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Un velivolo Airbus 350-1000 durante un volo dimostrativo Un velivolo Airbus 350-1000 durante un volo dimostrativo

Airbus in sicurezza dopo l'aggiornamento software

Il produttore europeo di aeromobili ha completato gli interventi per mettere in sicurezza i propri velivoli dopo l’allarme per possibili malfunzionamenti dovuti alle radiazioni solari. Antonio Preden, ingegnere aerospaziale dell’Esa, intervistato dai media vaticani spiega gli effetti delle tempeste solari sull’avionica

Stefano Leszczynski – Città del Vaticano

L’emergenza legata agli Airbus A320 è finita, ma ha lasciato molti con il fiato sospeso e una scia di complicazioni sul traffico aereo a livello mondiale. Sono stati infatti almeno 6mila i velivoli interessati dall’aggiornamento software voluto dal produttore europeo per ragioni precauzionali.

Il caso che ha provocato l’allarme

L'aggiornamento si è reso necessario dopo che un volo JetBlue del 30 ottobre ha subito una perdita di quota improvvisa causando il ferimento di dieci passeggeri. Le autorità aeronautiche hanno successivamente ordinato le riparazioni immediate. Nonostante il richiamo abbia comportato solo brevi fermi a terra per circa due terzi degli aeromobili interessati, le operazioni di aggiornamento del software hanno comunque causato notevoli disagi nel fine settimana. La società ha annunciato che le attività della maggior parte delle compagnie aeree sono tornate alla normalità.

Colpa delle radiazioni solari

All’origine dei malfunzionamenti che hanno provocato l’allarme dell'Agenzia dell'Unione Europea per la Sicurezza Aerea e della Federal Aviation Administration sembrano essere state le radiazioni solari, che avrebbero potuto corrompere dati critici per il funzionamento dei comandi di volo degli A320. “In genere, quello delle radiazioni solari è più un problema per i voli spaziali, che avvengono al di fuori della magnetosfera, che non per i voli a bassa quota o per l’elettronica a terra”, spiega Antonio Preden, ingegnere aerospaziale dell’Esa, attualmente impegnato nella missione Artemis in collaborazione con la Nasa.

Aerei completamente elettronici

“L’Airbus 320 Neo – spiega l’ingegnere dell’Esa – è un aereo molto moderno che vola in modo completamente guidato dall’elettronica. E’ quello che si chiama fly by wire, e cioè tutti i comandi passano attraverso un software che poi li attua. Per intenderci non ci sono cavi meccanici che colleghino la cloche agli alettoni.” Un elemento di sicurezza importante soprattutto quando si verificano condizioni critiche che sarebbero gestite in maniera più difficoltosa a livello umano o puramente meccanico, ma che può presentare alcuni inconvenienti.

Un problema noto per i voli spaziali

“Più che la parte informatica, ad essere interessata dalle radiazioni solari è la parte elettronica”, precisa Preden. Questo problema capita normalmente nei voli spaziali e viene ovviato attraverso una progettazione predittiva e la realizzazione di componenti in maniera ridondante. Si montano cioè più parti uguali per ovviare all’eventuale guasto di una componente. “Quando ciò avviene – precisa – il software ad esempio gestisce il danno bypassandolo. Ad esempio, le radiazioni solari possono cambiare il valore in una cella di memoria ingannando il software, un fe3nomeno conosciuto come bit flip. E questo potrebbe essere uno dei motivi per cui Airbus ha deciso un aggiornamento software”.

Intensa attività solare

“In questo periodo – sottolinea Antonio Preden – siamo in una fase di attività solare molto intensa e anche recentemente ci sono state delle tempeste solari, che sparano flussi di particelle in tutto il sistema solare. Provocando ad esempio le aurore boreali. Ma l’atmosfera e il campo magnetico terrestre limitano il rischio di danni elettronici, che tuttavia possono verificarsi”. La misura di protezione che è stata messa in campo da Airbus sembra essere stata quella di un ritorno ad una versione software precedente. L'intensa luce solare è considerata una possibile causa del primo incidente originale. Secondo Airbus forti radiazioni potrebbero aver alterato i dati cruciali per il controllo del volo. Secondo la società, attualmente sono in servizio circa 11.300 aeromobili della famiglia A320, tra cui 6.440 del modello base. Anche il volo che ha portato Papa Leone XIV in Türkiye e Libano, nel suo primo viaggio all’estero, è un A320 della compagnia ITA Airways ed è stato fra i primi ad essere interessato dall’aggiornamento. 

 

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01 dicembre 2025, 14:00