Massimo Maggio, direttore di Cbm Italia, nel campo profughi di Gorom Massimo Maggio, direttore di Cbm Italia, nel campo profughi di Gorom

Sud Sudan, l'azione di Christian Blind Mission accanto ai profughi

Nel campo di Gorom, alle porte della capitale Juba, il progetto avviato dalla ong Cbm Italia -Missioni cristiane per i ciechi nel mondo, lavora per migliorare le condizioni di vita e per portare servizi oculistici a chi è debole

Francesco Ricupero – Città del Vaticano

Migliorare l’accesso all’acqua pulita e alle strutture igienico sanitarie, fornire sicurezza alimentare, organizzare cliniche mobili che dalla capitale Juba raggiungono il campo, per portare servizi oculistici ai profughi e alla comunità ospitante. È questo l’obiettivo del progetto avviato da Cbm Italia - Missioni cristiane per i ciechi nel mondo (Christian Blind Mission) in Sud Sudan, il più giovane Paese dell’Africa colpito da una grave crisi umanitaria, nel campo profughi di Gorom. «Incontriamo 200 persone al giorno — racconta il dottor Alex Santino Morjakole, a capo delle cliniche mobili non chirurgiche del “Buluk Eye Centre” — la condizione più comune è il tracoma, malattia infettiva che colpisce chi vive in condizioni precarie: le ciglia si rivoltano all’interno dell’occhio e sfregano la cornea fino ad una cecità irreversibile. Ma quando arriviamo in tempo sono felice: con farmaci e interventi chirurgici portiamo le persone a vedere di nuovo, e quelle persone non ti dimenticheranno mai. Ecco perché — aggiunge Morjakole — continuerò a dedicarmi all’oftalmologia. Nel rapporto tra noi medici e i pazienti, siamo pochissimi, ma sono molto felice perché ogni giorno vedo i cambiamenti nei servizi che offriamo alle persone, mi sento davvero al servizio della nazione».

La crisi umanitaria del Sud Sudan

Il giovane medico, ugandese, ha iniziato a studiare oftalmologia nel suo Paese di origine, e nel campo profughi, insieme ad altri colleghi esegue screen oculistici gratuiti. «Visitiamo i pazienti, diamo loro i medicinali necessari e anche degli occhiali da lettura, in particolare alle persone anziane che hanno difficoltà a leggere bene. Ai soggetti affetti da tracoma che necessitano di un intervento chirurgico — spiega — li mandiamo subito in ospedale per la valutazione del caso». Conflitti e instabilità economica, disastri climatici come siccità e inondazioni, grave insicurezza alimentare e scarsità di servizi essenziali per vivere: è la crisi umanitaria che sta vivendo il Sud Sudan, repubblica nata nel 2011 nel centro-est dell’Africa; è la nazione più giovane al mondo e anche tra le più povere al mondo, con 9 milioni di persone, cioè il 75 per cento della popolazione, che hanno bisogno di protezione e assistenza umanitaria. Oltre a queste, ci sono migliaia di rifugiati fuggiti dal conflitto in corso nel vicino Sudan; secondo l’Onu ogni giorno ne arrivano circa 1.500. Cbm Italia — organizzazione internazionale impegnata nella salute, l’educazione, il lavoro e i diritti delle persone con disabilità nel mondo e in Italia — è presente in Sud Sudan con numerosi progetti, in particolare nelle zone più a rischio come il campo profughi di Gorom, alle porte della capitale Juba, dove vivono poco più di 14.000 rifugiati. «Sono persone — sottolinea Massimo Maggio, direttore di Cbm Italia — che non hanno più una casa e che al momento non hanno neanche la speranza di poter tornare nel loro Paese. Nella recente missione che abbiamo organizzato in questa zona dove l’emergenza è altissima, abbiamo raccolto i bisogni primari della popolazione, come la necessità di usufruire di infrastrutture idriche e igieniche, indispensabili per la salute, la sicurezza e la qualità della vita di ogni persona, e in particolare delle persone con disabilità che nei contesti di crisi sono doppiamente vulnerabili perché esposte a un rischio maggiore di privazioni, stigma, morte».

Il campo profughi di Gorom
Il campo profughi di Gorom

Acqua, igiene e speranza

Uno dei progetti che Cbm Italia ha avviato al campo profughi di Gorom è dedicato a 2.500 persone (1.500 rifugiati e 1.000 appartenenti alla comunità ospitante) per migliorare l’accesso all’acqua pulita e alle strutture igienico-sanitarie. Si chiama “Acqua, Igiene, Speranza: intervento Wash Inclusivo” e si concretizza — anche grazie al sostegno della fondazione Prosolidar — nella costruzione di pozzi inclusivi con pompe manuali e la relativa formazione di meccanici per la loro manutenzione, e la creazione di un comitato di gestione di tutte le strutture idriche, oltre alla costruzione di latrine accessibili; e si completa con la fornitura di kit igienici specifici per le donne in età riproduttiva e incontri di sensibilizzazione sulla promozione dell’igiene.

I servizi oculistici di Cbm

A Gorom, inoltre, sono presenti le cliniche mobili non chirurgiche che portano servizi oculistici del Buluk Eye Centre di Juba, centro oculistico avviato dieci anni fa da Cbm con il sostegno dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) e punto di riferimento nazionale per la salute visiva: è l’unico che dispone di un reparto oculistico pediatrico (dallo scorso settembre). Oltre agli interventi nel campo profughi di Gorom (Acqua, Igiene, Speranza; Nutrire il futuro) e al progetto di salute visiva che fa capo al Buluk Eye Centre — volto a migliorare l’accesso ai servizi oculistici, anche pediatrici, e riabilitazione negli Stati di Equatoria Centrale, Orientale e Lakes — Cbm Italia è presente in Sud Sudan con progetti specifici di prevenzione e cura di tracoma e oncocercosi (cecità fluviale).

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25 febbraio 2025, 15:13