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La scala che Cristo salì durante la Passione e il luogo più santo al mondo

La tradizione li identifica nei 28 gradini del Pretorio di Pilato percorsi da Gesù prima di essere condannato a morte. Moltitudini di fedeli giungono a Roma per salirli in ginocchio e ottenere l’indulgenza plenaria per sé o per un defunto. Nel Santuario affidato alla custodia dei Passionisti si conserva anche l’antica cappella privata dei Papi, detta "Sancta Sanctorum" che custodisce al suo interno reliquie di grande valore

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

È per eccellenza il Santuario della Passione di Cristo. Sorge a pochi passi dalla Basilica di San Giovanni in Laterano dove fino al XIV secolo, prima della cattività avignonese, sorgeva il Patriarchio, l'antica residenza ufficiale del romano Pontefice. Conserva i ventotto gradini che la tradizione ci ha tramandato come quelli del Pretorio di Ponzio Pilato, fatti trasportare a Roma dalla madre dell'imperatore Costantino, Sant'Elena. La donna ritenuta di fatto la prima archeologa cristiana, durante il suo viaggio in Terra Santa tra il 327 ed il 328, effettuò numerose ricerche per ritrovare i luoghi della vita di Gesù.

A custodire “in perpetuum” la Scala Santa dal 1854, per volere di Pio IX, sono i Religiosi Passionisti il ​​cui carisma è quello di “promuovere la memoria della Passione del Signore”: “la più grande e stupenda opera del divino amore”, come diceva il fondatore San Paolo della Croce.

La facciata del Santuario da Piazza di San Giovanni in Laterano
La facciata del Santuario da Piazza di San Giovanni in Laterano

Per il Giubileo atteso un milione di visitatori

Ci lasciamo alle spalle l'intenso traffico urbano che caratterizza Piazza di San Giovanni in Laterano e ci dirigiamo a piedi verso questo luogo venerato e visitato da secoli da moltitudini di pellegrini di tutto il mondo. Ad accoglierci nel silenzio dell'adiacente convento, voluto 150 anni fa da Papa Mastai, è il rettore Padre Leonello Leidi: “Generalmente in un anno superiamo il mezzo milione di visitatori. Quest'anno si stima di arrivare al milione”, commenta illustrandoci anche le varie iniziative messe in calendario per l'Anno Santo. Tra tutte la celebrazione della Via Crucis e della Messa internazionale ogni venerdì pomeriggio, ad eccezione dei mesi di luglio e agosto.

Pietro Fachetti, Ritratto di Papa Sisto V (1590 ca.); olio su tela, 161x108,9 cm, Musei Vaticani[1]
Pietro Fachetti, Ritratto di Papa Sisto V (1590 ca.); olio su tela, 161x108,9 cm, Musei Vaticani[1]

Il trasporto è avvenuto in una notte

“Il Santuario - spiega il sacerdote - risale all'epoca di Papa Sisto V che lo istituì nel 1590 con la bolla Cum rerum singolarum . Un anno prima il Pontefice aveva chiesto al suo architetto di fiducia Domenico Fontana di traslare, in una sola notte come dicono le cronache, la Scala Santa dal lato nord dell'antico Patriarchio al luogo in cui oggi è collocata, al centro di altre quattro scale. Abbiamo notizie certe che fin dall'anno Mille questi 28 gradini siano identificati dai pellegrini con quelli saliti da Cristo diverse volte, quando venne giudicato e condannato a morte nel Pretorio di Gerusalemme”.

I segni delle ginocchia scavati nel marmo
I segni delle ginocchia scavati nel marmo

I segni delle ginocchia scavati nel marmo

Per antica tradizione la Scala Santa si sale solo in ginocchio. L'evidente segno del passaggio di generazioni di pellegrini sono i solchi scavati nei gradini di marmo, ricoperti di legno di noce nel 1724 da Papa Innocenzo XIII. “Salire è molto faticoso”, ammette padre Leidi, “questo esercizio ascetico vuole significare un atto di penitenza, un'immedesimazione nella Passione di Cristo”.

Una statua del Cristo agonizzante
Una statua del Cristo agonizzante

Le gocce del sangue di Gesù

Sul primo, sull'undicesimo e sull'ultimo gradino il rettore del Santuario ci fa notare la presenza di alcuni oblò in vetro, oltre i quali si intravedono croci di ottone e marmo: “Secondo una tradizione sviluppatasi nel Medioevo, su alcuni scalini cadute alcune gocce del Sangue di Cristo dopo la flagellazione.

Gli oggetti di fede trovati al di sotto della copertura lignea della Scala Santa
Gli oggetti di fede trovati al di sotto della copertura lignea della Scala Santa

Quelle macchie, oggi invisibili, sono ancora oggetto di devozione da parte dei pellegrini che qui si fermano, e vi posano il capo o oggetti religiosi”: innumerevoli preghiere, crocifissi, rosari, immaginette o fotografie di persone care per le quali si chiede una grazia speciale, sono stati ritrovati al di sotto della copertura lignea rimossa in occasione dei restauri conclusi nel 2020. Oggi sono conservati dai Padri Passionisti in un'apposita teca.

Pellegrini salgono la Scala Santa
Pellegrini salgono la Scala Santa

Un percorso penitenziale accessibile a tutti

Nel corso dello stesso intervento conservativo, condotto dalle maestranze dei Musei Vaticani e finanziato dai 'Patrons of the Arts in the Vatican Museums', in una delle quattro scale costruite attorno alla Scala Santa è stato installato un montascale per consentire anche alle persone con difficoltà motorie di compiere il pellegrinaggio e ottenere l'indulgenza plenaria che nel Santuario è concessa alle consuete condizioni (Confessione, Comunione, Credo e Preghiera per il Papa), ogni giorno dell'anno, al di là del Giubileo.

I 1700 metri quadri di superficie dipinta ad affresco nel Santuario della Scala Santa
I 1700 metri quadri di superficie dipinta ad affresco nel Santuario della Scala Santa

L'arte che favorisce la fede

La contemplazione nella salita di due delle scale laterali è favorita da 75 meravigliose scene bibliche affrescate sulle pareti e sulla volta nel XVI secolo su commissione di Sisto V, da almeno 12 pittori diversi: una Biblia Pauperum che aiuta il pellegrino ad immergersi nella storia della salvezza. Un ricco apparato decorativo di 33 affreschi con la Passione di Cristo avvolge invece il percorso della Scala Santa. Il totale della superficie dipinta del Santuario è di 1700 metri quadrati. In ginocchio saliamo i 28 gradini e grazie a queste opere è più facile immedesimarsi e meditare sui dolori del Rendentore.

Una statua di Cristo alla colonna nel Santuario della Scala Santa
Una statua di Cristo alla colonna nel Santuario della Scala Santa

Dove Bonifacio VIII concepì il Giubileo

Terminata l'ascesa si giunge nel cuore del Santuario: la Cappella di San Lorenzo in Palatio, nota come "Sancta Sanctorum". Originariamente inglobata nel Patriarchio, menzionata per la prima volta nel Liber Pontificalis dell'ottavo secolo, era la cappella privata del Pontefice. Padre Leidi la definisce “la Cappella Sistina dei primi tempi” dove “si svolgevano alcune funzioni della Settimana Santa”. Era il punto di partenza della “processione che portava il Pontefice appena eletto all'intronizzazione nella Basilica di San Giovanni”. “Possiamo immaginare – osserva il rettore del Santuario della Scala Santa - che in questo luogo Bonifacio VIII concepì l'idea del primo Giubileo del 1300”.

Padre Leidi apre la Cappella del Sancta Sanctorum
Padre Leidi apre la Cappella del Sancta Sanctorum

La cappella privata dei Papi

La cappella è chiusa da una massiccia porta in bronzo che, varcata, introduce ad un ambiente decorato da elementi gotici e affreschi della Scuola Romana voluti da Papa Nicolò III. Sotto i nostri piedi si stende come un pregiato tappeto il pavimento cosmatesco costituito da un mosaico di porfido, granito e marmo colorato, proveniente dagli antichi monumenti di età imperiale.

L'icona del Santissimo Salvatore
L'icona del Santissimo Salvatore

L'icona non dipinta da mano d'uomo

Appena dentro il sacello lo sguardo è catturato da un'antica icona di Cristo in trono, ricoperta da preziose lastre d'argento fin dai primi anni del secondo millennio. La sua esecuzione è databile tra la fine del V e l'inizio del VI secolo. L'icona è da sempre venerata come il “Santissimo Salvatore”, titolo della vicina Basilica Lateranense. Avvolti nel mistero sono l'autore, le origini e l'arrivo a Roma di questa immagine che un'antica leggenda vorrebbe iniziata dall'evangelista Luca e completata dagli angeli: è detta infatti “acheropita”, ovvero “non dipinta da mano umana”.

La Cappella del Sancta Sanctorum
La Cappella del Sancta Sanctorum

Nei secoli passati al mattino di Pasqua i Pontefici si recavano nel "Sancta Sanctorum" per assistere all' Anastasis , l'apertura delle ante che chiudevano l'icona, un rito che evocava l'uscita di Cristo dal sepolcro. Inoltre nella notte del 14 agosto, alla vigilia della solennità dell'Assunta, l'immagine del Santissimo Salvatore veniva condotta in processione attraverso il Foro Romano fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore dove alle prime luci dell'alba avveniva l'incontro con l'icona della “Salus Populi Romani”.

L'altare cassaforte
L'altare cassaforte

L'altare cassaforte

Al di sotto della venerata immagine si imponente un altare di epoca carolingia su cui può celebrare solo il Papa: si presenta come una cassaforte chiusa da porte di bronzo e circondata da una massiccia grata di ferro, serrata da un sistema di lucchetti molto complessi. Sulle porte in bronzo del XIII secolo sono effigiate le figure dei santi Pietro e Paolo, a memoria delle due teste degli Apostoli che qui un tempo si conservavano. All'interno è racchiusa un'arca cipressina dei tempi di Leone III contenente numerose reliquie di santi dei primi secoli del cristianesimo e altre riconducibili alla vita di Gesù Cristo stesso: dai sandali di Nostro Signore alle teste delle sante Agnese o Prassede. Erano custodite in preziosi reliquiari e teche medievali, dal 1905 esposti nel Museo Sacro della Biblioteca Apostolica Vaticana, oggi parte del percorso di visita dei Musei Vaticani sotto la responsabilità del Reparto Arti Decorative.

La Cappella del Sancta Sanctorum
La Cappella del Sancta Sanctorum

Il frammento del triclinio dell'Ultima Cena

Sulla parete antistante la porta di ingresso della cappella è affisso invece in un reliquiario di legno e cristallo un frammento di legno che la tradizione identifica con una parte del triclinio su cui Gesù era adagiato durante l'Ultima Cena, il Giovedì Santo.

Gli affreschi sulla volta della Cappella del Sancta Sanctorum
Gli affreschi sulla volta della Cappella del Sancta Sanctorum

Il silenzio e il mistero si avvolgono chi accede in questo ambiente caratterizzato da una sacralità senza tempo. “Non est in toto sanctior orbe locus” recita il cartiglio lungo la parete: non esiste al mondo luogo più santo di questo .

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