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Un'immagine della distruzione a Khan Younis, nella Striscia di Gaza Un'immagine della distruzione a Khan Younis, nella Striscia di Gaza 

Gershon Baskin: "La tregua a Gaza è finita"

L'editorialista israeliano e attivista per la pace, ricevuto nei mesi scorsi da Papa Francesco insieme all’ex premier israeliano Ehud Olmert, commenta ai media vaticani il blocco degli aiuti umanitari a Gaza e i raid di stamattina su varie zone della Striscia

Roberto Cetera - Città del Vaticano

"È finita la tregua". Non usa mezzi termini Gershon Baskin nel commentare ai media vaticani il blocco degli aiuti umanitari a Gaza e i raid di stamattina su varie zone della Striscia. "Israele - spiega Baskin - non intende minimamente passare a quella che è definita la 'fase due' che prevede la fine della guerra e il ritiro delle truppe. Netanyahu — come d’altronde aveva promesso fin dal momento dell’accordo, al ministro Smotrich e ai suoi alleati della estrema destra nazionalista e religiosa (n.d.r.) — non ha altra intenzione che continuare la guerra. Continua a declamare la necessità di combattere a Gaza fino alla vittoria finale su Hamas. Ma è evidente che nessuna soluzione militare porterà alla vittoria finale; in realtà sta operando solo alla sopravvivenza politica del suo governo e sua personale".

Il blocco degli aiuti

Riguardo il blocco degli aiuti umanitari a Gaza, Baskin commenta: "È solo un’orribile provocazione per aprire la strada alla ripresa della guerra.  Avrà ripercussioni terribili sulla popolazione, non sulla capacità militare residua di Hamas". Secondo l’attivista per la pace, "ci sono soluzioni politiche praticabili attraverso la mediazione e il compromesso" per evitare una ripresa dei combattimenti. "Soluzioni realisticamente praticabili da subito attraverso il passaggio alla fase due delle negoziazioni — precisa —.  Che sarebbe dovuta iniziare già due settimane fa secondo il calendario concordato, ma che Israele ha disatteso. Peraltro questa scelta implica l’abbandono al loro destino degli ostaggi ancora oggi nelle mani di Hamas. L’unica nostra speranza ora è che il presidente Trump intervenga con decisione per la ripresa delle negoziazioni con la medesima forza usata nel gennaio scorso costringendo le due parti al cessate il fuoco".

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03 marzo 2025, 13:58
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