La presidente di ACS International: pace e libertà religiosa si intrecciano
Wojciech Rogacin - Città del Vaticano
Un bilancio delle attività di Aiuto alla Chiesa che soffre, il racconto della sofferenza di chi vive la persecuzione religiosa e la speranza che arriva dal sostegno del Papa e della Chiesa. Sono i temi al centro del colloquio dei media vaticani con Regina Lynch, presidente di ACS, in questi giorni in Polonia. In passato l’organizzazione ha aiutato la Chiesa durante il regime comunista e da almeno 20 anni la chiesa polacca si spende nel supportare quelle che nel mondo soffrono per la persecuzione religiosa. "Oggi - sottolinea Regina Lynch - la portata del fenomeno è molto più ampia rispetto al passato sia per la presenza di governi più autoritari ma anche per lo sviluppo e il ricorso alle nuove tecnologie. Inoltre, in molte parti del mondo, dopo l'11 settembre 2001, si è registrato un aumento del fenomeno del jihadismo".
Testimonianze straordinarie dei perseguitati
Mentre viaggia per conoscere la situazione sul campo e sviluppare i progetti della fondazione pontificia, Regina Lynch si trova di fronte a testimonianze di profonda fede da parte delle comunità cristiane e cattoliche che incontra. "A volte – spiega - sanno di poter pagare un prezzo alto, eppure rimangono salde nella loro fede”. Cita in particolare gli incontri in Pakistan, dove i cristiani sono una minoranza e sono davvero tra i più poveri. "Queste persone semplici credono che Cristo abbia sofferto molto più di loro, quindi la loro sofferenza non è nulla in confronto”.
Secondo il parere della presidente di ACS International, il compito urgente è quello di far conoscere la persecuzione religiosa che ancora oggi persiste nel mondo. Ricorda lo stupore dei cattolici ai quali raccontava di essere andata in Iraq con Papa Francesco nel 2021, perché pensavano fosse un Paese musulmano e non che la presenza dei cristiani lì fosse antichissima. Lynch sottolinea poi il ruolo della preghiera tra le popolazioni che subiscono persecuzioni religiose. “Quando ad esempio sono andata nel nord della Nigeria o in altre aree in cui si sono verificati crimini terribili, ho visto quanto sia importante per le persone che vivono lì sapere di non essere sole, che in tanti da diverse parti del mondo pregano per loro. Questo – aggiunge la presidente di ACS - non li fa sentire abbandonati, dà invece loro un'enorme forza e offre speranza nell’appartenere all'unico Corpo di Cristo. È un grande incoraggiamento”.
I progetti di Acs
Molto importanti sono poi le iniziative di ACS che sono finanziate solo dalle donazioni e non provengono da governi o istituzioni pubbliche. Tra i circa 5.500 progetti realizzati in tutto il mondo c'è il sostegno alla missione evangelica nei Paesi poveri, dove non ci sono fondi per la costruzione di chiese, seminari o per la formazione di suore e catechisti. Vengono sostenuti poi progetti di approfondimento delle Sacre Scritture, progetti educativi e pastorali. Nei Paesi in cui i cristiani sono particolarmente perseguitati, viene offerta assistenza di emergenza.
Aiuto in Siria, Iraq, Ucraina
Dal 2011, ACS aiuta ininterrottamente la Siria, dove i cristiani che sono rimasti vivono in povertà. Di fronte a queste situazioni fornisce riparo, paga le scuole per i bambini, offre latte in polvere per i neonati, organizza attività per i bimbi nel tempo libero. In Iraq, ACS sostiene l'Università Cattolica dell'Arcidiocesi caldea di Erbil finanziando borse di studio per giovani cristiani che studiano diritto, ingegneria, architettura e altri indirizzi. “In Ucraina – ha aggiunto Lynch - formiamo i sacerdoti e le suore perché possano accompagnare i loro fedeli, ci sono anche molti sacerdoti inviati come cappellani al fronte; anche loro hanno bisogno di aiuto e di cure post-traumatiche”.
Petizione globale per la libertà religiosa
L'organizzazione ha iniziato a raccogliere firme per una petizione globale in difesa dell'articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti umani sulla libertà di religione. “Questo è molto importante - ha dichiarato la presidente - la libertà religiosa è un diritto umano, non un privilegio. Solo quando le persone si accorgono che questo diritto cessa di essere riconosciuto, iniziano ad agire, riguarda il nostro futuro e il futuro dei nostri figli”. Regina Lynch ha ricordato poi le parole di Leone XIV sullo stretto rapporto tra libertà religiosa e pace. “Nessuna pace è possibile – ha sottolineato il Pontefice nell’udienza ad ACS il 10 ottobre scorso - laddove non c’è libertà religiosa o dove non c’è libertà di pensiero e di parola e il rispetto delle opinioni altrui”.
L'enorme sostegno del Papa
La presidente di ACS ha evidenziato come siano di grande importanza i costanti appelli di Leone XIV per il rispetto della libertà religiosa, la necessità del dialogo e la costruzione di ponti. “Siamo molto grati al Papa per averne parlato tante volte, perché la gente guarda a lui e anche coloro che non sono credenti o non sono cristiani hanno grande rispetto per la sua figura. Lo abbiamo già visto durante il pontificato di Papa Francesco che ha sostenuto con forza questo tema. Per questo, siamo estremamente confortati nel vedere che Papa Leone continua su questa linea”. Gratitudine è stata espressa dalla presidente di ACS per le parole di incoraggiamento rivolte nell’incontro in Vaticano. Nell’occasione è stata donata al Papa un'icona dipinta ad Aleppo su legno appartenuto alla Cattedrale maronita, oggi distrutta. "Quando ho dato l'icona al Papa, raccontandone la sua storia e la sua origine, ho visto che stava davvero ascoltando e ho potuto vedere che si era commosso”.
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