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Nicolas Maduro dopo l'investitura a presidente del Venezuela Nicolas Maduro dopo l'investitura a presidente del Venezuela  (GABY ORAA)

Venezuela, si insedia Maduro ma per l’opposizione è "un golpe"

Stati Uniti, Unione europea e diversi Paesi della regione hanno ribadito il sostegno all'opposizione, dopo che ieri in una Caracas blindata il leader venezuelano ha giurato per un terzo mandato a seguito delle controverse elezioni di luglio

Valerio Palombaro - Città del Vaticano

Alta tensione in Venezuela dove Nicolás Maduro — proclamato vincitore delle elezioni di luglio senza aver pubblicato le prove del suo successo, nonostante il pressing internazionale — si è insediato ieri per il suo terzo mandato, che lo vedrà ancora alla presidenza fino al 2031. In una Caracas blindata, con le frontiere chiuse e i missili schierati, Maduro ha giurato davanti al Congresso controllato dal partito governativo.

La lotta dell'opposizione

L’opposizione, che rivendica la vittoria del suo candidato Edmundo González Urrutia, ha definito l’investitura un “colpo di Stato”. "Maduro consolida un colpo di Stato davanti ai venezuelani e al mondo. Ha deciso di oltrepassare la linea rossa che rende ufficiale la violazione della Costituzione», ha dichiarato la leader dell’opposizione Maria Corina Machado, che è riapparsa in un video su Instagram dopo essere stata fermata per alcune ore giovedì dalle forze di sicurezza governative mentre era in strada a Caracas per protestare: "Mi hanno detto che avevano ordine che me ne andassi", ha spiegato. "Edmundo González — ha aggiunto — verrà in Venezuela per prestare giuramento come presidente costituzionale al momento giusto, quando ci saranno le condizioni".

Le reazioni internazionali

Nel giorno dell’insediamento di Maduro, molti Paesi occidentali e della regione hanno ribadito la loro contrarietà a una investitura considerata illegittima. Washington ha elevato la taglia per la cattura di Maduro a 25 milioni di dollari. Il Consiglio europeo ha invece deciso di prorogare di un altro anno, fino al 10 gennaio 2026, le misure restrittive in considerazione della situazione in Venezuela. Una decisione, si legge in una nota diramata da Bruxelles, presa alla luce "delle continue azioni che compromettono la democrazia e lo Stato di diritto, nonché delle continue violazioni dei diritti umani e della repressione della società civile e dell’opposizione democratica".
 

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11 gennaio 2025, 15:23