlia ricoverata da quasi un mese, aveva le lacrime agli occhi che scendevano dal volto rivolto alle finestre. Anche lui ha spiegato di voler vivere il momento dell’Angelus nel raccoglimento: per il Papa e per la bambina. “Sono qui a fare il mio dovere: pregare!”, ha esclamato invece don Jaroslaw, sacerdote polacco di Elblag ma studente a Pamplona, ora a Roma per lavoro. Con una grossa coroncina nelle mani ha chiesto di poter inviare, tramite i media vaticani, un messaggio direttamente al Papa: “Santità, le auguriamo che guarisca presto, che abbia buona salute nel corpo e nell’anima, che possa continuare a svolgere la sua missione. Le chiediamo di benedirci”. “Credo che tutti i sacerdoti oggi stiano pregando oggi per il Santo Padre”, ha aggiunto, “e che molti fedeli abbiano dedicato questo Angelus a lui”.
Dalla cappellina interna del Gemelli intitolata a Papa Wojtyla, di recente costruzione, c’era intanto un via vai di fedeli che hanno partecipato alle Messe domenicali dei francescani che servono nella Cappellania: “Abbiamo ricordato il Papa durante le celebrazioni”, spiegano. Molti si sono affrettati a uscire per essere nella piazza a mezzogiorno. L’attesa da parte di tutti è durata una ventina di minuti, trenta per i più ostinati; qualcuno è andato via con un pizzico di delusione, ma consapevole della situazione. Si è spenta l’attesa, ma non la speranza. Quale? “Di vedere il Papa riaffacciarsi dalla finestra. Ma dalla sua, non da quella di un ospedale”.
Auguri da Gaza e dal mondo
Intanto non si ferma il flusso di messaggi fatti pervenire al Papa da ogni parte del mondo. Gli ultimi, quelli dei fedeli di Gaza riportati da padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia, sui canali social da dove invita a pregare ''per la salute di Papa Francesco". La frase è accompagnata da una immagine del sacerdote che recupera una foto di Jorge Mario Bergoglio dal convento semidistrutto delle suore del Rosario di Gaza City.
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