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“Le loro prigioni”, un libro che racconta percorsi di speranza e di libertà

Presentato a Palazzo Borromeo, sede dell'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, il volume del giornalista dei media vaticani Davide Dionisi che negli anni ha raccolto riflessioni e testimonianze sull'universo carcerario, mettendone in luce anche le opportunità di rinascità e l'umanità che vi ha incontrato

Eugenio Murrali - Città del Vaticano

Con il suo lavoro e il suo libro Davide Dionisi si è posto l’obiettivo di contribuire a creare un ponte tra quel mondo del carcere che da giornalista ha saputo conoscere e raccontare e il mondo esterno, spesso distante e inconsapevole. La presentazione del volume Le loro prigioni. Percorsi di libertà dietro le sbarre (Gambini editore) ha dato vita a un incontro ricco di contenuti e di partecipazione in una settimana significativa in cui si tiene il Giubileo dei Detenuti.

Ascolta l'intervista a Davide Dionisi

Un diario coinvolgente

“Un libro molto importante e coinvolgente – ha detto l’arcivescovo Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e responsabile dell’organizzazione del Giubileo 2025, intervenuto dopo l'introduzione dell’ambasciatore Francesco Di Nitto -, perché ha una documentazione molto vasta. Direi che può essere qualificato come un diario, dove parlano i detenuti, i volontari, i responsabili. Un testo che pone davanti ai nostri occhi una realtà drammatica che spesso vogliamo dimenticare”. Monsignor Fisichella ha ricordato quanto spazio abbia questa tematica anche nella Bolla di indizione del Giubileo della Speranza aperto da Papa Francesco e portato avanti da Papa Leone XIV, che proprio domenica celebrerà una Messa con persone provenienti da carceri di diversi Paesi.

Ascolta l'intervista a monsignor Rino Fisichella

Dare nuove possibilità

“Un'opera coraggiosa”, l’ha definita il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, che ha scritto anche la prefazione al testo di Dionisi, e ha preso parte all’evento attraverso un video messaggio. Per Tajani il merito del giornalista è stato quello di riportare al centro dell’attenzione pubblica un tema a volte trascurato: “La Costituzione ci dice che la pena deve tendere alla rieducazione del condannato. Non si tratta soltanto di un principio giuridico: è un dovere morale e questo libro ce lo ricorda con grande forza”. Il sistema raccontato dall’autore, sottolinea il ministro, ha bisogno di riforme profonde e ci pone di fronte a una domanda semplice a scomoda: “Vogliamo una società che crede nella possibilità di riscatto o in una che si limita ad alzare i muri?”.

La copertina del libro di Davide Dionisi
La copertina del libro di Davide Dionisi

Un binocolo con due lenti

Come giornalista dei media vaticani, Davide Dionisi ha scelto due lenti per poter offrire ad ascoltatori e lettori una narrazione differente del cosmo carcerario. “Questo libro è una raccolta di esperienze sul campo – ha spiegato l’autore – in diversi istituti di pena. Ho potuto conoscere e raccontare il mondo carcerario attraverso un binocolo fatto di due lenti particolari: una ispirata all’articolo 27 della Costituzione italiana, l’altra alla misericordia cristiana”. Nella carta costitzionale si legge infatti che “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Dionisi ha ricordato inoltre una delle opere di misericordia: “Visitare i carcerati”.

Ascolta l'intervista a Irma Conti

Una redazione in carcere

Una delle iniziative più toccanti è consistita nella creazione di una redazione all’interno di un istituto di pena: “Vedere i detenuti emozionarsi di fronte a un microfono, leggendo il Vangelo del giorno, cosa che non avevano mai fatto prima, è stato un momento formativo che porterò per sempre e che ho cercato di trasferire anche nelle pagine del libro”. Un appuntamento che le persone detenute attendevano con grandissimo entusiasmo, come un vero spazio di libertà, un momento catartico.

Nadia Cersosimo, dell’ufficio del Garante nazionale per i diritti delle persone private della libertà nazionale e per moltissimi anni direttrice di istituti di pena, tra cui quello di Paliano, è intervenuta trasmettendo ai presenti, in un discorso appassionato, la propria esperienza e ha visto nel lavoro che i detenuti hanno fatto con Davide Dionisi un modo diverso di raccontare il carcere. I detenuti hanno infatti avuto la possibilità di sentirsi “percepiti” e ascoltati. Tra i partecipanti in platea anche l'avvocato Irma Conti, componente del collegio del Garante per le persone private della libertà, che ai media vaticani ha osservato come il lavoro possa essere un ponte tra il carcere e il mondo esterno, un segno tangibile di speranza.

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09 dicembre 2025, 19:30