Gaza, settimana chiave per il futuro della tregua
Vatican News
Mentre inizia il Ramadan, mese sacro per l’Islam cominciato il primo marzo, a Gaza si entra in una settimana chiave per il futuro della tregua tra Hamas ed Israele. Iniziata a gennaio, la prima fase dell’accordo di cessate il fuoco si è conclusa ufficialmente ieri, 1 marzo, e ha portato in queste settimane al rilascio di 33 ostaggi israeliani, in cambio della liberazione di circa 2 mila prigionieri palestinesi. Conclusa la prima fase, si attende un accordo per l’avvio della seconda, che dovrebbe portare al rilascio degli altri 59 ostaggi in mano ad Hamas, in cambio della liberazione di ulteriori detenuti palestinesi, al ritiro delle truppe israeliane da Gaza e verso la conclusione definitiva alla guerra. Tuttavia, Israele chiede un’estensione dell’attuale tregua fino ad aprile, mentre Hamas vuole subito l’inizio della fase successiva.
La proposta statunitense
Tel Aviv aveva annunciato, ieri, di aver accettato la proposta presentata dall'inviato speciale del presidente degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Steve Witkoff, e di aver pianificato un'estensione delle festività per il periodo del Ramadan e della Pasqua fino a metà aprile. Secondo Israele, la proposta avrebbe previsto l'estensione del cessate il fuoco con Hamas per tutto il Ramadan e la Pasqua ebraica, che dura dal 12 al 20 aprile. Inoltre, Hamas dovrebbe rilasciare la metà degli ostaggi restanti il primo giorno e il resto una volta raggiunto un accordo su un cessate il fuoco definitivo. Questa proposta è stata respinta da Hamas che ha chiesto di passare alla fase due prevista dall'accordo iniziale.
Alte tensioni
Da domenica è stato poi sospeso l'ingresso di rifornimenti nella Striscia di Gaza, con l'accusa di Israele ad Hamas di aver rifiutato la proposta statunitense di estendere l'embargo e minacciando "ulteriori conseguenze" in caso di persistente disaccordo. Il movimento palestinese ha immediatamente denunciato la decisione come "un ricatto meschino, un crimine di guerra e una flagrante violazione dell'accordo" e ha quindi fornito gli aiuti umanitari essenziali per affrontare la situazione catastrofica sul territorio.
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