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Sfollati sudanesi al confine con il Ciad Sfollati sudanesi al confine con il Ciad 

Droni su un asilo nel Kordofan, la guerra in Sudan miete nuove vittime innocenti

Almeno 50 persone, di cui 33 bambini, sono morti in un raid attribuito alle Forze di supporto rapido nel villaggio di Kalogi, nel centro del vasto Paese africano lacerato dall'aprile 2023 da un guerra civile che ha causato la crisi umanitaria più grave al mondo

Valerio Palombaro - Città del Vaticano

Ancora una strage di innocenti nella terribile guerra che, lontana dai riflettori mediatici, sta logorando il Sudan. Un attacco con i droni da parte dei paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf) ha colpito un asilo nella località di Kalogi, nel Kordofan meridionale. Drammatico il bilancio: almeno 50 i morti, di cui 33 bambini. 

Il racconto del personale medico

Ad aggravare la cronaca dell’accaduto, che dopo gli orrori di El Fasher torna a far riflettere sulla brutalità incontrollata di questa guerra “dimenticata”, c’è quanto riferito da fonti mediche all’agenzia Associated Press: il personale sanitario intervenuto sul luogo del raid, infatti, sarebbe stato preso di mira «da un secondo attacco inaspettato». Il bilancio delle vittime, pertanto, potrebbe essere molto più alto. Il portavoce del segretario generale dell’Onu, Stéphane Dujarric, ha condannato l’attacco nel quale hanno perso la vita bambini di soli 5 anni ribadendo che «l’uccisione e il ferimento di minori, così come gli attacchi contro scuole e ospedali, costituiscono gravi violazioni dei diritti dell’infanzia». 

Le terre contese

Questo ultimo raid delle Rsf colpisce il Kordofan, nel Sudan centrale, che dopo la quasi totale conquista del Darfur da parte dei paramilitari è sempre più epicentro dello scontro di potere con l’esercito regolare anche perché snodo logistico degli oleodotti che trasportano il petrolio dal vicino Sud Sudan. L’Alto commissario per i diritti umani dell’Onu, Volker Türk, nei giorni scorsi ha espresso preoccupazione: i «feroci combattimenti» in corso nel Kordofan «fanno temere il ripetersi delle terribili atrocità» recentemente commesse in altre zone del Paese. Secondo l’Onu, dal 25 ottobre, ovvero da quando le Rsf hanno conquistato la città di Bara, nel Kordofan settentrionale, sono state documentate almeno 269 morti tra i civili a causa di attacchi aerei, bombardamenti di artiglieria ed esecuzioni sommarie. Le interruzioni delle telecomunicazioni e di internet ostacolano la trasmissione di notizie accurate, pertanto è probabile che il numero di vittime civili sia molto più elevato. Sono stati inoltre segnalati casi di esecuzioni per rappresaglia, detenzioni arbitrarie, rapimenti, violenze sessuali e reclutamento forzato, anche di bambini.

Ancora sfollati

Il Sudan scivola così sempre più verso uno “scenario libico” con il vasto Paese diviso in zone di influenza controllate dalle due entità rivali: le Rsf nell’ovest, l’esercito regolare a Khartoum e nell’est. Nel mezzo il popolo sudanese allo stremo. Nelle ultime settimane sono tornati ad aumentare in maniera esponenziale i flussi di sfollati verso i Paesi vicini, come l’Egitto e il Ciad, rafforzando le preoccupazioni per un equilibrio regionale tanto fragile quanto necessario. 

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06 dicembre 2025, 14:11