A Gaza una squadra di para-ciclisti palestinesi porta aiuti in bici
Roberto Cetera - Gerusalemme
Alaa al Dali è un ciclista professionista. Il ragazzo ha dei numeri che gli consentirebbero di entrare nel circuito internazionale. Il suo sogno è quello di partecipare ai giochi asiatici di Jakarta. Ma ha un problema. La sua maglia porta i colori rosso, verde, nero della Palestina. Perché Alaa è nato e vissuto in quella terra difficile da vivere che è la Striscia di Gaza.
La "marcia del ritorno" e gli scontri del 2018 a Gaza
È il maggio 2018, Israele festeggia i 70 anni dalla sua nascita. Ma per i palestinesi invece il ricordo è quello dello "Yawm al-Nakba", il giorno della catastrofe, così ricordato nella memoria nazionale per l’esodo di centinaia di migliaia di palestinesi dalle terre di Israele nel 1948. In quegli stessi giorni di sette anni fa il ciclismo guadagna tanta popolarità in Israele/Palestina perché il Giro d’Italia parte da qui. Ogni venerdì, già da marzo, i palestinesi di Gaza inscenano dure manifestazioni lungo le mura che separano la Striscia da Israele, con lanci di pietre contro i soldati israeliani e tentativi velleitari di sconfinamento. L’ultima di queste manifestazioni (che hanno già procurato la morte di 47 palestinesi e il ferimento di centinaia, anche bambini) è programmata con l’evocativo nome di “Marcia del Ritorno”. Sarà un’ecatombe. Il totale delle vittime palestinesi alla fine delle proteste sarà di oltre 200 persone.
Il "sogno" infranto di Alaa e la fondazione del gruppo "Sunbirds"
Alaa continua ad allenarsi tra le strade sconnesse di Gaza, ma non andrà mai a Jakarta: un cecchino israeliano lo colpisce ad una gamba. Il proiettile è uno di quelli a doppio effetto, fatti per uccidere, che quando colpiscono poi anche esplodono. La sua gamba è maciullata. Avrebbe potuto salvarla se solo fosse stato possibile portarlo in un ospedale attrezzato, ma Gaza in quelle settimane è sigillata tanto a nord che a sud. Dopo due settimane i medici decidono che per salvargli la vita occorre amputarla. I sogni del ragazzo sono amputati anch’essi. Ma Alaa ha la forza di volontà e la resistenza di un leone, decide così di trasformare la negatività in opportunità, e insieme all’amico ciclista Karim Alì e ad altri 18 fonda una squadra di para-ciclisti: i Sunbirds. Il sunbird (che in italiano si traduce probabilmente con "cinciabotto") è un uccello tipico di queste parti, è anche rappresentato nel simbolo dello stato palestinese, ma soprattutto il sunbird non ha bisogno di gambe per correre, per volare in alto, lassù dove si può vedere lontano, oltre i muri di Gaza, dove i sogni possono ancora realizzarsi. Perché ora il sogno di questi ragazzi è quello di mostrare al mondo che la guerra non può uccidere la volontà, che anche se disabili si può avere un ruolo di pace in questa terra disgraziata.
L'impegno dei para-ciclisti per portare aiuti umanitari a disabili, indigenti e bambini
Così gli allenamenti e le esibizioni dei Sunbirds divengono un caso di risonanza internazionale. I media se ne interessano e li seguono, tanto che una giovane giornalista italiana, oggi corrispondente di Ski news, la brava Flavia Cappellini li fa conoscere e va a sgambare in bici con loro nelle polverose strade di Gaza. Con la notorietà arrivano anche fondi internazionali di simpatia e solidarietà, che i ciclisti impegnano nel sostegno della popolazione più bisognosa. Con orgoglio mostrano i risultati della loro attività, racconta Carina Low che si occupa della loro comunicazione «I Sunbirds non sono certo un’organizzazione umanitaria ma malgrado ciò sono riusciti a distribuire a Gaza 120.000 kg di cibo, 15 mila pasti caldi, 33.000 dollari per aiutare disabili gazawi, 250 rifugi per gli sfollati, 22 biciclette, e poi materiale per i neonati, giocattoli per i bambini, e bagni pubblici e rifornimenti d’acqua». Il 7 ottobre e la guerra che ne è seguita hanno sconvolto tutto, ma non hanno diminuito l’impegno dei Sunbirds in favore dei disabili, degli indigenti e dell’infanzia. Soprattutto soldi per acquistare localmente i generi alimentari che ancora si trovano nei negozi o tra i contadini, ma a prezzi esorbitanti che pochi possono sostenere. E ancor più ora che Israele impedisce da oltre un mese l’arrivo di aiuti umanitari.
"L'impossibile per sostenere i più fragili" anche dopo il 7 ottobre
Alaa nel febbraio del 2024 è riuscito a lasciare la Striscia, quando ancora era possibile, e oggi risiede a Bruxelles in Belgio, da dove coordina l’attività dei birds rimasti e continua ad allenarsi e partecipare a competizioni internazionali. Scappare dalle bombe con una gamba sola era troppo rischioso, e allenarsi impossibile. «Ho dovuto lasciare mia moglie e la mia famiglia. La guerra continua, ed è spaventosa. Ma sostenere da qui i palestinesi che soffrono a Gaza è più importante di me e della mia famiglia. Non ci sono parole, la morte e la distruzione sono di fronte ogni giorno. La gente, con questa seconda fase, non ha più posti dove nascondersi e proteggersi. Ogni giorno morte e distruzione. Ogni giorno. Senza sosta. Il nostro team sta facendo l’impossibile per aiutare la popolazione, e corre ogni giorno gravi rischi». «I Sunbirds però continueranno a fare quello che fanno da 18 mesi con l’aiuto dei ‘giovani senza una gamba’ che vivono nei campi di Gaza», aggiunge Karim Alì. Carina Low conclude: «Sarà importante vedere Alaa anche quest’anno correre nelle gare internazionali di paraciclismo in Europa, insieme all’altro atleta dei Sunbirds Asfour. Ogni loro pedalata sarà un aiuto per chi continua a soffrire a Gaza».
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