L'impegno dell'Unicef per salvare l'istruzione nel mondo L'impegno dell'Unicef per salvare l'istruzione nel mondo

Giornata degli insegnanti. Unicef: basta ipoteche sul futuro dei bambini

Sono 272 milioni i minori nel mondo che non frequentano la scuola, i dati diventano allarmanti se si guarda ai contesti di guerra come Gaza, Haiti, Sudan inoltre solo il 31 per cento dei Paesi dispone di sistemi efficaci di sviluppo professionale, pesa il taglio dei fondi all’istruzione. Il presidente di Unicef, Graziano: garantire insegnanti formati, motivati e sostenuti significa non solo offrire conoscenza, ma anche protezione, speranza e opportunità di vita e futuro ai ragazzi

Cecilia Seppia – Città del Vaticano

ll 5 ottobre di ogni anno il mondo si ferma un momento per guardare verso le aule, i libri, le lavagne, e soprattutto verso chi, con pazienza e passione quotidianamente si dedica a costruire futuro. È la Giornata Mondiale degli Insegnanti, istituita dall’UNESCO nel 1994 per ricordare la firma della Raccomandazione del 1966 sullo status dei docenti, un documento che sanciva i diritti e le responsabilità di questa professione, spesso data per scontata ma che, in realtà, regge gran parte della società. Non è soltanto una ricorrenza celebrativa, ma un’occasione di riflessione globale. Ogni anno l'ONU propone un tema centrale: dal valore della formazione continua alla dignità professionale, fino alle nuove sfide portate dalle tecnologie digitali. Quest’anno il focus internazionale punta sulla collaborazione come elemento chiave per ridefinire il ruolo dei docenti nel panorama educativo contemporaneo. Ed è proprio guardando lo scenario attuale segnato da conflitti tristemente noti alle cronache, che l’Unicef, da sempre in prima linea per la “salute educativa dei minori” e non solo, lancia l’allarme: il numero di bambini e giovani che non frequenta la scuola si aggira intorno ai 265 milioni da un decennio, ma le ultime stime mostrano già dal 2023 un balzo avanti che porta la cifra a 272 milioni e, con la riduzione di 3,2 miliardi degli Aiuti Pubblici allo Sviluppo destinati all'istruzione, i bambini non scolarizzati in tutto il mondo potrebbero aumentare nei prossimi anni a 278 milioni.

Istruzione in grave pericolo nei contesti di guerra

Negli innumerevoli contesti di crisi sociale, economica, politica, climatica e di guerra, i numeri diventano ancora più impietosi: sui 272 milioni stimati, sono 234 milioni i bambini che necessitano di sostegno per accedere a un'istruzione di qualità, con un aumento di 35 milioni negli ultimi tre anni. Di questi 234 milioni di bambini, 85 milioni non frequentano affatto la scuola: il 52% sono bambine, il 17% sono rifugiati o sfollati interni e oltre il 20% sono bambini con disabilità. A Gaza, a luglio 2025, 1.466.000 bambini si trovano ad affrontare difficoltà nella loro istruzione. A giugno 2025, erano stati colpiti 588 edifici scolastici, di cui 538 nella Striscia di Gaza (95,4%) e altri 50 nella Cisgiordania. In Sudan, più di 17 milioni dei 19 milioni di bambini in età scolare sono rimasti fuori dalla scuola. Ad Haiti, l'escalation della violenza delle bande e i disordini civili hanno lasciato oltre 1,4 milioni di bambini con un urgente bisogno di sostegno all'istruzione. “Sono dati impressionanti, sono dati che fanno riflettere molto, ci rattristano, ci allarmano e sono in controtendenza con quello che dovrebbe essere il sistema efficace dello sviluppo professionale e culturale dell'infanzia - afferma Nicola Graziano, presidente di Unicef Italia - soprattutto sui fronti di guerra la situazione è gravissima, anche se Unicef è presente con le Temporary School che cercano di supplire alla formazione, ma per esempio a Gaza in questo momento c’è un milione e mezzo di bambini che non ha possibilità di un'istruzione regolare, perché le scuole sono distrutte, perché sono affidate alla buona volontà di tanti volontari che rischiano la vita perché provano ad insegnare dove possono, spesso a cielo aperto, letteralmente sotto le bombe, questo fatto è gravissimo perché pone una seria ipoteca sul futuro di questi piccoli: noi che pensiamo sempre che forse la chiave di volta dell’umanità sia rappresentata  dalla cultura, dalla conoscenza, dalla formazione e istruzione, siamo in una controtendenza che allarma molto e questo è il motivo per cui nella Giornata mondiale degli insegnanti noi esaltiamo il ruolo di tutti i maestri e i docenti perché sono fonte di sviluppo, un tramite perché si possa invertire questa rotta e garantire il futuro ai minori del mondo”

Ascolta l'intervista a Nicola Graiano

Investire anche sul "cibo culturale"

Certo di fronte alla fame, alla carenza di acqua e farmaci e servizi di prima necessità, l’istruzione sembra un bene di lusso eppure così non dovrebbe essere, dice ancora Nicola Graziano, presidente di Unicef Italia: “sono due esigenze che viaggiano in parallelo, non possiamo lasciare indietro chi ha più bisogno. Non si può paragonare il cibo all’istruzione, nessun bene di prima necessità si può comprare con la sola istruzione ma forse leggendo anche quelli che sono i principi fondamentali della convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ma anche i principi costituzionali italiani, probabilmente ‘il cibo culturale’ è una cosa di cui nessun bambino deve fare a meno. Nessun bambino dovrebbe essere privato del diritto a imparare e a costruirsi un futuro: garantire insegnanti formati, motivati e sostenuti significa non solo offrire conoscenza, ma anche protezione, speranza e opportunità di vita”.  L’appello di Unicef è dunque ancora una volta alle istituzioni, perché non si voltino dall’altra parte e smettano di tagliare i fondi per l’istruzione: “Il governo e i governi - aggiunge Graziano - devono capire che è dall'insegnamento che parte tutto, è chiaro che bisogna avere mezzi e strumenti e bisogna pensare sempre di più a dare questi strumenti: i tagli alla cultura, i tagli all'insegnamento sono una grave limitazione del futuro e rallentano la rivoluzione culturale che merita il mondo intero. Le Temporary School sono una bella e valida iniziativa ma da sole non bastano, ecco perché abbiamo adesso lanciato l'appello a tutte le scuole perché si possa in qualche modo recepire questa esigenza di sviluppare e dare senso e conoscenza di quelli che sono i diritti fondamentali dell’infanzia e dell’adolescenza. Inizia così un percorso con il Ministero dell’Istruzione che recentemente ha diffuso la circolare per tutte le scuole perché si possa implementare l'idea di un'educazione civica diffusa e radicata che tenga conto anche dei valori quali l'ambiente, la bellezza dell'arte, il rispetto, valori che sono in questa fase così difficile e drammatica per i bambini del mondo, siamo di fronte forse alla crisi più importante dal dopoguerra in poi, ma comunque da questi bisogni non dobbiamo e non possiamo mai allontanarci”.

Ancora bassa la frequenza alla scuola primaria

Bambini e ragazzi fuori dalla scuola per motivi legati al contesto ma anche il sistema scolastico perde la sua efficienza: nel 2024 solo il 31% dei Paesi disponeva di sistemi efficaci di sviluppo professionale degli insegnanti, meno della metà rispetto all'obiettivo fissato del 64%. Mentre il mondo si avvicina alla scadenza dell'Agenda 2030, la scheda di valutazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per l'Obiettivo sull'istruzione mostra risultati contrastanti: alcuni Paesi stanno procedendo troppo lentamente per raggiungere gli obiettivi, mentre molti altri stanno compiendo buoni progressi. Ad esempio, mentre il 25% dei Paesi registra una stagnazione nella frequenza dell'istruzione della prima infanzia, il 34% sta compiendo rapidi progressi verso il raggiungimento dei propri obiettivi nazionali. A livello globale, l'UNICEF lavora per rafforzare l'accesso degli insegnanti a uno sviluppo professionale continuo e di alta qualità, adattato al loro contesto e alle loro esigenze locali. Inoltre, l'UNICEF sostiene e investe nel tutoraggio e nel sostegno, nell'accesso alle risorse, nei gruppi di sostegno tra coetanei e nella leadership di supporto. Investire negli insegnanti significa investire nel futuro. È fondamentale che i governi e la comunità internazionale investano con urgenza nell’istruzione, perché ogni bambino, ovunque si trovi, possa contare sulla presenza di un insegnante al suo fianco.

Iniziative nel mondo per la Giornata degli insegnanti

In diverse città del mondo, il 5 ottobre si colora di iniziative.  Conferenze e seminari nelle università, che mettono in luce le sfide educative contemporanee. Eventi nelle scuole, dove gli studenti preparano messaggi, cartelloni o piccole cerimonie per ringraziare i propri insegnanti. Campagne social e mediatiche, con hashtag dedicati che portano alla ribalta storie di docenti capaci di cambiare vite. Premi e riconoscimenti, come il Global Teacher Prize, che ogni anno celebra insegnanti straordinari capaci di innovare e di lasciare un segno indelebile nei loro studenti. Ma la verità è che senza  È anche un giorno in cui si fa il punto sulle difficoltà: classi sovraffollate, stipendi non sempre adeguati, carenze di personale, e la necessità di ridare prestigio e centralità a un mestiere che non si limita a trasmettere nozioni, ma che forma cittadini, coscienze e speranze. In fondo, la Giornata Mondiale degli Insegnanti è un invito collettivo a riconoscere che dietro ogni scienziato, artista, medico, o scrittore c’è stato un insegnante che ha saputo vedere un talento, incoraggiare una curiosità, accendere una scintilla.

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05 ottobre 2025, 08:30