Il Papa ai seminaristi: lasciare i primi posti, sono vicoli ciechi. Sul capo l'elmo della speranza
Edoardo Giribaldi - Città del Vaticano
Abbandonare le comodità dei primi posti, veri e propri "vicoli ciechi" dai quali è necessario fare umilmente retromarcia. Diventare, invece, portatori di una speranza che non si riduca a "mieloso buonismo" o parole gentili, ma che diventi "elmo" da indossare per affrontare le crudeltà del mondo. Con queste parole, Papa Francesco si rivolge a seminaristi e formatori del Seminario Mayor de San Pelagio, situato sulle sponde del fiume Guadalquivir a Córdoba, accolti oggi, 17 gennaio, in Sala Clementina.
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Indossare "l'elmo della speranza"
Il Papa nel suo discorso, intervallato da diversi passaggi a braccio, esorta i futuri sacerdoti a riconoscere i "segnali" della speranza. Il primo è la sua "direzione": "Il cielo, l'incontro definitivo con Gesù". Un viaggio che richiede il coraggio di lasciare scoperte le "prime posizioni", quei "posti più comodi" che Francesco paragona a strade senza sbocco da cui fare retromarcia provando "fatica e vergogna". Il Pontefice invita anche a riflettere sui "pericoli" presenti lungo il cammino. A sperimentarli in prima persona fu il giovanissimo Pelagio: "Santo bambino" originario proprio di Córdoba, decapitato nel 925 a soli 13 anni per la sua fede. Egli indossò "l'elmo della speranza" tra le sofferenze e le atrocità delle guerre che dilaniavano la Spagna dell’epoca.
Si può rendere testimonianza, si può perseverare nel cammino del Signore, convinti che Gesù vi sosterrà sempre e vi darà inoltre la forza di essere seminatori di speranza.
Cibo e riparo, quando prevale la fatica
Il terzo segnale della speranza è invece rappresentato dalle "aree di ristoro". Ciascun cammino, spiega Francesco, necessita di un sostegno, della "presenza di Colui che è la nostra unica speranza, Gesù". Egli è "cibo", attraverso la Parola e l'Eucarestia, riparo "quando foriamo in mezzo alla strada" e a prevalere è la fatica.
Senza questa speranza, metterci in cammino sarebbe una follia, ma, confidando in Lui, non abbiamo dubbi che arriveremo al porto desiderato.
Il sostegno di "una miriade di cirenei"
Seminare la speranza si eleva quindi dal mero pronunciare "parole di cortesia" o dall'ostentare un "mieloso buonismo", afferma il Papa. Il cammino è infine lo stesso percorso da Gesù, fatto di croci, ma anche del sostegno di "una miriade di cirenei".
Un cammino in cui non si può avanzare da soli, ma in comunità, guidando, difendendo, assistendo e benedicendo coloro che il Signore ci ha lasciato come compito.
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