Incontro Trump-Zelensky, appello Usa a fermare subito i combattimenti
Francesco De Remigis - Città del Vaticano
“Interessante e cordiale”. Così il presidente statunitense ha definito l’incontro di ieri alla Casa Bianca con l’omologo ucraino Zelensky per porre fine al conflitto con la Russia. “Spero che la guerra finisca senza che Kyiv abbia bisogno dei missili Tomahawk", ha detto Donald Trump a Volodymyr Zelensky. Poi un appello alle parti: “Si fermino dove sono, la storia dirà chi ha vinto”, è l’auspicio formulato dal leader statunitense davanti ai giornalisti con l’omologo ucraino ancora presente alla Casa Bianca. "Gli ho detto, come ho fortemente suggerito anche al presidente della Federazione russa Putin, che è ora di smettere di uccidere e di raggiungere un accordo", sintetizza Trump. Passaggio chiave della giornata, che si è conclusa non senza qualche tensione nel colloquio a porte chiuse durato oltre due ore. Ben più del previsto.
Entro due settimane l'incontro Trump-Putin
Il sito americano Axios, citando due funzionari Usa, sostiene che la priorità del leader della Casa Bianca in questo momento sia "la diplomazia", e che la fornitura dei Tomahawk a Kyiv porrebbe "minarla". Alla fine Zelensky ammette in un’intervista a Nbc News che Trump "non ha detto no" alla possibilità di inviare i missili a lungo raggio utili a colpire in territorio russo, ma "per il momento nemmeno di sì". Poi dà ragione al presidente Usa: dobbiamo fermarci dove siamo e poi parlare, dice il leader di Kyiv. Trump è infatti convinto che anche Putin "voglia porre fine alla guerra". Lo ha spiegato a Zelensky, ricordando che sul tavolo c'è un colloquio in cantiere con il presidente russo. Entro due settimane, Trump vuole un incontro a Budapest, in Ungheria, con Putin. Insomma, l’idea della Casa Bianca è di congelare il conflitto, che nella visione di Washington vede altri attori coinvolti economicamente: “L'India non comprerà più il petrolio russo", annuncia per esempio il presidente Usa.
Ancora attacchi con i droni
Nella notte le forze russe hanno sferrato un attacco con droni nell'oblast di Kharkiv, zona orientale dell'Ucraina, area in cui ieri la Federazione russa aveva annunciato la conquista di tre località. Le forze di Mosca, riferiscono i media russi, hanno preso il controllo di Pryvillia, nella regione di Dnipropetrovsk, e di Pishchane e Tykhe, nella regione di Kharkiv. I sistemi di difesa aerea di Mosca hanno invece distrutto 41 droni ucraini nelle regioni russe del Mar Nero. Droni che sono stati protagonisti anche nelle discussioni avute ieri da Trump alla Casa Bianca. Il presidente ha espresso apprezzamento a Zelensky per la tecnologia militare ucraina, e in particolare per i droni impiegati nel conflitto. "Abbiamo molti droni in questo momento, costruiamo i nostri ma compriamo anche da altri, e loro (gli ucraini, ndr) realizzano droni molto buoni", ha detto il presidente americano; dichiarazioni che riflettono l'interesse crescente di Washington per le capacità tecnologiche sviluppate da Kyiv durante il conflitto.
Negoziati sui territori dopo la tregua
Dopo l'incontro con Trump, Zelensky ha affidato ai media una riflessione su eventuali trattative con Mosca: la questione più difficile durante i negoziati di pace sarà quella territoriale, ma il raggiungimento di un cessate il fuoco deve venire prima. "La nostra posizione - ha detto il presidente ucraino - è che prima di tutto abbiamo bisogno di un cessate il fuoco, quindi dobbiamo sederci, parlare e capire a che punto siamo. Credo che questo sia il primo passo più importante", ha affermato Zelensky, secondo quanto riporta l'agenzia Ukrinform. A suo dire, Trump comprende questo approccio. "Penso che il presidente capisca che la questione più difficile in qualsiasi tipo di negoziato, in qualsiasi formato, sarà la questione territoriale", ha sottolineato Zelensky, senza escludere che si possa addivenire a un'intesa basata su un cessate il fuoco preventivo e condiviso e successivamente si lavori a un accordo con Putin che riguardi i territori.
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