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Le proteste anti-governative a Lima Le proteste anti-governative a Lima

Perú, la Generazione Z guida la protesta contro la presidente Boluarte

I giovani, insieme ai lavoratori dei trasporti, si oppongono alla riforma del sistema pensionistico e chiedono di contrastare le estorsioni e le violenze della criminalità organizzata. Durante le manifestazioni ci sono stati degli scontri che hanno provocato feriti e arresti

Pietro Piga – Città del Vaticano

Da dieci giorni la Generazione Z peruviana manifesta a Lima, riversandosi nelle strade della capitale del Perú, fianco a fianco con i lavoratori dei trasporti, contro il governo della presidente, Dina Boluarte, della quale chiedono le dimissioni. A innescare la mobilitazione, iniziata sabato 20 settembre, è stata l’approvazione della riforma del sistema pensionistico, che prevede il contribuito economico dei giovani sopra i 18 anni attraverso l’adesione a un fondo pensione privato. Ma i dimostranti contestano anche le estorsioni, delle quali sono vittime i tassisti e gli autisti di autobus, e gli omicidi da parte dei gruppi della criminalità organizzata. Sostengono che non siano contrastati in modo efficace, come spiega un manifestante all'agenzia di stampa Afp: “Stiamo marciando contro la corruzione, per la vita e contro la criminalità che ci uccide ogni giorno”. Un altro, citato dall'agenzia Reuters, rincara la dose: “La mia generazione sta uscendo a protestare ora perché siamo stanchi di essere messi a tacere e fatti sentire impauriti”.

La violenza

Durante le proteste dell’ultimo fine settimana, partecipate da un centinaio di persone, si sono verificati degli scontri tra i dimostranti, che hanno lanciato pietre e bombe Molotov, e gli agenti della polizia, che hanno sparato gas lacrimogeni e proiettili di gomma. Sono state ferite 24 persone e ne sono state arrestate sei, incluso un adolescente di 14 anni. La violenza, che si è consumata principalmente nella via che porta alla sede del Congresso a Lima, è stata commentata dal Coordinamento nazionale per i diritti umani: “Chiediamo alla polizia di rispettare il diritto di protestare”. Si è espresso anche il primo ministro peruviano, Eduardo Arana: “Se c’è un eccesso da parte di alcuni violenti, bisogna perseguirli. Se c’è un eccesso da parte di alcuni poliziotti, allora bisogna punirlo”, riporta l’agenzia di stampa spagnola Efe. L’Associazione nazionale dei giornalisti del Perú, invece, ha denunciato otto aggressioni ai cronisti, sette perpetrate dai poliziotti, con calci e manganellate, e una da un civile. Per i fatti, a nome del governo, Arana ha chiesto scusa.

Il fronte politico

Boluarte - la prima donna capo di Stato del Paese sudamericano, in carica dal 7 dicembre 2022 in seguito alla destituzione del suo predecessore, José Pedro Castillo - è il bersaglio delle proteste dei manifestanti, che ne invocano le dimissioni. La sua risposta non si è fatta attendere: “Non mi dimetterò perché lo chiedono alcune voci che sono abituate a vivere nell’anarchia, nel disordine, nella violenza e in quella cultura dell’odio che la maggior parte dei peruviani non abbraccia”, ha dichiarato. Intanto, a meno di un anno dalla scadenza del suo mandato (28 luglio 2026), Boluarte è in calo nei sondaggi d’opinione, come ha certificato l’Istituto di Studi Peruviani: il suo indice di gradimento è del 2,5%, mentre quello del Congresso è del 3%.

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30 settembre 2025, 12:07