Accordo tra Hamas e Israele sulla prima fase del piano di pace per Gaza
Marco Guerra – Città del Vaticano
“Tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una Pace Forte, Duratura e Perenne. Tutte le parti saranno trattate equamente! ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno collaborato con noi per rendere possibile questo Evento Storico e Senza Precedenti”. Questo il post su Truth con il quale, intorno all'una ora italiana, il presidente statunitense, Donald Trump, ha annunciato che Israele e Hamas hanno entrambi accettato la prima fase dell'accordo. Oggi la firma prevista attorno alle 12 ora italiana.
20 ostaggi in cambio di 1950 prigionieri
Poche ore dopo, Trump a Fox News ha dichiarato che gli ostaggi saranno probabilmente rilasciati lunedì. Poi, sempre Trump, in colloquio con Axios, ha confermato l’invito di Netanyahu in Israele e che probabilmente nei prossimi giorni parlerà alla Knesset, il parlamento israeliano. Secondo fonti di Hamas, nella prima fase verranno liberati 20 ostaggi in cambio di 1950 prigionieri palestinesi, di cui 250 condannati all'ergastolo. Altre indiscrezioni riferiscono che i colloqui si sono concentrati su un ritiro parziale israeliano da Gaza e sullo scambio di ostaggi con prigionieri palestinesi, mentre alcuni dei punti più controversi, come il disarmo di Hamas, il ritiro completo delle forze israeliane dalla Striscia e la questione della governance a Gaza, dovranno essere negoziati in seguito. Tanti quindi i nodi ancora da sciogliere del piano in 20 punti proposto da Trump.
Soddisfazione diffusa
Positive le reazioni di tutta la diplomazia internazionale, il presidente turco Erdogan si è detto "profondamente lieto che i negoziati Hamas-Israele, condotti con il contributo della Turchia, abbiano portato a un cessate il fuoco a Gaza". "Grandi notizie, facciamo uscire gli ostaggi e aumentiamo rapidamente gli aiuti", ha a commentato il capo dell'ufficio per gli Affari umanitari dell'Onu, Tom Fletcher. Il patriarca latino di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Piazzaballa, ha definito l’intesa un primo basso di cui bisogna rallegrarsi, “che porterà un po' più di fiducia per il futuro e anche nuova speranza”. Intanto i palestinesi di Khan Younis sono scesi in strada a festeggiare dopo l’annuncio dell’accordo sulla tregua. Tuttavia anche questa notte sono stati segnalati ancora bombardamenti su Gaza e Khan Yunis. L'Idf ha intimato di non avvicinarsi a Gaza City perchè “pericoloso”.
L'analista Baskin: l'accordo poteva essere concluso già nel settembre 2024
Parlando con i media vaticani, Gershon Baskin, analista, pacifista storico e tra i mediatori israeliani, dichiara che "questo è certamente un giorno di celebrazioni, anche se ci sono dettagli di cui ancora non si è completamente a conoscenza". Il dispiacere però — sottolinea — è che «questo accordo avrebbe potuto essere raggiunto molto tempo fa. Hamas aveva accettato tutte le stesse condizioni nel settembre 2024 in quello che è diventato noto come 'accordo delle tre settimane', che, rivela, io avevo ricevuto per iscritto e tramite messaggio vocale in arabo e in inglese. Ma a quel punto la risposta dei negoziatori israeliani era stata negativa perché "Netanyahu non era d'accordo a porre fine alla guerra". In quel caso un ruolo poco propositivo lo ebbero anche gli Usa, dice: "Sebbene la proposta dell'accordo triennale fosse arrivata sulla scrivania del presidente Biden, il suo responsabile, Bret McGurk, si rifiutò di abbandonare l'accordo sfavorevole che stava negoziando. Nell'ottobre 2024 incontrai i membri del team negoziale americano, che erano frustrati quanto me per la loro incapacità di convincere Biden e i suoi collaboratori a prendere seriamente in considerazione l'accordo sul tavolo". Poi racconta dei colloqui per convincere la leadership di Hamas dopo il 19 settembre 2025, giorno nel quale Baskin ha ricevuto la telefonata dell'inviato speciale Usa, Steve Witkoff, che lo informava del fatto che "Waghington aveva un piano". Stanotte, dice infine svelando retroscena di quanto accaduto a Sharm el-Sheik, "alle 2:00 del mattino tutti i partecipanti ai negoziati sono entrati in una grande sala con tavoli e sedie disposti a forma di quadrato. La delegazione israeliana si è seduta proprio di fronte alla delegazione di Hamas. Era la prima volta nella storia che funzionari israeliani e funzionari di Hamas sedevano nella stessa stanza. L'accordo è stato firmato e ora non resta che attendere la sua piena attuazione. E ora possiamo ricominciare a respirare".
(Ultimo aggiornamento alle 13.26)
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui