Sant'Egidio, Natale con i poveri e una tavola che accoglie tutti
Vatican News
In ottantamila in Italia e in duecentocinquantamila nel mondo si sono seduti a tavola, il giorno di Natale, per vivere insieme la festa più bella dell’anno. Volontari insieme a senza dimora, anziani soli, famiglie in difficoltà, rifugiati venuti in Italia: tutti felici di stare insieme anche se di diversa origine e con diverse, e spesso difficili, storie alle spalle. È il Natale che la Comunità di Sant’Egidio organizza ogni anno nella basilica di Santa Maria in Trastevere: immagine di ciò che si è vissuto non solo a Roma.
Dal 1982 a oggi sempre più persone attorno alla tavola
Tavole addobbate a festa, sorrisi, abbracci, regali personalizzati e la serenità di chi si sente in famiglia. Tra gli invitati al pranzo anche alcuni salvati dal dramma umanitario di Gaza. Per quasi due ore hanno parlato e fatto festa con il menù della tradizione: lasagne, polpettone, lenticchie e panettone. Era il 1982 quando nella basilica di Santa Maria in Trastevere si apparecchiava per la prima volta la tavola della festa, da allora quella stessa tavola si è allargata fino a raggiungere diverse parti del mondo.
Sempre accanto a chi è in difficoltà
"In questo Natale — ha detto il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, presente al pranzo — nessuno è anonimo ma tutti sono conosciuti, in una famiglia che non dimentica alcuno. Per chi non ha voce, per chi non ha casa, ritrovarsi qui insieme rafforza la speranza ed è il messaggio di pace di cui oggi il mondo ha bisogno". Perché, come ha commentato il presidente della Comunità, Marco Impagliazzo, "questa giornata si unisce a tutti i giorni dell’anno in cui Sant’Egidio è accanto a chi è in difficoltà, a chi vive per strada, ma anche a chi viene da lontano e ha bisogno di accoglienza e di integrazione".
Ognuno con una storia diversa
Tra i numerosi ospiti, presentati dal parroco di Santa Maria in Trastevere, don Marco Gnavi, c’era Sofia, 92 anni, che partecipa al pranzo di Natale da 30 anni e che ha testimoniato "l’amore di questa comunità trasmettendolo a tutti voi". O come il piccolo Nidal, che viene da Gaza e ha imparato a memoria una filastrocca di Gianni Rodari che ripete con grande convinzione. Presenti anche altre persone provenienti da Paesi dominati da conflitti, come il Sudan, la Somalia e l’Afghanistan, ex senza fissa dimora che ora hanno trovato una casa in cui vivere e Anoir, originario del Marocco, che da poco ha ottenuto la cittadinanza italiana, "Insieme — ha concluso don Gnavi — abbiamo festeggiato il Natale, ma anche un futuro più felice per tutti, per una città più umana e una vita piena di sogni". Tutti i pranzi della Comunità di Sant’Egidio sono realizzati grazie al sostegno gratuito dei volontari e al numero solidale 45586 (attivo fino ad oggi, 27 dicembre). Numerose le iniziative in programma anche nei prossimi giorni, per tutto il periodo natalizio, con la distribuzione di pasti e regali anche nelle carceri, che si è svolta ieri, festività di Santo Stefano, a Roma, negli istituti di pena di Rebibbia e Regina Coeli.
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