Haiti, civili in fuga dalle violenze delle gang a Port-au-Prince Haiti, civili in fuga dalle violenze delle gang a Port-au-Prince 

L’infanzia interrotta dei bambini ad Haiti

A 15 anni dal devastante terremoto il Paese è in preda alle violenze e all'emergenza umanitaria. L'allarme degli organismi internazionali per l'infanzia negata nell'isola caraibica

Francesco Citterich - Città del Vaticano

Le bambine e bambini di Haiti porta ancora addosso le ferite del catastrofico terremoto di magnitudo 7.0 sulla scala Richter che ha devastato il Paese caraibico il 12 gennaio del 2010. Una tragedia che ha lasciato il segno nella vita di un’intera generazione di minori, cresciuti tra violenza, sfollamenti e carenza di istruzione. Cicatrici indelebili sul futuro di centinaia di migliaia di bambini, aggravate ora dalla dilagante violenza perpetrata dalle bande armate.

Un passato doloroso

A causa dell’isolamento del Paese e della distruzione delle infrastrutture di comunicazione, non fu possibile definire con certezza il numero esatto delle vittime del sisma, uno dei più potenti mai registrati al mondo. Secondo la Croce rossa internazionale e l’Onu, il terremoto avrebbe coinvolto più di 3 milioni di persone, uccidendone oltre 222.500 e provocando un milione e mezzo di sfollati. Il sisma — e la conseguente epidemia di colera — colpì in modo particolare la capitale Port-au-Prince, radendo al suolo o danneggiando gravemente molti edifici della città, tra cui il Palazzo presidenziale, la sede dell’Assemblea nazionale, la cattedrale, oltre alla torre di controllo dell’aeroporto internazionale “Toussaint Louverture”. Tutti gli ospedali della città furono distrutti o risultarono talmente lesionati da dovere essere evacuati, e centinaia di scuole interruppero le lezioni per essere trasformate in rifugi per trovare soluzioni abitative dignitose agli sfollati.

Oltre 5mila morti nel 2024

La crisi che attraversa il Paese caraibico da diversi anni è passata per alcuni punti di svolta: dalle proteste di massa del 2019, al sisma dell’anno successivo, fino all’uccisione del presidente Jovenel Moïse, nel luglio 2021, e all’attuale dilagare delle scorribande delle gang, che nella prima metà del 2024 si sono coalizzate innescando una nuova spirale di violenza, nonostante la nomina di un nuovo premier. Secondo fonti dell’Onu, nel 2024 oltre 5.600 persone sono state uccise nelle violenze, più di 2.000 ferite e oltre 1.400 rapite. Oggi i gruppi armati hanno trasformato gran parte del Paese — uno dei più poveri al mondo — e Port-au-Prince in prigioni a cielo aperto per i bambini. Nessun luogo è sicuro. Non possono andare a scuola, né giocare all’aperto, né uscire dai loro quartieri. «Il loro futuro sta scivolando via», ha dichiarato Chantal Sylvie Imbeault, direttore di Save the Children nel Paese caraibico.

Emergenza umanitaria

Con l’aggravarsi della crisi umanitaria e grazie a un fondo di emergenza stanziato dalla Conferenza episcopale italiana, Caritas Italiana, presente ad Haiti dal 2010, sta cercando di rispondere ai molteplici bisogni umanitari della stremata popolazione. L’intervento, coordinato da Caritas e implementato da 5 partner locali, tra cui Caritas Haiti, ha come obiettivo quello di fornire, oltre un’assistenza alimentare, anche assistenza sanitaria e protezione all’infanzia e alle categorie più vulnerabili.

I bambini si armano per sopravvivere

Solo nell’ultimo anno, più di 700.000 persone, su una popolazione di 11,7 milioni, hanno lasciato le proprie case a causa dell’avanzata ormai senza controllo e delle efferate brutalità dei gruppi armati e almeno 1.000 scuole sono rimaste chiuse. Più della metà di questi sfollati è composta da bambini e adolescenti, maggiormente esposti alla violenza, in particolare alle aggressioni, allo sfruttamento e agli abusi sessuali. La violenza ha anche limitato la consegna degli aiuti, ha causato l’aumento dei prezzi e ha portato a un’impennata dei livelli di fame, paralizzando i progressi. La disperazione ha spinto i bambini a unirsi ai gruppi armati, alla ricerca di cibo e protezione, lasciando il futuro dei minori sull’orlo del baratro.
 

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16 gennaio 2025, 13:40