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Teologo africano: superare il peccato del tribalismo

La crisi etnica e tribale che ha colpito la diocesi nigeriana di Ahiara “è solo la punta dell'iceberg” nella Chiesa africana, rileva il teologo ivoriano Donald Zagore, missionario della Società delle Missioni Africane

Ha avuto vasta eco nelle Chiese africane la vicenda che, iniziata nel 2012, è giunta fino alle dimissioni del Vescovo di Ahiara dal suo ufficio episcopale, in seguito al rifiuto di sacerdoti e laici di accogliere come vescovo mons. Peter Ebere Opkalaeke, considerandolo “estraneo alla propria terra”.

In Africa etnia e tribù più importanti dell’acqua del Battesimo

Osserva il teologo Donald Zagore all’Agenzia Fides: “Quando nella Chiesa cattolica, la cui essenza stessa significa comunione, fraternità, unità, i membri si dividono per questioni etniche e tribali, dobbiamo seriamente porci la domanda profetica: abbiamo davvero compreso il significato del nostro tempo e della nostra fede?”. “Purtroppo – prosegue - ci rendiamo conto, giorno dopo giorno, che il sangue della cultura, dell'etnia, della tribù, rimane più forte e più importante dell'acqua sacra del battesimo. Il paradigma della ‘Chiesa famiglia di Dio’ in Africa, sembra spesso un discorso privo di significato, che assume a tratti l'aspetto di una farsa. Ci stiamo spostando sempre di più dalla ‘Chiesa famiglia di Dio’ alla Chiesa tribale. Va detto con forza che questo atteggiamento è tutto tranne che cristiano” insiste padre Zagore.

Come cristiani dobbiamo rifiutare i legami etnico-tribali

“Il tribalismo non è in alcun modo caratteristico della Chiesa di Gesù Cristo. - continua il missionario - L'unico valore rimane il desiderio di servire Dio sottomettendoci alla Sua volontà. Una volontà che viene rilevata in termini di amore e convivenza. Come Cristo, dobbiamo categoricamente rifiutarci di lasciarci incatenare dagli intrecci dei legami tribali ed etnici, dobbiamo essere aperti all'universale, a ogni uomo e ogni donna, a prescindere dalle origini culturali, razziali ed etniche. Infatti, come dice San Paolo, 'in Cristo non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù' (Gal. 3:28). In questa direzione urge un efficace lavoro pastorale”, conclude il teologo.(D.Z.- A.P. – Agenzia Fides)

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20 febbraio 2018, 12:47
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