
Gaza, nuova offensiva israeliana contro Hamas. Più di cento le vittime civili
Paola Simonetti - Città del Vaticano
La Striscia resta nella morsa degli intensi attacchi israeliani. Dopo la raffica di raid che ieri, giovedì 3 aprile, ha ucciso 112 persone, 27 delle quali nella scuola di Dar al -Arqam, usata come rifugio, questa mattina l'esercizio israeliano ha fatto sapere di aver ampliato le operazioni sul campo, con le truppe che si stanno spingendo nel quartiere Shejaiya, nella parte orientale di Gaza City. Un’escalation militare che le forze di difesa israeliane identificano come una "nuova fase" della lotta contro Hamas, per portare a compimento la “liberazione di tutti gli ostaggi e la distruzione delle capacità militari del gruppo islamico palestinese”, e che giustifica l’ennesimo ordine di evacuazione emanato ieri a Gaza city, definito dall’esercito un “avvertimento finale”.
La strage di operatori umanitari
E mentre il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, annuncia una probabile visita del premier israeliano, Benjamin Netanyahu la prossima settimana a Whashington, su Israele pende lo spettro di una nuova accusa per crimini contro l’umanità a seguito dell’uccisione, il 23 marzo scorso, di 15 fra medici e operatori umanitari delle Mezzaluna Rossa e delle Nazioni Unite, presi di mira sulle loro ambulanze. Una strage sulla quale l'Alto Commissariato dell’Onu per i diritti umani ha chiesto un'"indagine indipendente, rapida e approfondita".
Lo stallo dei negoziati per la tregua
Non trova sbocchi, intanto, il cammino per un cessate-il-fuoco a Gaza. Hamas ha infatti deciso, stando a quanto riferito da Al-Jazeera, di non fornire alcuna risposta formale all'ultima proposta israeliana per la tregua trasmessa tramite i mediatori, accusando Israele di sabotare un accordo che l'organizzazione aveva precedentemente accettato.
Gli attacchi in Siria e Libano
Israele intensifica i raid anche sulla Siria, facendo salire la tensione in tutta l’area in particolare con la Turchia: ieri attacchi aerei hanno preso di mira postazioni militari locali, includendo la base T4 che Ankara, principale alleato del nuovo governo di Damasco, intende occupare per ampliare la sua influenza nella regione. L’esecutivo siriano ha accusato Israele di condurre un’”operazione mortale di destabilizzazione”. Dura la condanna e lo sdegno per i bombardamenti espressi nella capitale siriana e nel capoluogo meridionale di Daraa, dove migliaia di persone hanno partecipato ai funerali di nove persone uccise dall’esercito israeliano, in uno scenario di crescente volontà popolare di resistere con le armi all'occupazione militare israeliana. Le operazioni militari israeliane non si fermano anche in Libano, dove un attacco di droni ha colpito nella notte un edificio residenziale nella città di Sidone, nel sud del paese, provocando la morte di tre persone, fra cui anche l'alto funzionario di Hamas, Hassan Farhat.
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