Il ministro Tajani accoglie un gruppo di palestinesi evacuati dalla Striscia di Gaza Il ministro Tajani accoglie un gruppo di palestinesi evacuati dalla Striscia di Gaza  (ANSA)

Gaza, i "corridoi universitari" ponte per il diritto allo studio

Sono arrivati ieri sera a Roma altri 49 studenti evacuati dalla Striscia e accolti in Italia grazie a un programma di borse di studio presso alcuni atenei. La testimonianza ai media vaticani di due professori palestinesi ospitati alla Sapienza: "Gli studenti di Gaza, pur se in condizioni estremamente difficili, continuano a studiare, a sperare e a credere nel valore dell'educazione"

Matteo Frascadore - Città del Vaticano

Sono atterrati nella serata di ieri all’aeroporto militare di Ciampino i due voli speciali della Guardia di finanza con a bordo 65 cittadini palestinesi, provenienti dalla Striscia di Gaza, fra i quali 49 studenti e ricercatori, accolti in Italia grazie a programmi di borse di studio presso alcuni atenei del Paese. Si tratta della seconda evacuazione da Gaza di studenti tramite i “Corridoi universitari”, un’iniziativa concreta che evidenzia l’importanza del diritto allo studio come base per costruirsi un futuro oltre gli ostacoli. 

Una grande opportunità

«Ai nostri amici studenti italiani dico: i vostri coetanei a Gaza condividono con voi la stessa curiosità, la stessa ambizione, gli stessi sogni. Studiano in condizioni straordinariamente difficili, ovvero in tende, senza internet, senza libri, senza materiali di ricerca, senza accesso a laboratori o strumenti. Eppure continuano. Continuano a studiare, a sperare, a credere nel valore dell’educazione». Le parole del professor Ata Mohamed Kaisy, docente proveniente da Gaza e ospite dell’università di Roma La Sapienza, risuonano come un monito in un periodo in cui il valore dell’educazione può diventare un ponte.  Nel mese di maggio, La Sapienza ha emanato un bando speciale dedicato a studiosi provenienti da Paesi in situazioni di crisi economica e sociale. Insieme a Kaisy è ospite anche Osana Hamdouna, professore dell’Università di Al-Azhar, una delle più grandi e prestigiose istituzioni accademiche della Striscia di Gaza, che sui giovani aggiunge «sono motivati e desiderosi di rafforzare i rapporti con la comunità internazionale e in attesa di realizzare i propri sogni».«Essere qui alla Sapienza rappresenta una grande opportunità per noi», spiega Hamdouna, che guarda con fiducia al futuro. «Mi aspetto moltissimo da questa cooperazione, soprattutto per quanto riguarda lo scambio accademico e scientifico con alcune università di Gaza. È fondamentale motivare le università presenti nella Striscia, creare legami, rafforzare la rete del sapere».

La rete della cultura

Si tratta di una sete, quella di cultura, che non spegne le speranze a Gaza, anche lì dove il diritto allo studio viene costantemente messo a dura prova. «Le università devono essere protagoniste attive nella costruzione della solidarietà e della tolleranza tra le persone», sottolinea Hamdouna. «Questo processo può cominciare proprio dagli studenti: il dialogo accademico è il primo passo verso una cultura della pace». L’esperienza romana di Kaisy e Hamdouna non è soltanto un gesto accademico, ma un segno concreto di accoglienza e solidarietà, un modo per ricordare che l’educazione è un bene comune, una lingua universale che non conosce confini. «Attraverso il coinvolgimento con regioni colpite da guerre, le istituzioni accademiche promuovono una consapevolezza fondata sull’evidenza, non sul sensazionalismo», commenta Kaisy. «La solidarietà non è solo un atto di carità, ma un riflesso della nostra responsabilità condivisa verso gli studenti». «In questo senso, come professori e ricercatori, ci viene ricordato che la solidarietà non è solo un atto di carità, ma un riflesso della nostra responsabilità condivisa verso gli studenti», conclude Kaisy, sottolineando l’importanza del loro ruolo all’interno della società. La Sapienza, così come altri atenei italiani, si appresta ad ospitare anche gli studenti di Gaza giunti nelle scorse ore a Ciampino, in modo tale da garantire loro il proseguimento del percorso universitario. L’educazione non conosce confini. Ogni incontro accademico, ogni scambio di esperienze, ricorda che imparare significa anche condividere umanità. 

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24 ottobre 2025, 14:10