Santa Maria in Trastevere, il pranzo di Natale di Sant'Egidio Santa Maria in Trastevere, il pranzo di Natale di Sant'Egidio

Sant'Egidio, Natale con i poveri e una tavola che accoglie tutti

In ottantamila in Italia e in duecentocinquantamila nel mondo si sono seduti per il pranzo del 25 dicembre per vivere insieme la festa più bella dell’anno. Era il 1982 quando nella basilica di Santa Maria in Trastevere si apparecchiava per la prima volta la tavola della festa, da allora quella tavola si è allargata fino a raggiungere diverse parti del mondo

Vatican News 

 In ottantamila in Italia e in duecentocinquantamila nel mondo si sono seduti a tavola, il giorno di Natale, per vivere insieme la festa più bella dell’anno. Volontari insieme a senza dimora, anziani soli, famiglie in difficoltà, rifugiati venuti in Italia: tutti felici di stare insieme anche se di diversa origine e con diverse, e spesso difficili, storie alle spalle. È il Natale che la Comunità di  Sant’Egidio organizza ogni anno nella basilica di Santa Maria in Trastevere: immagine di ciò che si è vissuto non solo a Roma.

Dal 1982 a oggi sempre più persone attorno alla tavola

Tavole addobbate a festa, sorrisi, abbracci, regali personalizzati e la serenità di chi si sente in famiglia. Tra gli invitati al pranzo anche alcuni salvati dal dramma umanitario di Gaza. Per quasi due ore hanno parlato e fatto festa con il menù della tradizione: lasagne, polpettone, lenticchie e panettone. Era il 1982 quando nella basilica di Santa Maria in Trastevere si apparecchiava per la prima volta la tavola della festa, da allora quella stessa tavola si è allargata fino a raggiungere diverse parti del mondo.

Sempre accanto a chi è in difficoltà

"In questo Natale — ha detto il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, presente al pranzo — nessuno è anonimo ma tutti sono conosciuti, in una famiglia che non dimentica alcuno. Per chi non ha voce, per chi non ha casa, ritrovarsi qui insieme rafforza la speranza ed è il messaggio di pace di cui oggi il mondo ha bisogno". Perché, come ha commentato il presidente della Comunità, Marco Impagliazzo, "questa giornata si unisce a tutti i giorni dell’anno in cui Sant’Egidio è accanto a chi è in difficoltà, a chi vive per strada, ma anche a chi viene da lontano e ha bisogno di accoglienza e di integrazione".

Ognuno con una storia diversa

Tra i numerosi ospiti, presentati dal parroco di Santa Maria in Trastevere, don Marco Gnavi, c’era Sofia, 92 anni, che partecipa al pranzo di Natale da 30 anni e che ha testimoniato "l’amore di questa comunità trasmettendolo a tutti voi". O come il piccolo Nidal, che viene da Gaza e ha imparato a memoria una filastrocca di Gianni Rodari che ripete con grande convinzione. Presenti anche altre persone provenienti da Paesi dominati da conflitti, come il Sudan, la Somalia e l’Afghanistan, ex senza fissa dimora che ora hanno trovato una casa in cui vivere e Anoir, originario del Marocco, che da poco ha ottenuto la cittadinanza italiana, "Insieme — ha concluso don Gnavi — abbiamo festeggiato il Natale, ma anche un futuro più felice per tutti, per una città più umana e una vita piena di sogni". Tutti i pranzi della Comunità di Sant’Egidio sono realizzati grazie al sostegno gratuito dei volontari e al numero solidale 45586 (attivo fino ad oggi, 27 dicembre). Numerose le iniziative in programma anche nei prossimi giorni, per tutto il periodo natalizio, con la distribuzione di pasti e regali anche nelle carceri, che si è svolta ieri, festività di Santo Stefano, a Roma, negli istituti di pena di  Rebibbia e  Regina Coeli.

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27 dicembre 2025, 11:44