Siria, annullate le sanzioni Usa. Per Damasco una "svolta storica"
Stefano Leszczynski - Città del Vaticano
La revoca da parte degli Stati Uniti del Caesar Act, il pacchetto di sanzioni imposto durante l’era dell’ex presidente siriano Bashar al Assad, rappresenta “un passo storico” per l’economia siriana. Lo ha dichiarato il ministro dell’Economia e dell’Industria, Nidal al Shaar, in un’intervista all’agenzia statale Sana, sottolineando come questa decisione rimuova uno dei principali ostacoli a investimenti dall'estero, commercio e ricostruzione.
Effetti importanti sul mercato interno
Secondo il ministro, l’iniziativa apre “ampi orizzonti” per il ritorno di capitali e aiuti necessari alla ripresa del Paese. La fine delle restrizioni dovrebbe infatti agevolare l’arrivo di valuta estera e aumentare la capacità di importare materiali, macchinari e tecnologie indispensabili per riavviare la produzione industriale. Effetti attesi anche sul mercato interno, con una potenziale stabilizzazione dei prezzi. Al Shaar ha inoltre evidenziato prospettive favorevoli per il settore dell’export e maggiori opportunità di finanziamento, che potrebbero migliorare la competitività dei prodotti siriani sui mercati regionali e internazionali.
Il ruolo delle Pmi siriane
Il ministro ha spiegato che il governo siriano sta già lavorando, insieme alle Camere di commercio e alla società civile nella realizzazione di un pacchetto di politiche e incentivi per sfruttare al meglio la nuova fase. L’obiettivo è sostenere la produzione nazionale e rafforzare in particolare piccole e medie imprese, considerate un pilastro per la ripresa. Al Shaar ha inoltre attribuito l’esito positivo delle recenti evoluzioni agli sforzi diplomatici e al contributo della diaspora siriana, ringraziando partner regionali e internazionali che avrebbero facilitato la decisione di Washington. Il ministro ha infine invitato pubblico e privato a “unire le forze” per costruire un’economia siriana “forte e prospera”.
Novità anche sul fronte dell''energia
Parallelamente agli sviluppi diplomatici, arriva un altro segnale di apertura economica: quattro società energetiche dell’Arabia Saudita hanno siglato una serie di accordi con la Syrian Petroleum Company per supportare lo sviluppo dei giacimenti di petrolio e gas in Siria. Lo riporta il quotidiano panarabo Asharq Al Awsat, secondo cui le intese rientrano nel percorso di cooperazione avviato dopo i memorandum firmati il 28 agosto scorso. Gli accordi comprendono la gestione e l'ampliamento di cinque giacimenti di gas, l'ottimizzazione dell'efficienza produttiva per pozzi e infrastrutture, rilievi sismici per le attività esplorative e servizi di perforazione. Secondo fonti citate dal quotidiano, queste intese rafforzano il ruolo di Riyadh nel rilancio del settore energetico siriano e puntano ad accelerare la modernizzazione delle infrastrutture, un elemento cruciale per la ricostruzione economica del Paese.
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