I soccorritori cercano sopravvissuti sul luogo di un attacco aereo israeliano nel quartiere meridionale di Haret Hreik a Beirut I soccorritori cercano sopravvissuti sul luogo di un attacco aereo israeliano nel quartiere meridionale di Haret Hreik a Beirut  (AFP or licensors)

Raid israeliani sul Libano, ucciso un alto funzionario di Hezbollah

Israele ha colpito ieri, domenica 23 novembre, la periferia sud della capitale Beirut con un nuovo bombardamento aereo. Obiettivo dell’attacco, secondo quanto dichiarato, il capo di Stato maggiore di Hezbollah. Oggi intanto sono previsti al Cairo colloqui tra Hamas e i mediatori circa la seconda fase della tregua nella Striscia di Gaza, mentre si teme per una nuova escalation delle violenze

Silvia Giovanrosa - Città del Vaticano

Nel pomeriggio di ieri, domenica 23 novembre, le Forze di difesa israeliane, hanno confermato l'uccisione del capo di Stato maggiore di Hezbollah, Haytham Ali Tabatabai in un raid attuato a Beirut, nel quartiere di Dahiyeh, alla periferia della capitale libanese. Secondo quanto riferisce l’ufficio del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, Tabatabai è stato eliminato nel suo appartamento segreto, in un condominio a Haret Hreik, un sobborgo meridionale di Beirut. Haytham Ali Tabatabai, riferiscono le Idf, era un comandante di al-Radwan, una delle forze di Hezbollah, e una figura di spicco dell'ala estremista della milizia sciita. Tabatabai viene accusato da Israele di aver "guidato la formazione e l'armamento dell'organizzazione filo-iraniana". Secondo quanto riferito dal ministero della Salute libanese, nel raid sono morte 5 persone ad altre 21 sono rimaste ferite. Un funzionario statunitense ha poi reso noto che la Casa Bianca non era stata preventivamente informata dell’attacco, aggiungendo che Washington era al corrente che Israele voleva intensificare le azioni militari in Libano ma non conosceva né la data né l'obiettivo.

Le dichiarazioni delle parti

"Era un assassino sanguinario", così il premier israeliano Netanyahu ha commentato l’uccisione di Ali Tabatabai. Netanyahu ha affermato che non permetterà ad Hezbollah "di ricostruire le sue forze e di rappresentare una minaccia”, con la richiesta poi al governo libanese di disarmare l’organizzazione. Il vicepresidente del consiglio politico del gruppo filo-iraniano, Muhamud Qomati, dal canto suo ha avvertito, che l'attacco è un segnale di "via libera israeliana a un'escalation militare nel Paese". Il premier libanese Nawaf Salam ha chiesto invece "l'unificazione di tutti gli sforzi a sostegno dello Stato e delle sue istituzioni" per impedire una pericolosa escalation. Salam ha poi sottolineato come la priorità del suo governo sia quella di proteggere il popolo e far in modo che il Libano non vada incontro a pericoli maggiori. Anche Il presidente libanese, Joseph Aoun, ha invitato la comunità internazionale a intervenire con fermezza per fermare gli attacchi israeliani contro il Libano dopo i raid.

Al Cairo nuovi negoziati tra Hamas e i mediatori

Sabato 22 novembre una delegazione di alti funzionari di Hamas è arrivata al Cairo per discutere dell'escalation di violenza nella Striscia di Gaza e per proseguire le discussioni sulla seconda fase della tregua. Gli esponenti del gruppo islamista hanno reso noto che durante l’incontro è stato ribadito "l’impegno ad attuare la prima fase dell'accordo di cessate-il-fuoco", aggiungendo di aver sottolineato la necessità di "porre fine alle violazioni di Israele". In merito a quest'ultimo punto, il primo ministro israeliano Netanyahu ha dichiarato che gli ultimi raid su Gaza, in cui sono stati eliminati cinque importanti membri di Hamas, sono avvenuti dopo che un combattente è stato inviato nella parte di territorio controllata da Israele per attaccare i soldati israeliani presenti. Le autorità sanitarie palestinesi avevano riferito che gli attacchi aerei israeliani avevano ucciso almeno 20 persone.

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24 novembre 2025, 08:54