Il logo del 48.mo incontro di fine anno organizzato dalla comunità di Taizé Il logo del 48.mo incontro di fine anno organizzato dalla comunità di Taizé 

Parigi, all’incontro della comunità di Taizé i messaggi di leader religiosi e politici

Ai giovani, che dal 28 dicembre all’1 gennaio saranno riuniti nella capitale francese, hanno scritto, tra gli altri, il patriarca ecumenico Bartolomeo, la Federazione luterana mondiale, il Consiglio ecumenico delle Chiese, la Conferenza delle Chiese europee, il segretario generale dell’Onu Guterres, e la presidente della Commissione europea von der Leyen. I partecipanti, fra i quali anche un migliaio di ucraini e una sessantina di pellegrini dall’Egitto, saranno accolti da famiglie e parrocchie

Giovanni Zavatta – Città del Vaticano

Sono diversi i messaggi indirizzati ai giovani che da domani, 28 dicembre, e fino all’1 gennaio, saranno riuniti a Parigi e nell’Île-de-France per il 48.mo incontro europeo organizzato, come ogni fine anno, dalla Comunità di Taizé. Nei suoi auguri ai partecipanti all’evento, il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo scrive: «Cari giovani, il mondo ha bisogno della vostra visione chiara, del vostro coraggio e della vostra capacità di speranza. Ha bisogno di giovani operatori di pace, capaci di resistere alla violenza, all’esclusione e al disprezzo per gli altri. Ha bisogno di testimoni di una fede umile, concepita non come potere ma come servizio. Nella tradizione ortodossa, ci piace ricordare che la vera forza dei cristiani si manifesta nell’amore donato senza condizioni e nella fedeltà al prossimo».

«Che cosa cercate?»

Messaggi sono stati inviati anche dalla segretaria generale della Federazione luterana mondiale, Anne Burghardt, dal segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, Jerry Pillay, dal presidente della Conferenza delle Chiese europee, arcivescovo Nikitas, dall’arcivescovo di York, Stephen Cottrell, dal segretario del Global Christian Forum, Casely Baiden Essamuah, dal segretario generale dell’Alleanza evangelica mondiale, Botrus Mansour, dal segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, e dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Nei testi si ricorda il titolo e il senso della lettera per il 2026 scritta dal priore di Taizé, fratel Matthew, che richiama la domanda, «Che cosa cercate?», posta in Giovanni, 1, 38 da Gesù ai primi discepoli. Lettera che farà da filo conduttore durante i tre giorni centrali dell’incontro (29-31 dicembre).

Ascoltare le voci di chi soffre

Ma cosa cercano i giovani, dai 18 ai 35 anni, che si apprestano a partecipare a questo 48° incontro europeo? Nella sua missiva ai giovani, fratel Matthew risponde proponendo alcune cose, essenziali, fondamentali: il silenzio, una direzione, la gioia, un significato, un mondo giusto, una comunità, la pace. «Ascoltate le voci di coloro che soffrono a causa di conflitti mortali o della violenza che dobbiamo affrontare nelle nostre società», scrive il priore, che fa seguire a ogni considerazione suggerimenti e consigli: «Mantenere i contatti con le persone che vivono in zone di guerra può essere un modo per farlo. Sostenete coloro che lottano per la giustizia in paesi con regimi oppressivi o con governi che promuovono la guerra. Alcune di queste persone sarebbero disposte a condividere la loro testimonianza? Preparate una veglia di preghiera per la pace e condividete alcune di queste testimonianze». Fratel Matthew ripercorre, poi, gli avvenimenti dell’ultimo anno: le visite ricevute a Taizé di giovani provenienti da Ucraina, Palestina, Libano, Nicaragua, Myanmar e altri luoghi di guerra e conflitto; l’ascolto delle testimonianze di persone che lavorano a Gaza o che hanno familiari che vivono lì; il tempo trascorso con i fratelli delle comunità in Brasile e a Cuba. «Il nostro mondo è pieno di bellezza ma anche di ingiustizia. Qual è il mio posto in tutto questo? Cosa mi viene chiesto di fare?».

Il programma delle giornate

Fra i partecipanti ci saranno anche un migliaio di ucraini; una sessantina di pellegrini sono attesi dall’Egitto. Tutti saranno accolti presso famiglie od ospitati nelle parrocchie. Il programma prevede la preghiera mattutina seguita dalla condivisione in piccoli gruppi e dall’incontro con i “testimoni di speranza”, la preghiera di mezzogiorno nelle grandi chiese del centro di Parigi - Notre-Dame, Saint-Sulpice, Saint-Germain-des-Prés, Saint-Ignace, Saint-François-Xavier -, laboratori tematici in una cinquantina di sedi, infine la preghiera comune serale all’Accor Arena di Bercy con le meditazioni di fratel Matthew. La sera del 31 la veglia, seguita dalla “Festa delle Nazioni”. Il 1° gennaio l’ultimo pranzo in parrocchia o con la famiglia ospitante, prima del saluto finale che è sempre un arrivederci.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

27 dicembre 2025, 14:20