Donne per la pace, a Roma il concerto organizzato da Opera for peace
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Con l’arte lirica si può arrivare ovunque, per questo gli artisti sono anche messaggeri di valori positivi. Forte di questa convinzione, Julia Lagahuzère, co-fondatrice e Direttrice Generale di Opera for Peace – Leading Voices of the World, presenta oggi a Roma, a Palazzo Farnese, il concerto “Donne per la pace”, artiste pronte a intonare arie memorabili, un momento di celebrazione delle donne ritenute custodi della memoria, voci di resilienza e architette di pace.
Opera for peace, che si divide tra Roma e Parigi, offre da diversi anni a giovani talenti della lirica provenienti da Paesi svantaggiati o in guerra, di accedere a masterclass e sostenere audizioni e concorsi nelle principali accademie europee, offrendo opportunità concrete e accompagnato gli artisti nel loro percorso, anche umanamente Si tratta di una piattaforma che nasce dalla convinzione che l’opera non sia soltanto spettacolo, ma anche strumento di dialogo interculturale, di educazione e di cambiamento sociale. Per questo è divenuto spazio per dare voce a talenti lirici che spesso provengono da contesti difficili, svantaggiati. “Abbiamo una rete eccezionale – spiega Lagahuzère – attraverso i coach, attraverso anche altri cantanti, lavoriamo in Sud Africa da anni, ad esempio, con il nostro direttore artistico, Kamal Khan, che per molto tempo è stato a Cape Town. Attraverso questa rete possiamo raggiungere i talenti”.
Il concerto di lunedì 22 settembre, “per onorare le donne che con le loro azioni hanno fatto davvero la differenza”, presenterà un intenso programma, con brani tratti da opere quali, tra le altre, Sansone e Dalila, Aida, Carmen, Tosca, La Traviata, La forza del destino. Le interpreti provengono dal Sudafrica, come il soprano Pumeza Matshikiza, dall’Iran, come il soprano Forooz Razavi, dall’Italia come il mezzosoprano Serena Malfi. Ed è proprio quest’ultima a spiegare che “l’arte è un linguaggio universale, che parla a tutti, senza alcuna distinzione. L’arte arriva a chiunque”. Per Forooz Razavi, “in questo momento ci si dimentica che l’arte è un atto politico, perché contiene sempre un messaggio”. In Iran le donne non possono cantare, e lei, Forooz, ha lasciato il suo Paese per venire in Italia per essere libera di realizzare i suoi sogni. “In Iran abbiamo avuto, prima della rivoluzione, tanti e tante cantanti bravi e brave, ospitavamo anche cantanti stranieri. Ora purtroppo le scelte sono diverse, per me ora è un modo di difendere le donne del mio Paese e di tutti quei Paesi dove le donne non hanno tanti diritti e per me è un grande onore”. “Ci sentiamo cittadini del mondo – prosegue Malfi – facciamo nostre le tradizioni degli altri colleghi, e non si sente mai la differenza”. La piattaforma, sottolinea ancora il soprano iraniano, “è un modo per conoscere le altre culture, per adottare qualcosa da loro”, e per dare voce a chi voce non ha, per dare opportunità, per cambiare la vita di qualcuno “e se fosse anche una sola persona – chiude Malfi – resta importantissimo, perché bisogna sempre fare qualcosa per il bene di tutti”.
A dare forma ai programmi futuri è di nuovo Julia Lagahuzère che annuncia la nascita nuove accademie internazionali con programmi di mentoring e sviluppo professionale, di nuovi progetti educativi e sociali. “La nostra quarta accademia sarà a Washington, perché vorremmo sviluppare la nostra attività negli Stati Uniti”. Opera for peace oggi, “è molto più di una accademia: è un vero e proprio laboratorio di trasformazione, dove i cantanti lirici diventano ambasciatori di pace e speranza, oltre che interpreti”.
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