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Il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kirill Il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kirill 

Appello del Patriarca Kirill per rispetto libertà religiosa

Il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kirill, ha inviato un appello a Papa Francesco, ai leader delle Chiese cristiane, ai governi di Francia e Germania e alle Nazioni Unite per segnalare le interferenze dello Stato ucraino nella Chiesa ortodossa di Kiev e per chiedere il rispetto della libertà religiosa

L’appello è stato diffuso oggi dal Patriarcato di Mosca, alla vigilia del primo Sinodo unito della Chiesa autocefala ucraina che si terrà il 15 dicembre a Kiev, nella cattedrale di Santa Sofia. Era stato il presidente, Petro Poroshenko, ad annunciarlo nei giorni scorsi.

Cosa succederà al Sinodo di Kiev

Durante l’Assemblea, che riunirà le gerarchie ecclesiastiche delle Chiese ortodosse indipendenti dal Patriarcato di Mosca, verrà approvato lo statuto della neonata Chiesa nazionale e verrà eletto il suo Primate, che subito dopo andrà a Istanbul a ricevere, dalle mani del Patriarca Bartolomeo, il tomos, cioè l’attestazione formale dell’autonomia.

Rischi per l’episcopato ucraino legato a Mosca

Nel suo messaggio, il Patriarca Kirill parla di rischio di “persecuzione”, in riferimento a quella parte dell’episcopato ucraino legato a Mosca che si rifiuta di partecipare al Sinodo di domani. La lettera di Kirill è lunga e dettagliata e cita alcuni avvenimenti accaduti ai danni della Chiesa ortodossa ucraina legata alla Russia, come ad esempio il tentativo, da parte delle autorità ucraine, di utilizzare le grotte di Kiev e Pochaev Lavras, principali luoghi sacri dell’Ucraina ortodossa.

Difendere libertà di coscienza e di religione

Temendo la violazione dei diritti e delle libertà dei cristiani ortodossi vicini a Mosca, il Patriarca Kirill si rivolge pertanto a Papa Francesco, all’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, capo della Comunione anglicana; al rev. Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese; ad António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, così come al Capo di Stato francese Emmanuel Macron e alla Cancelliera tedesca Angela Merkel, chiedendo loro “difendere la libertà di coscienza e di religione garantite dal diritto internazionale”.

(Fonte AgenSir)

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