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La foto di famiglia con i partecipanti al vertice di pace in Egitto La foto di famiglia con i partecipanti al vertice di pace in Egitto 

Gaza, a Sharm firmato l'accordo di pace. Trump: sia durevole. A novembre vertice al Cairo

Non ci sono più ostaggi israeliani nelle mani di Hamas dopo 738 giorni di guerra. Riconsegnati anche parte dei corpi delle persone rapite, e nel frattempo decedute, in cambio di 1.968 detenuti palestinesi nelle carceri israeliane. “Ora dobbiamo iniziare a ricostruire Gaza e sarà la parte più facile”, ha detto il presidente americano ai leader riuniti in Egitto. L'Onu porta a 20 milioni di dollari gli aiuti per le operazioni umanitarie a Gaza in vista dell'inverno

Francesco De Remigis - Città del Vaticano

Una "pace duratura" nella Striscia "sarà una pace in cui palestinesi e israeliani potranno prosperare, vedendo garantiti i propri diritti umani, la propria sicurezza e la propria dignità". E' quanto si legge nella dichiarazione che i leader di Stati Uniti, Egitto, Qatar e Turchia hanno firmato ieri durante la cerimonia a Sharm el-Sheikh, in Egitto, per il cessate-il-fuoco a Gaza. "Siamo uniti nella nostra determinazione a smantellare tutte le forme di estremismo e radicalizzazione: una società non può prosperare quando la violenza e il razzismo vengono normalizzati, o quando ideologie radicali minacciano la vita civile: ci impegniamo ad affrontare le condizioni che favoriscono l'estremismo e a promuovere istruzione, opportunità e rispetto reciproco", si legge ancora nel testo firmato dal presidente americano Donald Trump, dall'omologo egiziano Abdel Fattah Al Sisi e da quello turco Recep Tayyip Erdogan oltreché dall'emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani.

Far prosperare palestinesi e israeliani

I leader, prosegue la nota, riconoscono la "profonda importanza storica e spirituale della regione per le comunità religiose le cui radici sono legate a questa terra: il rispetto di questi legami sacri e la protezione dei siti che fanno parte del patrimonio culturale saranno al centro del nostro impegno nei confronti di una convivenza pacifica". I firmatari accolgono poi favorevolmente l'adozione del piano di pace del presidente statunitense Trump, impegnandosi tutti a metterlo in pratica "in modo da garantire pace, sicurezza, stabilità e opportunità per tutti i popoli della regione, inclusi palestinesi e israeliani". Il documento si esprime a favore della risoluzione di future dispute attraverso un dialogo diplomatico, e non con la forza o "conflitti prolungati". Il Medio Oriente, si legge nel comunicato, "non può resistere e un persistente ciclo dove si alternano la guerra e una attuazione incompleta e selettiva di termini negoziati".

Si guarda ora alla fase 2 dell'accordo

"Un giorno incredibile per il Medio Oriente", è stato il commento del presidente americano Trump, prima di lasciare l’Egitto, dove ieri sono stati firmati gli accordi di pace per fermare la guerra a Gaza: “Ci sono voluti tre mila anni per arrivare fin qui, ora pace durevole”, le parole dell'inquilino della Casa Bianca. A novembre un vertice al Cairo sulla ricostruzione è stato annunciato dal presidente egiziano Al-Sisi. Già si guarda alla fase 2. E ai primi scogli per il mantenimento della sicurezza nella Striscia, dove Trump ha aperto a un ruolo per Hamas come forza di polizia palestinese: "Vogliono porre fine ai problemi e lo hanno detto apertamente, e abbiamo dato loro l'approvazione per un periodo di tempo".

Discussioni su un'amministrazione transitoria

Il board per l'amministrazione transitoria per la Striscia, ancora da definire nel dettaglio, è un altro dei temi che ha dominato i colloqui sul Mar Rosso, a Sharm el-Sheikh, dove, per capire la portata dell’intesa che va ben oltre il Medio Oriente, è utile dire anche chi è stato immortalato nella foto di famiglia: al summit di pace di Sharm partecipato infatti oltre trenta leader di Paesi e organizzazioni internazionali e regionali invitati. Egitto, Qatar e Turchia i mediatori degli accordi. Ma l’invito è stato esteso dagli Stati Uniti a Spagna, Giappone, Azerbaigian, Armenia, Ungheria, India, El Salvador, Cipro, Grecia, Bahrein, Kuwait e Canada, Italia.

Il disarmo di Hamas e il ritiro dell'Idf

Il primo ministro del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, al "New York Times" ha detto che “il prossimo passo dovrebbe essere la creazione di una forza internazionale temporanea per stabilizzare la Striscia, direttamente collegata al disarmo di Hamas e al successivo ritiro delle forze dell’Idf dalla Striscia”. Una delle questioni aperte è se le armi di Hamas saranno trasferite all’Autorità nazionale palestinese o a un’altra entità. Mentre il coordinatore dei soccorsi di emergenza per l'Onu, Tom Fletcher, ha annunciato lo stanziamento di altri 11 milioni di dollari dal fondo per sostenere l'immediato potenziamento delle operazioni umanitarie a Gaza in vista dell'inverno, portando l'assegnazione complessiva di fondi a 20 milioni di dollari, dopo i 9 già stanziati la scorsa settimana, destinati a fornire carburante per mantenere in funzione i servizi "salavita" in tutta la Striscia.

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14 ottobre 2025, 09:39