Myanmar, la solidarietà senza confini né distinzioni
Paolo Affatato – Città del Vaticano
Il vescovo di Mandalay, Marco Tin Win, dorme da una settimana in strada, sotto una zanzariera rosa, nel compound della cattedrale del Sacro Cuore, nel cuore della città nel Nord del Myanmar. Come altre centinaia di profughi che affollano lo spazio davanti alla chiesa – inagibile perché la torre campanaria è pericolante – soffre per il caldo e le zanzare che lo assediano, per le forti piogge e il vento che negli ultimi giorni si sono abbattuti sulla gente e hanno complicato la vita degli sfollati. Di notte il vescovo è in strada con i profughi, di giorno in giro a confortare le famiglie che hanno perso i loro cari e a portare aiuti umanitari. È la scena che restituisce in modo plastico la vita e della comunità cattolica dopo il devastante sisma che ha scosso il Myanmar il 28 marzo. È una vita fatta di prossimità con i senzatetto, per condividere in toto dolori e precarietà. Ed è una vita caratterizzata dal completo donarsi al prossimo, mettendo a disposizione dei più poveri e vulnerabili le risorse e gli aiuti ricevuti tramite donazioni che stanno giungendo da tutto il mondo.
Aiuti concreti per tutti
Per quest’opera di solidarietà, senza confini e senza distinzioni, che beneficia fedeli di tutte le religioni, cristiani, musulmani, indù e soprattutto buddisti (che costituiscono la maggioranza della popolazione), il vescovo ha creato uno speciale team di soccorso , il “Mandalay Catholic emergency rescue team”, che sta monitorando continuamente la situazione nella diocesi, andando ad ascoltare e portando aiuti concreti a quanti vivono accampati in tende temporanee per le strade della città e nel territorio circostante. "L'urgenza ora è prendersi cura della gente che si è ritrovata senza tetto, senza lavoro, senza possibilità di un sostentamento. Sembra che la conta dei cadaveri sia terminata quasi del tutto. Ora tra gli sfollati, bisognosi di acqua potabile e di cibo, a causa delle cattive condizioni igieniche si rischiano dissenteria, malattie respiratorie o dermatologiche", spiegano i volontari delle squadre di soccorso, che dispensano instancabilmente cibo, acqua, medicine, rifugi temporanei, kit per l'igiene. I volontari si sono recati a portare assistenza umanitaria anche nella vicina Sagaing, altra località fortemente interessata dal sisma, e con loro si è mosso anche l'arcivescovo Tin Win che ha portato conforto e consolazione, fermandosi a dialogare e pregare con gli sfollati e i malati. “Questa sofferenza è divenuta anche occasione per un profondo dialogo interreligioso, dato che i buddisti sono la maggioranza della popolazione colpita” ha osservato all'agenzia Fides padre Peter Kyi Maung, vicario generale dell'arcidiocesi.
I luoghi di culto ormai inagibili
Intanto a Mandalay si sta esaminando la situazione e si vanno compilando rapporti dettagliati sui danni alle chiese e gli edifici pastorali. È inagibile la casa del clero a Mandalay, come la residenza dell'arcivescovo, e l'Istituto educativo Giovanni Paolo. Tra le chiese, la cattedrale del Sacro Cuore a Mandalay è notevolmente lesionata e ci vorranno lavori sostanziali – o la completa ricostruzione – alla torre campanaria, mentre sono inutilizzabili la chiesa di San Francesco Saverio, la chiesa di San Giovanni e quella di San Michele in città. Così nelle municipalità che circondano il territorio di Mandalay sono orfani del loro luogo tempio i fedeli cattolici delle parrocchie di san Michele (nel villaggio di Thanwin), di San Giuseppe (a Lafon), di Nostra Signora di Loudes (a Yamethin), di San Vincenzo de' Paoli (a Zawgyi). Tra le strutture che beneficiavano il prossimo, si è svuotata la Casa di Madre Teresa che accoglieva malati, mentre sono sfollati i seminaristi del Seminario intermedio a Mandalay e del Seminario minore a Pyin Oo Lwin. Data la situazione sul terreno –che limita di molto la vita pastorale della comunità ecclesiale – la cerimonia di consacrazione episcopale di monsignor Augustine Thang Zawm Hung, che sarà ordinato vescovo della diocesi Mindat, nel vicino Stato Chin, non potrà tenersi a Mandalay, dove era prevista, e si terrà il 27 aprile nella cattedrale di Santa Maria a Yangon.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui